APOCALISSE 14, 1-3
Buongiorno a tutti,
il nostro cammino oggi si svolge sulle tracce indicate dai seguenti versi dell’Apocalisse di San Giovanni:
“ 1 E vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. 2E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. 3Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.”
Chi sono “i redenti della terra”? Sono coloro che portano scritto sulla fronte il nome dell’Agnello e il nome del Padre. Ci soffermiamo su questo punto per cercare di capire perché a questi uomini che portano scritto il nome dell’Agnello del Padre è consentito l’accesso al trono di Dio. Notiamo innanzitutto che essi sono chiamati a salire in Paradiso da una voce la cui potenza, bellezza, seduzione e armonia si possono comprendere nella risposta che essa genera nei centoquarantaquattromila. I redenti della terra udendo la voce provenire dal Cielo si riempiono di una gioia immensa, gioia esternata dal canto nuovo che solo essi comprendono e possono cantare. Ciò significa ovviamente che essere redenti della terra è una condizione di beatitudine massima, una condizione che permette a chi la riceve di stare al cospetto di Dio per lodarlo, per benedirlo, per nutrirsi del suo amore, per adorarlo nella sua bellezza, onnipotenza e grandezza, per contemplarlo in tutta la sua immensità.
Dunque la condizione di redenti della terra è la massima aspirazione cui l’uomo possa tendere nel suo cammino di vita. Capito ciò occorre comprendere come fare per rientrare nel numero dei centoquarantaquattromila. Non è difficile, ma neanche banale. Occorre accogliere Cristo, il Figlio di Dio, Persona Divina che ha in sé sia la natura umana che la natura divina, il Redentore dell’uomo. Chi accoglie Cristo in qualità di vero Dio e vero uomo e nella funzione di Redenzione, accoglie tutto Dio, ossia accoglie anche il Padre e lo Spirito Santo. Insieme alla Trinità l’uomo che accoglie Cristo nella sua vita in realtà non fa altro che entrare nella conoscenza e nella perfezione dell’amore e nell’attuare tale amore vivendolo nella comunione di vita con il Signore.
Al riguardo ci vengono in aiuto anche i seguenti versi della prima lettera di San Giovanni:
“L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.”
Capo d’Orlando, 24/11/2014
Dario Sirna.