NEBRODI – BORGO MILE’

GALATI MAMERTINO – BORGO MILE’

Durante  l’escursione nel Fiume Milè la nostra attenzione, tra le tante cose belle osservate nel contesto esplorato, è stata particolarmente attirata da un gruppo di case rurali poste sulla fiancata Mamertina del Fiume: il borgo Milè. Siamo ritornati sul posto e abbiamo effettuato un reportage fotografico su questo caratteristico e antico borgo contadino oramai completamente abbandonato.

Il Borgo è situato proprio all’altezza dello stretto e suggestivo passaggio del Fiume tra le due grandi rocche che si fronteggiano dalle due sponde laterali del sottostante corso d’acqua. Il pendio sul quale il borgo è costruito è molto ripido e risulta accessibile dalla Strada Provinciale di collegamento tra Galati Mamertino e Longi, con ingresso posto a poche centinaia di metri del ponte sul fiume. Il Borgo, ricadente nel territorio comunale di Galati Mamertino, è oggi in totale rovina, ma presenta comunque un fascino molto particolare che attira immediatamente l’attenzione. E’ un piccolo agglomerato di edifici in pietra locale, con solai, infissi e scale interne in legno e copertura in coppi di terracotta. La tipologia costruttiva è quella tipica contadina di questa zona della Sicilia. Alcuni edifici sono a due piani, con scala esterna in pietra di collegamento tra i due livelli, altri invece sono a piano terra. Dal punto di vista architettonico hanno una struttura semplice in muratura portante. Ciascun edificio non sembra sia composto da più di due vani. Nessuno degli edifici si presenta integro, tutti, invece, sono in totale rovina e abbandono, con parti di muri portanti e di solai crollati. Tutti gli edifici sono totalmente inagibili. Le case sono ormai prive di infissi e in gran parte si presentano sepolte da estese ramificazioni di verdissime e prospere edere rampicanti che contribuiscono notevolmente ad accrescere il fascino da presepe del borgo. Le case si sviluppano lungo il pendio e si trovano perciò a differenti quote. Il gruppo centrale è costituito dalle abitazioni più grandi che, addossate l’una all’altra, sembrano sostenersi a vicenda per evitare il crollo definitivo. Con il loro abbandono la vegetazione spontanea ha preso il sopravvento non solo sui terreni circostanti ma anche nelle stradine e mulattiere interne che garantivano la viabilità pedonale nel borgo e tra il borgo e le altre località. Risulta pertanto molto difficile raggiungere il borgo e percorrerne le brevi vie interne. Le case del borgo si allungano verso il fiume e danno l’impressione di essere collegate ad esso direttamente da qualche sentiero. Tra la fitta vegetazione spontanea e infestante che ora ricopre tutta la zona abbiamo cercato di individuare tale passaggio per raggiungere nuovamente le due grandi rocche sottostanti attraverso le quali scorrono le acque del torrente, ma abbiamo dovuto abbandonare l’idea proprio a causa dell’elevata difficoltà a proseguire in mezzo a macchie di rovi e pruni selvatici impenetrabili, su un pendio che improvvisamente si trasforma in un alto strapiombo. Il contesto naturale in cui è stato costruito il borgo è particolarmente interessante e attribuisce al borgo stesso un valore paesaggistico rilevante. Alle spalle del borgo, il pendio Mamertino improvvisamente si trasforma il un alto e spettacolare strapiombo di rocce stratificate dal tipico colore rosato. Di fronte, invece, la vallata offre lo spettacolo rinfrancante di un bellissimo e fitto bosco di verdi querce, da cui, come pregevoli monumenti naturali, emergono altre bellissime rocche, disposte opportunamente per rompere la monotonia del verde esageratamente uniforme. Guardando a nord, in mezzo alle sagome violente delle Rocche del Crasto e le sagome ardite della Stretta, circondato e protetto da una altissima muraglia di montagne con spiccato sviluppo verticale, abbassato nel fondovalle, quasi nascosto all’interno di uno scrigno di rocce invalicabili, su un piccolo fazzoletto di terra intensamente costruito, in bilico tra il cielo e il fiume, si erge il centro di Longi, su cui, dal borgo Milè si apre un bellissimo scorcio. Il Borgo con la sua particolare architettura e con sua ubicazione unica evoca tempi e civiltà antiche, perse per sempre, ma qui rimaste imprigionate nelle orme indelebili abilmente e rispettosamente segnate sul territorio. Ogni singolo angolo di questo paesaggio regala emozioni uniche degne di ispirazione per chi si diletta con pennelli e colori a dipingere tele di quadri.

Come sempre noi ringraziamo Dio per averci offerto questo nuovo carico di emozioni scaturente dalla scoperta di una natura bellissima al cui interno è possibile ritrovare le immagini, i sapori e il gusto di una civiltà contadina antica e oramai persa per sempre.

Capo d’Orlando, 30/07/2012

Dario Sirna

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