CARONIA – TORRENTE NICOLETTA – DAL PONTE FINO ALLA CASCATA
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I relativi reportage sono disponibili sul sito e rintracciabile tramite la funzione ricerca, ove è sufficiente inserire il tag “Nicoletta” (senza virgolette) per trovare tutte le pubblicazioni inerenti questo fiume. Il reportage di oggi serve solo a completare la documentazione precedente con nuove immagini del fiume e della cascata che hanno la funzione di mostrare lo spettacolo che si celebra in questo vallone grazie all’incremento della portata dell’acqua. Certamente per il momento non possiamo fornire immagini relative a piene o a portate molto grosse in quanto le condizioni del fiume in tali circostanze diventano molto rischiose. Il vallone infatti è stretto e in alcuni punti, specie prima della cascata è talmente stretto da non lasciare spazio percorribile in caso di piena. Inoltre i versanti laterali del Vallone hanno un equilibrio precario, fortemente minacciato da grossi movimenti franosi, attivi specie nei periodi di pioggia. Essi sono perciò difficilmente praticabili e rischiosi. Il periodo primaverile offre il duplice vantaggio di una portata d’acqua discreta e di giornate caratterizzate da tempo asciutto con molte ore di sole. Ricordiamo che il percorso nel Fiume inizia all’altezza del ponte sulla strada ESA e si sviluppa interamente nel letto del fiume, avanzando verso monte. La strada in questione è la strada che serve la frazione Badetta del Comune di Caronia, raggiungibile dal vecchio percorso della statale, subito dopo il ponte, in direzione Palermo, seguendo lo svincolo autostradale di Badetta, oggi chiuso. Il cammino nel fiume richiede l’uso degli stivali alti e molta prudenza, specie in alcuni tratti. In realtà il percorso è abbastanza agevole e non presenta molti ostacoli, se non in alcuni punti particolari. Il tempo richiesto per giungere sotto la cascata è inferiore a un’ora. I passaggi più impegnativi richiedono solo una discreta agilità motoria per scalare massi e rocce. Molto più difficile è invece il tratto che collega il piano di arrivo della cascata con il suo piano di lancio. In questo caso non esiste un percorso da seguire e la conformazione rocciosa del vallone offre come unica possibilità la scalata del ripidissimo versante est. Si tratta di una scarpata di terra che quando è umida permette una migliore presa, ma quando è asciutta è molto scivolosa a causa delle eccessive pendenze. Meglio tornare un po’ indietro e scegliere un tragitto meno ripido, anche se più lungo. Raggiunto il bosco, avvicinandosi alla cascata è possibile ammirare dall’alto lo spettacolo della gola rocciosa scavata dalla stessa, raccomandiamo la prudenza perché le posizioni da guadagnare sono molto pericolose a causa dell’instabilità del suolo. Per scendere giù nel fiume e raggiungere il primo dei due salti del Nicoletta, il percorso da compiere non è affatto semplice, né tanto meno è facile da descrivere. Una prima parte del tragitto può essere effettuata ridiscendendo il ruscello che scorre su questo versante e che si getta nel Nicoletta. La parte finale, invece, va effettuata spostandosi oltre il ruscello, per passare sull’unica scarpata che dà accesso al fiume. Tutte le altre scarpate si gettano nel torrente con alti strapiombi e sono perciò impraticabili. Nel tratto del Nicoletta che si sviluppa dal ponte alla cascata, il fiume si muove in un vallone pressoché orizzontale, o con una pendenza piuttosto dolce. Da questo punto di vista si può affermare che il 90% del dislivello da coprire è concentrato in corrispondenza della cascata, ove per accedere al piano superiore della stessa occorre salire di colpo sulla collina che la domina dall’alto. Questa escursione offre uno degli spettacoli più belli di tutto il Nicoletta sia per la bellezza del percorso che conduce alla cascata sia per la particolarità della stessa. Il percorso è caratterizzato dalla presenza di numerosi monoliti di grandi dimensioni, aventi forme e colori molto originali. Nel verde intenso e compatto del fitto bosco che ammanta i versanti del bacino di questo Fiume la presenza di questi imponenti macigni levigati e colorati di rosa, giallo, marrone e grigio, spicca piacevolmente, catturando l’attenzione del visitatore. I massi hanno forme e dimensioni monumentali e impongono la loro presenza nella fiumara come a sottolinearne il loro possesso. In questo tratto iniziale il fiume si trasforma in una vera e propria galleria d’arte naturale dedicata interamente alla roccia, all’acqua e al verde. Gli imponenti massi si susseguono e si rincorrono lungo il fiume e le sue sponde, come se calcassero una lunghissima passerella di moda, sfoggiando lussuose e inimitabili livree dai toni sempre molto delicati e raffinati. Mente noi risaliamo il fiume lo stupore che fiorisce nel nostro cuore ci dà l’impressione opposta di sentirci spettatori comodamente seduti nelle tribune di un teatro mentre davanti a noi sfilano e si esibiscono artisti e modelle. Improvvisamente lo scenario inanimato e incantato del fiume si trasforma in uno spettacolo movimentato e mutevole, con effetti sorprendenti che si succedono l’uno all’altro in un crescendo sempre più alto, fino a giungere nel corridoio di accesso alla cascata. Qui le emozioni vengono vertiginosamente innalzate da un gruppo di grandi massi accavallati l’uno sull’altro come a innalzare un sipario fisso davanti alla scena finale. Anche il fragore delle acque del fiume intensificandosi sembra imitare il forte rullo di tamburi che precede l’ingresso della Star dello spettacolo. Scalata la grande barriera rocciosa, il vallone si restringe e improvvisamente si chiude contro lo strapiombo di una parete montuosa. L’acqua del fiume sembra scaturire dal nulla, ma avanzando verso monte il fragore di grandi acque riecheggia tra le pareti del vallone con un suono sempre più intenso e svela all’intuito la presenza di qualcosa di particolare. La cascata non si concede alla vista. Occorre ancora avanzare di un centinaio di metri per cominciare a notare la nuvola di vapore sprigionata dalla improvvisa polverizzazione del getto. Il suono del rombo che invade il vallone si fa sempre più forte fino a quando sulla sinistra, in un cunicolo nascosto, improvvisamente, compare la cascata in tutta la sua straordinaria bellezza. Dopo l’incanto iniziale ci guardiamo attorno e capiamo che lo spettacolo è appena iniziato. Pensavamo e ritenevamo di essere stati già ampiamente gratificati da quanto visto fino ad ora e di avere gioito abbastanza in un lasso di tempo così breve, e invece, con nostra grande meraviglia, ci rendiamo conto che la parte alta della gola scavata dalla cascata ci riserva ulteriori e affascinati sorprese, non apprezzabili dal basso. Eccitati dalla curiosità di scoprire e dalla voglia di continuare a vivere intense emozioni, come aquile, voliamo verso l’alto e in pochissimo tempo, nonostante le notevoli difficoltà di percorso, ci troviamo sul piano alto della gola. Non avevamo torto a immaginarci nuovi scenari di grande effetto. Il piano alto della cascata si compone infatti di un primo salto che riversa le acque del fiume all’interno di una vasca di roccia avente forma ellittica, circondata sul perimetro esterno da una bellissima gradinata circolare di roccia. La struttura ha le dimensioni e l’architettura di un anfiteatro con tanto di lussuosa tribuna. La acque del fiume raccolte all’interno di questa straordinaria piscina traboccando a valle danno vita al grande salto della cascata. Senza dubbio questa porzione del fiume è un gioiello del tesoro più prezioso dei nostri Nebrodi e costituisce la perla di maggiore valore del Nicoletta, un fiume che ha ancora molte cose da raccontarci e tante emozioni da regalarci, come vedremo negli articoli che seguiranno. Non abbiamo parole per dire grazie al Signore per tanta benevolenza nei riguardi del nostro territorio e delle popolazioni che lo abitano. L’escursione offre grandi opportunità di crescita nel cammino spirituale. Numerosi punti si prestano a interessanti meditazioni contemplative, ove l’incontro con il creato è accesso diretto agli atri di Dio.
Capo d’Orlando, 20/05/2013
Dario Sirna.