VENITE, FIGLI, ASCOLTATEMI

SALMO 33 (12 – 23)

Buongiorno a tutti,

Oggi continueremo a seguire gli insegnamenti del salmo 33, leggendone la seconda e ultima parte, di seguito riportata:

Venite, figli, ascoltatemi; *

v’insegnerò il timore del Signore.

C’è qualcuno che desidera la vita *

e brama lunghi giorni per gustare il bene?

 

Preserva la lingua dal male, *

le labbra da parole bugiarde.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, *

cerca la pace e perseguila.

 

Gli occhi del Signore sui giusti, *

i suoi orecchi al loro grido di aiuto.

Il volto del Signore contro i malfattori, *

per cancellarne dalla terra il ricordo.

 

Gridano e il Signore li ascolta, *

li salva da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, *

egli salva gli spiriti affranti.

 

Molte sono le sventure del giusto, *

ma lo libera da tutte il Signore.

Preserva tutte le sue ossa, *

neppure uno sarà spezzato.

 

La malizia uccide l’empio *

e chi odia il giusto sarà punito.

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, *

chi in lui si rifugia non sarà condannato.

 

Nei versi Finali di questo Salmo l’orante, dopo averci illustrato la via dell’umiltà, ci insegna come fare a percorrerla, senza cadere e senza fermarsi, proseguendo in essa fino ad arrivare a Dio. Il segreto straordinario che egli ci comunica è quello dell’amore per Dio. In maniera apparentemente contorta e imprevedibile, egli ci dice che nella scelta di seguire Dio la vera convenienza sta nell’amarlo senza convenienza, cioè sinceramente, con cuore puro, senza scopi e fini secondari. Ci esorta, quindi, ad amarlo per la sua bellezza, per la raffinatezza del suo cuore, per quello che egli è e non per quello che dalla sua bontà possiamo ricevere. La via della povertà di spirito non è una via che deve essere percorsa per ottenere un premio o una ricompensa, ma è l’unica via che può essere percorsa dall’uomo perché egli, imparando a guardare con occhi nuovi, scopra la vera bellezza di Dio e del suo amore, bellezza di fronte alla quale nessuno è capace di restare indifferente. Essere poveri di spirito significa mettere Dio e il prossimo al centro della propria vita. In questo cammino, in cui l’uomo è incapace di calunniare gli altri, di raccontare menzogne, di fare il male, di cercare la guerra, di sentirsi pieno di se stesso, di gloriarsi delle sue gesta, di sentirsi retto, perfetto e senza colpa, di non provare dispiacere per le sofferenze degli altri e per le proprie colpe, di non sentirsi afflitto e affranto per le offese fatte a Dio e al suo amore per l’uomo, in questo cammino, l’uomo riesce a scorgere ed ammirare la bellezza di Dio, riesce ad avere sempre il cuore pieno e appagato dalla gioia del Signore. In questo cammino, in cui l’uomo sperimenta l’amore di Dio e le sue meraviglie, egli comprende la piccolezza e l’insignificanza della sua umanità e dei suoi falsi valori, che ora rifiuta, ben capendo che da se stesso non può trarre nulla di buono e non può fare nulla di buono. Le ricchezze, il potere, la forza, l’autorità, la gloria umana, il comando, non appagheranno mai il cuore dell’uomo, anzi al contrario lo distruggono perché lo allontanano da Dio. Anche se la vita ci conduce su vie in cui questi falsi valori sono presenti con forza, è bene che essi non riempiano il cuore dell’uomo, ma che questo resti tutto intento a contemplare e vivere l’amore per Dio. Ma perché ciò possa avverarsi è necessario conoscere il valore vero di queste realtà, quello cioè che esse assumono nel confronto con le ben più grandi e immense ricchezze dell’amore divino. Tale confronto rende misere le più grandi ricchezze materiali e consente all’uomo di effettuare la sua giusta scelta verso il bene per se stesso e per tutti.

 

Oggi pregheremo con forza per tutte quelle persone che sono state inghiottite dal baratro infernale della droga, perché il Signore possa liberarle immediatamente dalla terribile schiavitù in cui versano e possa ricolmare di speranza, fiducia, forza e amore i loro teneri cuori. Pregheremo anche perché la società in cui viviamo non permetta mai più il ripetersi di queste atroci realtà.

Capo d’Orlando 11/07/2012

Dario Sirna

 

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