VORREI ABITARE NELLA TUA TENDA PER SEMPRE

SALMO 60

Buongiorno a tutti,

i passi del nostro cammino di oggi sono indirizzati verso le parole  del Salmo 60, di seguito riportato:

Ascolta, o Dio, il mio grido,
sii attento alla mia preghiera.

Sull’orlo dell’abisso io t’invoco,
mentre sento che il cuore mi manca:
guidami tu sulla rupe per me troppo alta.

Per me sei diventato un rifugio,
una torre fortificata davanti al nemico.

Vorrei abitare nella tua tenda per sempre,
vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali.

Tu, o Dio, hai accolto i miei voti,
mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome.

Ai giorni del re aggiungi altri giorni,
per molte generazioni siano i suoi anni!

Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;
comanda che amore e fedeltà lo custodiscano.

Così canterò inni al tuo nome per sempre,
adempiendo i miei voti giorno per giorno.

Il Salmista, stanco dei continui pericoli che attentano alla sua vita, alla sua fede e alla stabilità della sua nazione, si rivolge al Signore per trovare rifugio e protezione. La sua voce sale a Dio dagli estremi confini della terra, ossia dalle regioni più lontane, più insicure e sconosciute in cui egli possa trovarsi. In queste regioni sperimenta tutta la precarietà, la pesantezza e le difficoltà della vita terrena. Il suo riconoscersi in condizione di confine equivale a prendere coscienza dell’esistenza nella sua vita  di una condizione di grande pericolo e instabilità, una situazione quasi di esilio, una condizione di lontananza dalla tranquillità e dalla pace della sicurezza di Dio. La terra di confine è una terra continuamente soggetta alla minaccia delle invasioni, il primo fronte di battaglia, la zona più insicura di una nazione, la zona in cui il pericolo delle invasioni straniere e del male è sempre in agguato. E’ una zona di perenne allerta e di frequenti battaglie, ove lo spirito non riesce mai a riposare. Il Salmista si ritrova in questa condizione, che non necessariamente è una condizione fisica, potrebbe infatti anche trattarsi di una condizione interiore. Egli sente allora fortissimo il desiderio di trovare sicurezza e protezione sotto le ali di Dio, nel Suo santuario, all’interno della  Sua tenda, sopra la Sua rupe per vivere nella pace del Signore e nella soddisfazione della piena comunione con Dio. Il desiderio del Salmista è legittimo e condivisibile da ognuno di noi. Tutti, infatti, quotidianamente sentiamo il peso della vita terrena, che con tutti i suoi affanni rischia di travolgere l’uomo nella disperazione, lontano da Dio, oltre la pace, in preda allo scoraggiamento e alla prova continua. La vita sulla terra, vissuta lontano dal Signore, lontano dalle Sue vie, fuori dalle Sue indicazioni, in contrasto con la Sua parola, diventa per tutti noi un fardello insopportabile che toglie gusto e senso al nostro esistere.  Come se ciò non bastasse il continuo confronto con la nostra debolezza umana, la costante provocazione delle tentazioni e del peccato, il perenne movimento di morte e rinascita in Cristo che la persona è impegnata a compiere nel suo cammino di fede, portano necessariamente ad allontanare l’uomo dal mondo terreno e a proiettarlo sempre più verso la vita celeste. Nasce così spontaneo nel cuore il desiderio di vivere solo ed esclusivamente di Dio, il desiderio di stare costantemente a contatto con Dio e di raggiungere immediatamente il Paradiso. L’uomo che non ha ancora incontrato Dio vive il disagio di non avere ancora scoperto il significato della sua vita e il piacere dell’esistenza, si trova, perciò, totalmente disorientato. L’uomo, invece, che ha avuto la fortuna di incontrare Dio e ha ricevuto la grazia di aprirsi a Lui, vive il disagio di non riuscire a staccarsi ancor totalmente dalla terra, per diventare tutto di Dio. Il cammino della vita è lungo e arriva a compimento solo quando l’anima riesce a riposare totalmente in Dio. Chi non conosce Dio è ancora in cerca di una “tenda” che lo faccia sentire a casa sua, che lo metta a suo agio nel cuore e nell’anima. Chi, invece, ha assaporato il piacere di dimorare in tale tenda, non riesce a desiderare altro che abitare in essa. Dio è il nocciolo centrale della vita dell’uomo. L’uomo ruota intorno a Dio come un pianeta intorno al Sole in attesa di precipitare su di esso. Conoscere Dio e innamorasi di Lui è la soddisfazione più grande della vita, ad essa segue un solo desiderio, la voglia matta ed irrefrenabile di stare sempre con Lui, di vivere solo di lui, di amare solo Lui. Il rapporto  di amore che  lega l’uomo a Dio è il legame più forte della vita, è un legame a cui l’uomo, una volta scoperta la bellezza dell’amore divino,  non vuole più rinunciare. Tale desiderio diventa una necessità immediata, una necessità da soddisfare senza ritardo, un’esigenza vitale dell’anima. Quando il cuore inizia a nutrirsi dell’amore divino nessun altro cibo più lo soddisfa. Esso rimane affamato di Dio e la sua irrequietudine  trova  pace solo quando si realizza la piena comunione celeste. Nel Salmo viene fatto riferimento al Re, che in qualità di luogotenente di Dio, ha il compito di garantire al popolo quella stabilità e quella pace che sono necessarie per assicurare la crescita della fede nella nazione. Anche noi abbiamo un Re, il Re dei Re, Cristo Signore, che realizza e garantisce per noi tutte  quelle condizioni che ci permettono di vivere in pienezza la nostra fede e di aspirare al riposo del Paradiso. Come allora non unirsi al Salmista per cantare con lui “inni a Dio, sempre, sciogliendo i nostri voti giorno per giorno”?

Capo d’Orlando 08/01/2013

Dario Sirna

 

 

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.