MI ABBANDONO ALLA FEDELTA’ DI DIO

SALMO 51

Buongiorno a tutti,

oggi saranno le parole del Salmo 51, di seguito riportato, a stimolare il nostro desiderio di cammino cristiano :

Perché ti vanti del male *
o prepotente nella tua iniquità?

Ordisci insidie ogni giorno; †
la tua lingua è come lama affilata, *
artefice di inganni.

Tu preferisci il male al bene, †
la menzogna al parlare sincero. *
Ami ogni parola di rovina, o lingua di impostura.

Perciò Dio ti demolirà per sempre, †
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda *
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.

Vedendo, i giusti saran presi da timore *
e di lui rideranno:

«Ecco l’uomo che non ha posto in Dio la sua difesa, †
ma confidava nella sua grande ricchezza *
e si faceva forte dei suoi crimini».

Io invece come olivo verdeggiante †
nella casa di Dio. *
Mi abbandono alla fedeltà di Dio
ora e per sempre.

Voglio renderti grazie in eterno *
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono, *
davanti ai tuoi fedeli.

 

Il Salmista ci offre una testimonianza personale sulla giustizia di Dio e sull’intervento del Signore contro gli empi e in favore dei giusti. Il Salmo, oltre ad essere una preghiera di lode e ringraziamento a Dio per la salvezza del giusto, è una esortazione a confidare nel Signore, a restare saldi nella fede e a continuare ad operare il bene anche di fronte alle ingiustizie operate dall’empio. Il tema è quanto mai attuale e perciò il Salmo si presta efficacemente alla lettura quotidiana. Tutti sperimentiamo nel corso della vita le parole del Salmo e in modo particolare restiamo colpiti dall’apparente trionfo del male, dall’apparente inerzia del Signore e dalla sconfitta del giusto. Sono difficili i casi in cui sappiamo leggere negli avvenimenti quotidiani l’intervento continuo di Dio nella vita dell’uomo per sottrarlo dal male degli empi, per liberarlo dalle ingiustizie e per assicurargli la salvezza. Questa considerazione se approfondita ci consente di comprendere fino in fondo le parole del Salmo e l’intenzione benevola del messaggio trasmessoci in esso dal Salmista. Dalla nostra stessa esperienza personale possiamo, infatti, facilmente constatare che l’atteggiamento di chi riceve l’aiuto salvifico di Dio è spesso molto più simile a quello dei nove lebbrosi guariti da Gesù che non tornano da Lui per ringraziarlo che a quello dell’unico lebbroso che invece riconosce a Dio il merito della sua guarigione e ne dà testimonianza al mondo lodando e ringraziando pubblicamente Cristo. Dunque il bene ricevuto da Dio in nove casi su dieci viene taciuto al mondo, tenuto per se stessi e nascosto agli occhi di tutti. Di contro siamo invece bravissimi a dare grande risalto al male ricevuto dagli altri e a tutte quelle azioni degli empi che sconvolgono la vita dei giusti.   In tale situazione è ovvio che il rumore del male degli empi si diffonde per le vie del mondo con una velocità tale da soffocare le testimonianze di bene e di giustizia rese da quei  pochi giusti che hanno l’accortezza di non dimenticarsi dell’aiuto ricevuto da Dio rendendogli lode pubblicamente e in eterno. Il problema è, dunque, quello del mancato intervento di Dio in favore del giusto e a discapito del malvagio, o piuttosto è quello della nostra incapacità di mantenere sempre vivo in noi il ricordo della salvezza donataci da Dio e, nel contempo, di volerla rendere nota al mondo intero? La questione sollevata dal Salmista ci impone di esaminare attentamente la nostra vita personale e di imparare a leggere in essa tutti quei segni che mostrano con evidenza il perpetuo aiuto divino che l’uomo quotidianamente riceve per riuscire a sopravvivere al male e ad essere liberato da esso. Un tale tipo di esame ci fa comprendere quanto sia presente Dio nella vita di ciascuno di noi e come Egli si prodighi con amore per liberarci da tutte quelle situazioni in cui è messa in pericolo la nostra salvezza e la nostra fede. Proprio per assicuraci questi grandi beni Cristo ogni giorno offre a nostro unico vantaggio il sacrificio del suo corpo e del suo sangue in tutte le Chiese del mondo. L’offerta di Cristo innalzata al cielo dalla Chiesa deve diventare nostra offerta quotidiana e personale con cui ci rivolgiamo a Dio per ottenere misericordia, aiuto e sostegno in tutte le circostanze della nostra vita. Ciò non significa che non incontreremo tribolazioni, né che il mondo degli empi non continuerà a schierarsi contro di noi, ma che in Cristo abbiamo un alleato vincente. Il Salmo descrive efficacemente l’azione del malvagio e mette in rilievo il suo esempio forviante, esempio cioè che conduce alla rovina. Le ricchezze dell’empio, costruite a discapito del giusto diventano la sua stessa condanna perché acquisiscono ai suoi occhi un falso valore salvifico. Il pericolo derivante dagli empi non è solo nel male che essi procurano direttamente ai deboli e ai giusti, ma sta soprattutto nella loro manipolazione dei valori dell’amore e del bene insegnatici da Dio. Questa loro azione fuorviante inganna non solo loro stessi ma anche tutti coloro che alle loro fortune fanno riferimento. Il giusto, invece viene dipinto come un olivo verdeggiante proprio per indicare la sua capacità di mantenersi saldo a Dio nel tempo e nelle difficoltà. L’ulivo è pianta ultra secolare che non teme la siccità perché affonda le sue radici nelle profondità della roccia. Così la nostra fede può mantenersi sempre verde e rigogliosa di fronte alle difficoltà della vita solo se essa viene fondata su Cristo, vera roccia di salvezza.

Capo d’Orlando 14/12/2012

Dario Sirna

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