FILIPPESI 2, 2b-4
Buongiorno a tutti,
oggi cercheremo di crescere acquisendo gli insegnamenti contenuti nei seguenti versi tratti dalla lettera ai Filippesi:
“Rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri.”
In questi versi l’Apostolo ci rivolge un forte invito all’unità e nel contempo traccia il cammino da percorrere per raggiungere tale meta. Questo cammino può essere effettuato solo indossando i sandali della Carità, quando da parte di ognuno di noi esiste il medesimo desiderio, il medesimo sentimento e la medesima volontà di essere uno in Cristo Gesù. E’ ovvio che se tale desiderio non appartiene a tutti l’unità non potrà essere mai totale. Il desiderio, i sentimenti e la volontà non bastano però a realizzare l’unità, occorre che essa trovi attuazione nella vita di ciascuno di noi attraverso un comportamento che sia rispettoso del prossimo e che rispecchi il linguaggio puro dell’amore. Dall’Apostolo vengono indicati quali atteggiamenti e comportamenti occorre evitare per scongiurare il pericolo della divisione. L’atteggiamento suggerito è quello dell’umiltà. Nei nostri rapporti con il prossimo non dobbiamo mai considerarci al sopra degli altri, dobbiamo invece consideraci inferiori, per non assumere con il nostro prossimo un comportamento di rivalità e di vanagloria, che mortificherebbe l’amore fraterno, offendendo chi ci sta accanto. Dio ama ciascuno di noi nella stessa misura, Egli cioè tiene alla salvezza e alla felicità di ogni uomo senza fare distinzione tra uomo e uomo. In tale situazione ognuno di noi ha il dovere di rispettare il fratello, in quanto amato da Dio come lo è ciascuno di noi. Non possiamo affermare di amare Dio se non amiamo tutto ciò che si trova nel suo cuore, tra cui anche tutti i fratelli del mondo. La gloria appartiene solo a Dio e l’uomo che si pone in atteggiamento di rivalità nei confronti del fratello entrando in competizione con lui proprio per uno spirito di autoaffermazione e di egoismo non potrà mai contribuire a realizzare l’unità. Solo mettendo al centro delle nostre attenzioni il nostro prossimo e trascurando noi stessi, superiamo il limite dell’egoismo e ci incamminiamo sulla via dell’unità. L’Apostolo ci insegna che per fare i nostri interessi dobbiamo in realtà abbandonare i nostri scopi personali e impegnarci a realizzare il bene dei fratelli. Nella realizzazione di tale bene, da parte di ciascuno di noi, trova realizzazione anche il nostro interesse personale. Il vantaggio di seguire questa via invece di quella dell’egoismo e dell’individualismo è che camminando sulla strada tracciata dall’Apostolo l’intera umanità riesce a realizzare il suo interesse, ossia l’interesse di ogni singolo individuo, mentre seguendo la via dell’interesse personale, si realizza l’interesse di uno a danno dell’altro e non si giunge mai alla vera unità.
Capo d’Orlando, 08/07/2012
Dario Sirna