ETNA – IL CRATERE DI NORD EST

cratere-nord-est-etna-4794Etna – Il cratere di Nord Est: le immagini di questo reportage illustrano uno dei percorsi più entusiasmanti che offre la nostra bellissima Etna, la scalata del cono di Nord Est. Il cammino ha inizio da Piano Provenzana, quota 1.800 m. slm, risale le piste di discesa dell’impianto sciistico  Etna Nord per poi piegare in direzione dei Pizzi Dineri, Osservatorio Vulcanologico, attraversare il bellissimo palcoscenico del Piano delle Concazze e da qui puntare diritto alla cima del cono di Nord Est.

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ETNA – VORAGINE – IL PAROSSISMO DEL 5 DICEMBRE 2015 – I PARTE

Parossismo Voragine Etna Dicembre 2015-0025ETNA – CRATERE CENTRALE – VORAGINE . PAROSSISMO I PARTE

Da circa una settimana l’attività dell’Etna è tornata a dare spettacolo  con intensi fenomeni che hanno interessato essenzialmente l’area sommitale del vulcano. Il cono etneo culmina in ben tre crateri, di cui due sono provvisti di struttura conica secondaria, ed esattamente il cratere di Nord Est e il cratere di Sud Est, e il restante, il cratere Centrale, è il vertice  della struttura conica principale. Le bocche eruttive sommitali sono quattro in quanto all’interno del cratere Centrale si trovano due bocche, ed esattamente la Voragine e la Bocca Nuova. Tutti questi crateri si trovano sull’asse verticale principale del Vulcano, il quale è difatti cresciuto grazie al materiale eruttato dalla sottostante frattura. Essi, dunque, sono direttamente collegati alla camera magmatica del vulcano, loro fonte perenne di alimentazione. Ciò significa che queste quattro bocche, contemporaneamente o a turno, possono sempre entrare in attività, contrariamente a quanto accade per tutte le bocche e i crateri laterali, i quali rappresentano punti di sfogo secondari e perciò non sottoposti a pressioni tali da  permettere il ripetersi dell’attività per loro tramite. Precisiamo che questa premessa non ha la pretesa di spiegare il funzionamento delle bocche eruttive, ma ha la sola intenzione di descrivere in maniera piuttosto elementare  le varie funzioni delle tantissime  bocche che si trovano sul Vulcano. Negli ultimi giorni l’Etna ha espletato la sua attività più consistente in un primo tempo attraverso la Voragine,  e successivamente anche attraverso il cratere di Sud Est.  L’attività si è manifestata essenzialmente con il fenomeno del parossismo, che nel caso in questione ha avuto due distinte  caratteristiche. La prima, di sprigionare forze che non si vedevano in gioco da oltre venti anni. La seconda, di ripetersi più volte nel giro di sole dodici ore o anche meno. Durante il parossismo lo spettacolo offerto dal Vulcano è davvero uno dei più suggestivi in quanto colonne di cenere, fumo, lapilli e gas, insieme a fontane di lava, a  esplosioni gassose  e boati si innalzano nel cielo per centinaia di metri   per spargersi nello spazio circostante  e ricadere poi anche a notevole distanza dal punto di emissione. A seconda delle correnti aeree e della loro intensità la cenere del vulcano, sabbia vulcanica micrometrica, cade copiosa anche a circa cento chilometri di distanza. Durante l’escursione effettuata il 5 dicembre abbiamo potuto constatare che il deposito di sabbia e lapilli ha lasciato al suolo un materassino di quasi 10 cm di altezza, spessore che aumenta sempre di più nelle aree più prossime al cratere eruttivo e nelle aree  più prossime all’asse  del flusso aereo. Il fenomeno è stato talmente intenso e copioso da riuscire a cancellare su tutto il versante Est – Nord Est del Vulcano ogni traccia del candidissimo e spesso manto di neve che già da qualche mese vestiva abbondantemente l’area che si sviluppa al di sopra dei 1800 metri di quota. Questa circostanza ha modificato notevolmente il paesaggio mostrando l’Etna come una medaglia a due facce, di cui una mostra l’aspetto estivo del vulcano, desertico, mentre l’altra, quella che prospetta a Ovest – Nord Ovest, ne mostra quello invernale, col tipico cappuccio di neve.

Il cammino da noi svolto si è sviluppato nella fascia Nord del vulcano, la quale, partendo da Piano Provenzana,  attraversata diagonalmente fino ad arrivare in prossimità del cratere centrale, ci ha consentito di passare da una faccia  all’altra di tale medaglia e di godere nello stesso giorno della bellezza naturalistica del volto estivo del vulcano, di quello invernale e di quello di mezza stagione. Tale evento, per niente usuale, ci ha permesso di documentare simultaneamente i tre volti stagionali di questa spettacolare montagna  offrendoci suggestioni indimenticabili. A questo lavoro, operato con maestria dalle forze eruttive, si è aggiunta l’opera, altrettanto efficiente, del microclima etneo. Meteo e ed attività vulcanica hanno, combinati insieme contribuito, ognuno con i propri mezzi, a rendere massima la suggestione sopra descritta. Dal punto di vista meteorologico il connubio vulcano- alta pressione  ha generato una cintura di nubi con spessore compreso tra i 2000  e i 2500 di quota che sollevandosi lentamente dal mare e dalla valle dell’Alcantara ha accerchiato il cono vulcanico spezzandolo in due fasce, una sottostante le nubi, posta al di sotto dei 2000 metri di quota, con cielo coperto, e l’altra soprastante, posta al di sopra dei 2500 metri di quota, con cielo sereno e soleggiato. La nostra fortuna è stata quella di assistere alla formazione di tale evento restando dalla partenza alla fine sempre al sole, ma godendo, nel contempo dell’aspetto più bello ed edificante di un letto di nubi, quello di poterlo ammirare una volta tanto, non dal basso, ma dall’alto, illuminato da un radiosissimo sole. Dunque estate, inverno, primavera e autunno sfoggiati dal vulcano in un solo giorno e perfettamente goduti e apprezzati in un’unica escursione.

FINE I PARTE

Capo d’Orlando 07/12/2015

Dario Sirna

ETNA: R. CITELLI – SERRACOZZO – OSSERVATORIO VULCANOLOGICO – CRATERE CENTRALE – PIANO DELLE CONCAZZE – PIANO PROVENZANA

Etna Serracozzo Osservatorio Cratere Centrale-0048ETNA: DAL RIFUGIO CITELLI A PIANO PROVENZANA PASSANDO PER IL CRATERE CENTRALE 

Il cammino sviluppato in questa escursione sfrutta in salita la dorsale di Serracozzo, la quale, facilmente raggiungibile dal rifugio Citelli, si proietta sulla valle del Bove e la circonda fino a raggiungere la Valle del Leone, i Pizzi Dineri e l’Osservatorio Vulcanologico.

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ETNA – SERRACOZZO

Valle del Bove Pizzi Dineri-0026DAL RIFUGIO CITELLI ALL’OSSERVATORIO TRAMITE SERRACOZZO

Il cono vulcanico dell’Etna consente di effettuare sul suo mantello una serie infinita di percorsi che dalla base conducono alle bocche sommitali o a punti strategici prossimi ad essi. Tra i vari percorsi in cui è possibile imbattersi uno dei più affascinanti è sicuramente quello che costeggia la Valle del Bove. I bordi esterni di questa meravigliosa vallata vulcanica sono costeggiati da due crinali che salgono rispettando le pendenze del mantello conico dell’Etna. Tra questi due crinali si trova una profonda depressione, l’area interna della valle del Bove, ove è possibile assaporare fino in profondità tutto il gusto del vulcano. Se, infatti,  all’esterno della Valle del Bove il paesaggio è fortemente influenzato dalle vedute che si affacciano  sull’intero territorio dell’isola, all’interno di questa valle, grazie alla presenza di una forte depressione, il campo ottico rimane imprigionato tra i coni vulcanici secondari che costellano l’Etna, i crateri centrali e le due dosali vulcaniche più importanti, quelle che,  come sostengono alcuni studiosi, rappresentano i resti di un precedente vulcano, alto oltre 5.000 m e collassato a seguito della sua intensa attività. Insomma l’ambiente naturale della Valle del Bove è un ambiente vulcanico puro e perfetto, ove tutto parla di fuoco.

Il cammino sviluppato in questa escursione sfrutta la dorsale di Serracozzo, la quale, facilmente raggiungibile dal rifugio Citelli, si proietta sulla valle del Bove e la circonda fino a raggiungere la Valle del Leone, i Pizzi Dineri e l’Osservatorio Vulcanologico.

Un percorso molto faticoso, non particolarmente difficile, ma tra i più suggestivi dell’Etna. Il dislivello coperto  sfiora i 1.200 metri di altezza e richiede perciò grande impegno, preparazione fisica, resistenza alla stanchezza. Particolarmente provati sono i muscoli delle gambe che nel cammino si ritrovano ad affrontare pendenze sempre più ripide, da superare su un fondo molto sabbioso. Ancora peggio è se la zona è battuta dal vento, in quanto le raffiche generalmente si oppongono con decisione e forza all’avanzamento in salita.

Tuttavia lo spettacolo offerto dall’Etna su questo suo versante merita assolutamente tali sacrifici. Tale spettacolo all’inizio si avvale dell’affaccio sulla grande depressione della Valle del Bove e sulla Schiena dell’Asino, che delimita il lato opposto della stessa vallata, e successivamente si arricchisce del fascino seducente dei coni simmitali. Sono esattamente il cono di Nord Est e il cono di Sud Est a dominare tutta la scena. Interessantissimo il passaggio  da tali coni alla Valle del Bove. Tale passaggio avviene attraverso la Valle del leone, al cui interno le pendenze delle pendici dell’Etna sembrano sprofondare improvvisamente in un profondo baratro. La bellezza del paesaggio, il cui aspetto richiama ambienti lunari, è notevolmente impreziosita dalla presenza della neve, specie nei periodi non estivi. Solo all’interno della Valle del Bove la neve si combina con la lava e con la sabbia e le ceneri vulcaniche in modo  da creare effetti cromatici di insuperabile creatività artistica. Questa zona del Vulcano è una vera e propria miniera paesaggistica, una scuola formativa per artisti e pittori al cui interno ad insegnare sono le straordinarie e insuperabili forze della natura. Qui è possibile sperimentare quanto grande sia la fantasia del Creatore e quanto abile e sopraffina sia la sua maestria. Gli ingredienti utilizzati sono sempre gli stessi, acqua, terra e cielo, ma la loro combinazione  e lavorazione, in questa piccola parte dell’universo, utilizza tutte le potenzialità che sono contenute e nascoste nell’uso delle temperature. Qui ghiaccio  e fuoco lavorano la terra e l’acqua per ottenere colori e forme unici, il cui accostamento dà vita  a un’arte inimitabile e a opere incantevoli.

Risalendo il crinale di Serracozzo è possibile percepire queste grandiose  sensazioni, come quando ci si affaccia da un belvedere mozzafiato. Sensazioni che non appena ci si avventura all’interno della Valle del Bove diventano emozioni pure. Ogni punta del crinale offre aspetti sempre nuovi e stupefacenti, regalando grandi soddisfazioni che ripagano di gran lunga le fatiche superate. E’ l’anima a goderne i benefici più grandi, mentre lo spirito, rinvigorito dall’incontro con la bellezza, entra in uno stato di estasi emotiva.

Capo d’Orlando 19/05/2014

Dario Sirna

TORTORICI – LAGO TRE ARIE E LAGHETTI CARTOLARI NELL’INCANTO DEL GELO

Lago Tre Arie e Cartolari Piccoli Gelati 01 marzo 2015-0027PASSEGGIANDO SULLA SUPERFICIE GELATA DEI LAGHETTI CARTOLARI 

L’escursione descritta in questo reportage ripropone la documentazione invernale di alcune delle aree umide più belle che ricadono nel  territorio di Tortorici. Le zone visitate sono il lago di Tre Arie e i laghetti minori del monte Cartolari.

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