GIOVANNI 15, 18-21
Buongiorno a tutti,
continuiamo a seguire il percorso indicatoci dal Vangelo di Giovanni, secondo quanto indicato dai versi di seguito riportati:
“18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. ”
Siamo stati scelti dal mondo. Da quale mondo? Cristo ci ha scelti da quel mondo che per primo ha perseguitato e ucciso Lui e che ora perseguita tutti coloro che a Lui si convertono. Noi eravamo nelle schiere di coloro che hanno perseguitato il Signore e come noi tutti coloro che ci hanno preceduto lo sono stati, a titolo di esempio ricordiamo la storia di San Paolo, eppure, ora che noi cerchiamo di seguire il Signore e che abbiamo ricevuto da Lui la grazia di poterci convertire ci meravigliamo che il mondo si metta contro di noi. Abbiamo fatto una scelta che ci costa sacrifici, che è costata a Dio il sacrificio del Figlio, una scelta che richiede costante impegno e che ci stimola a seguire le vie dell’amore e del bene, non comprendiamo perciò l’ostilità del mondo verso di noi. Ci aspettiamo di essere applauditi dal mondo per il coraggio e l’impegno con cui cerchiamo di adoperarci per il bene comune tramite l’azione della Chiesa, e invece assistiamo all’effetto opposto. Ciò ci stupisce e ci lascia interdetti. Non ci ricordiamo più di quando anche noi quando aderivamo in tutto al mondo ci comportavamo alla stessa maniera dei nostri fratelli, ossia perseguitavamo i credenti, magari utilizzando le maniere gentili, magari semplicemente evitandoli e additandoli come antiquati, ma di fatto perseguitandoli a tutti gli effetti. Siamo passati dall’altra parte e ora che questo passaggio lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, ci aspettiamo plausi e riconoscimenti. Non sarà così per nessuno, “non lo è stato per Cristo” e non lo sarà per noi. Piuttosto saremo visti come traditori del mondo, come suoi nemici che lo accusano, come peccatori indegni che hanno scelto di vivere la vita proposta dalla Chiesa solo per uno scopo nascosto, per un interesse personale, per una motivazione che ci rende solo peggiori di quello che eravamo prima. La conversione di un peccatore è vista sempre molto male dal mondo ed è giudicata non come esempio da seguire, ma come colpa da additare. Il mondo continua a vedere i peccati della persona convertita e continua a giudicarla per quello che era, anzi a volte la giudica ancora peggio. Il Signore ci invita a seguirlo tenendo conto di tutte queste cose e chiamandoci a trovare la nostra unica soddisfazione in Lui e non nel mondo, o in noi stessi. La nostra conversione è un bene per tutto il mondo, questo è fuor di dubbio, ma il mondo non riconoscerà mai ufficialmente tale bene e remerà sempre contro di essa. Dio, invece, che conosce i limiti di ciascuno di noi, Lui ci apprezzerà e ci spronerà ad andare avanti, a camminare sempre più speditamente verso di Lui, a imitarlo sempre di più in tutto. Se hanno perseguitato Cristo che non è mai appartenuto al mondo in quanto non ha mai condiviso il peccato, a maggior ragione perseguiteranno, contrasteranno e screditeranno noi che siamo peccatori, noi che siamo ben conosciuti nel mondo per i nostri peccati. Questi ultimi ci verranno rinfacciati, diventeranno motivo di critica e di persecuzione. Il Signore ci invita a non scoraggiarci, a non cedere sotto l’attacco del mondo, a essere forti nel suo amore, a guadare sempre avanti, a cercare di capire l’atteggiamento del mondo non per giustificarlo, né per assecondarlo, ma semplicemente per non lasciarsi mai travolgere da esso, per dare forza e convinzione alle nostre scelte, per non chiuderci mai in noi stessi, per non rifiutare coloro che ci rifiutano, per essere sempre comprensivi nei loro riguardi, per continuare a sperare che anche loro possano, come noi, accogliere la grazia della conversione, per continuare a confidare in Dio e nel suo intento di volere rendere buoni tutti gli uomini del mondo. Tutti siamo chiamati da Dio a uscire fuori dal mondo, ossia ad abbandonare la corruzione, la cupidigia, la sete di potere, di fama di successo, la dannazione del mondo, e l’impegno del Signore in tale direzione è continuo, senza interruzioni e sempre più attento e forte. Questo deve incoraggiarci a non tornare mai indietro, anzi deve incoraggiarci a collaborare con Dio nella sua missione di salvezza. Se con le nostre forse non riusciamo a convincere il mondo delle nostre buone intenzioni non desistiamo nel continuare a praticare queste ultime e a lavorare per i fratelli nella piena convinzione che il nostro desiderio collabora con Dio nel suo disegno di scegliere dal mondo altri fratelli per destinarli insieme a noi a vivere con Lui, lontani dalle scelte di decadenza del mondo. Spesso sentiamo dire che la Chiesa è in crisi e che si deve rinnovare per superare tale crisi. Questo modo di dire proviene direttamente dal mondo ed è la più grande minaccia che la Chiesa contemporanea sta vivendo. Il rinnovamento chiesto dal mondo è una conformazione totale alle sue sbagliate convinzioni sulla vita. Il Vangelo è universale, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista del tempo. Le verità di vita consegnateci dal Vangelo sono intramontabili. La Chiesa fonda il suo essere su queste verità, per l’affermazione e diffusione delle quali Cristo è morto in croce e dopo di Lui molti fratelli lo hanno seguito nell’atto di donare la propria vita. L’universalità ed eternità del Vangelo è il principio fondamentale che sorregge la Chiesa, tutto il resto è invece destinato a passare, a morire, a scomparire. Il mondo lotta contro la Chiesa per metterla a tacere e per sentirsi autorizzato a vivere senza pesi di coscienza in maniera contraria all’amore, ma la Chiesa non può e non deve cedere alle richieste subdole del mondo. D’altra parte la Chiesa non può neanche allontanarsi dal mondo e chiudersi in se stessa, essendo Essa per sua natura missionaria, voluta cioè da Dio per aiutare e salvare tutti coloro che nel mondo sono lontani da Dio. Dunque la nostra posizione di fedeli che credono e seguono Cristo deve necessariamente portarci a credere senza esitazione alcuna nella grazia di Cristo e nella salvezza che viene da Lui tramite la Chiesa, ma allo steso tempo ci deve sensibilizzare verso tutti quei fratelli che si contrappongono a noi, osteggiandoci nel nostro cammino di fede. La nostra testimonianza di vita deve allora diventare seria e convincente, deve cioè essere espressione di un amore che non teme i pericoli del mondo, ma che lo ama perché ne desidera e ne cerca la salvezza.
Capo d’Orlando, 09/05/2015
Dario Sirna.