SALMO 5, 2-10.12-13
Buongiorno a tutti,
inizieremo questo nuovo giorno invocando il Signore con le parole del Salmo 5, di seguito riportate:
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: *
intendi il mio lamento.
Ascolta la voce del mio grido, †
o mio re e mio Dio, *
perché ti prego, Signore.
Al mattino ascolta la mia voce; *
fin dal mattino t’invoco e sto in attesa.
Tu non sei un Dio che si compiace del male; †
presso di te il malvagio non trova dimora; *
gli stolti non sostengono il tuo sguardo.
Tu detesti chi fa il male, †
fai perire i bugiardi. *
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.
Ma io per la tua grande misericordia †
entrerò nella tua casa; *
mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio.
Signore, guidami con giustizia
di fronte ai miei nemici; *
spianami davanti il tuo cammino.
Non c’è sincerità sulla loro bocca, *
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto, *
la loro lingua è tutta adulazione.
Gioiscano quanti in te si rifugiano, *
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno *
quanti amano il tuo nome.
Signore, tu benedici il giusto: *
come scudo lo copre la tua benevolenza.
Il Salmista appena alzato invoca con forza il Signore, invitandolo con insistenza ad ascoltare il suo lamento, la voce del suo grido. La forza dell’invocazione è sottolineata dalla insistenza con cui Egli innalza a Dio il lamento e dal volume alto con cui grida al Signore. L’urgenza e l’impellenza della preghiera sono giustificate dalla necessità di dovere affrontare il cammino difficile di un lungo giorno senza deviare mai dalla direzione che conduce a Dio. La sua fede assoluta in Dio, invocato anche come Signore e re, amante e garante del bene e della giustizia, della verità e della pace, della rettitudine e della misericordia, della liberazione e della custodia, della serenità e della letizia, dell’amore e della gioia, spingono il Salmista ad affidarsi e a rifugiarsi tutto in Dio. Egli riconosce la sua condizione di miseria e di bisogno, la sua incapacità di mantenersi nel bene e nell’amore da solo, senza il sostegno del Signore, la sua debolezza di fronte al male e alle tentazioni. Per questo fa appello alla misericordia e alla tenerezza di Dio per potere fruire del riposo, della pace, della protezione, della gioia della casa del Signore. Con timore rivolge a Dio la sua preghiera di aiuto e sicuro di essere accolto si prostra davanti a Lui per ricevere la Sua benedizione e la sua benevolenza. Il Salmista ci insegna a cercare Dio sin dal mattino per affrontare ogni giorno della nostra vita insieme al Signore. Lo scopo non è quello di mettersi al sicuro dalle tribolazioni, perché il dolore e la sofferenza, come anche le tentazioni e il male, non mancheranno certo di accerchiarci, ma di potere affrontare tutto mantenendo sempre vivo l’amore nel cuore. L’alleanza con il Signore è un patto d’amore, un impegno del cuore, una fiamma che arde e riscalda il cuore. L’essenza della nostra vita sta proprio nel vivere pienamente questo amore, nel coltivarlo e accrescerlo per potere godere in tutto di esso e per dare completo compimento al progetto di Dio su noi. Al di fuori di questa ottica la vita e l’esistenza perdono il loro senso e il loro valore precipitando nella morte spirituale, e ancor peggio, nel male, nella convivenza con il peccato, nella perdita di ogni cognizione morale ed etica, nella incapacità di comprendere e assaporare il vero significato e gusto dell’amore. La vita diventa una lotta difficile e amara contro tutti e tutto per trovare la propria gratificazione imponendosi agli altri, mentre, invece, essa dovrebbe essere una continua donazione di noi stessi a tutti e tutto, nell’intenzione di gratificare sempre gli altri e mai noi stessi. Il Salmista ci invita a cercare in Dio il sostegno necessario per mantenere sempre ardente la fiamma dell’amore, per alimentarla anche nei momenti di grande difficoltà, perché ogni giorno venga vissuto nel pieno godimento di Dio.
Capo d’Orlando 31/07/2012
Dario Sirna