EZECHIELE 36, 24-28
Buongiorno a tutti,
in questo nuovo giorno ci mettiamo in cammino sulle vie indicate dalle seguenti parole del Profeta Ezechiele :
Vi prenderò dalle genti, †
vi radunerò da ogni terra *
e vi condurrò sul vostro suolo.
Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; †
io vi purificherò da tutte le vostre sozzure *
e da tutti i vostri idoli;
vi darò un cuore nuovo, *
metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra *
e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi †
e vi farò vivere secondo i miei precetti *
e vi farò osservare e mettere in pratica
le mie leggi.
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; †
voi sarete il mio popolo *
e io sarò il vostro Dio.
Le parole del Profeta Ezechiele si riferiscono ad un periodo storico molto difficile per il popolo di Dio. Isdraele è stato infatti disperso in mezzo alle genti straniere, ha perso la sua identità di nazione e ha subito la gravissima condizione dell’esilio dalla propria patria. La causa di tale sventurata sorte è da ricercare nell’infedeltà al Signore, o meglio nell’abbandono delle vie di Dio e nella contemporanea contaminazione con gli dei e le pratiche idolatriche dei popoli confinanti. Al riguardo le parole del profeta sono chiarissime, egli, infatti ci trasmette lo sdegno del Signore per le sozzure di cui il cuore umano si riempie ogni qualvolta si allontana dalla via della purezza da Lui indicata. La condizione di Isdraele è una condizione in cui l’uomo facilmente cade durante il suo cammino sulla terra. Come, infatti, Isdraele considerava suo diritto la terra consegnata e promessa da Dio ad Abramo, indipendentemente dalla fedeltà a Dio, così succede oggi che molte persone considerano il Paradiso una realtà sicura che attende l’uomo dopo la sua morte, indipendentemente dalla fedeltà all’amore di Cristo. Questa condizione era grave allora e lo è a maggior ragione oggi dopo l’avvento di Cristo. Il credo cristiano non è una scelta individuale delle realtà promesse che più ci allettano e un rifiuto di tutto ciò che non ci è comodo, ma è solo ed esclusivamente una scelta d’amore e come tale è una scelta totale. Per essere cristiani fino in fondo bisogna davvero innamorarsi di Dio. La fedeltà e l’infedeltà dell’uomo nei confronti di Dio è descritta nella Sacra Scrittura allo stesso modo della fedeltà e dell’infedeltà al patto d’amore del matrimonio. Il nostro Dio è un Dio passionale e geloso che ci ama ardentemente, che ha desiderio di stare con noi per essere l’ Emmanuele di tutta la nostra vita. Solo parlando il linguaggio dell’amore è possibile comprendere le parole pronunziate da Dio attraverso il Profeta Ezechiele. Tali parole non sono una violenza alla volontà ribelle dell’uomo ma, al contrario, esprimono tutto l’interesse, il bene e l’amore che Dio nutre per ogni singolo uomo del mondo. L’uomo allontanandosi da Dio sperimenta tutta la sua debolezza, tutta la sua fragilità e tutta la sua povertà. Dio, invece, nella sua infinita misericordia non cessa di amare l’uomo, neanche quando questi lo rifiuta, e attende pazientemente che il cuore indurito di ognuno di noi si intenerisca e si riapra al dialogo per potere nuovamente riconquistare la sua creatura. Le parole del Profeta sono proprio dirette ai cuori induriti e assuefatti, ai cuori spenti e freddi, ai cuori chiusi e isolati. A questi uomini, ossia a ciascuno di noi, Dio promette un cuore nuovo, un cuore vivo, un cuore di carne, un cuore tenero, un cuore che batte solo ed esclusivamente per amare. Questo cuore è il cuore di Cristo, cuore che Dio ci ha donato e che ci dona costantemente nel Figlio. Dio, in Cristo, ci ha donato una parte del suo stesso preziosissimo cuore, ci ha donato l’amore vero, quell’amore che noi da soli, ossia senza Gesù, non siamo in grado di vivere. Per rendere efficiente e vitale questo meraviglioso cuore all’interno del nostro petto ci ha, inoltre, donato anche l’altra parte del suo preziosissimo cuore, ossia lo Spirito Santo. Questi doni fatti da Dio all’umanità intera non sono precetti, imposizioni, doveri, ma sono solo ed esclusivamente amore puro, partecipazione piena di Dio alla nostra vita, dono integrale di se stesso (Dio) a noi. Bisogna dunque fuggire immediatamente dalla routine dell’assuefazione, perché Dio è novità che rinnova l’amore ogni attimo e che rende vivo l’uomo in eterno. Bisogna accogliere urgentemente il rinnovamento che Dio ci propone insistentemente di compiere e per fare questo passo occorre ogni giorno morire a se stessi per dare spazio nel nostro cuore a Cristo e allo Spirito Santo. Occorre, inoltre, superare la logica che da sempre vede la vita dell’uomo divisa in periodi di prova, corrispondenti alle difficoltà, e periodi di rilassamento corrispondenti al benessere, perché il cuore dell’uomo non è fatto per cercare Dio solo durante le avversità della vita. In tal senso la vera prova d’amore un cuore la fornisce proprio nel momento del suo più alto benessere fisico e materiale. E’ in quella condizione di apparente indipendenza da Dio che il cuore umano può dare le espressioni più alte di amore nel confronti del Signore. Quando le vicende della vita ci conducono sulle vie del successo, del potere, della fama, della ricchezza, del benessere, etc.., siamo capaci di rivolgerci al cuore di Dio con la stessa passione con cui lo cerchiamo nel momento del bisogno estremo? Cristo e lo Spirito Santo sono i doni da accogliere nel nostro cuore e nella nostra vita perché quest’ultima assuma il suo vero significato.
Capo d’Orlando, 15/11/2012
Dario Sirna