1 CRONACHE 29, 10-13
Buongiorno a tutti,
tratto dal libro delle Cronache, l’inno di seguito riportato ci insegna a lodare e ringraziare Dio:
Sii benedetto Signore,
Dio di Israele, nostro padre, *
ora e sempre.
Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, †
la gloria, la maestà e lo splendore, *
perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo.
Tuo è il regno, Signore; *
tu ti innalzi sovrano su ogni cosa.
Da te provengono ricchezza e gloria; *
tu domini tutto;
nella tua mano c’è forza e potenza; *
dalla tua mano ogni grandezza e potere.
Per questo, nostro Dio, ti ringraziamo *
e lodiamo il tuo nome glorioso.
La preghiera è innalzata al Cielo da un uomo (il re Davide) che ha fatto una forte esperienza dell’amore di Dio. L’Orante non parla solo a titolo personale, ma a nome di tutto il popolo che egli rappresenta. L’esperienza ci racconta di un amore paterno, da sempre manifestato ed elargito da Dio a tutti gli uomini. Amore che si concretizza nella storia, nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali di ogni giorno, in ogni tempo, con il benevolo e provvidenziale intervento di Dio che garantisce ai suoi figli le cure e le attenzioni di un Padre misericordioso, forte e potente. Nell’Orante che innalza il ringraziamento e la lode a Dio, ponendosi come intermediario tra Dio e il popolo, è possibile vedere la figura di Gesù Cristo, il quale contempla la gloria del Padre e la manifesta all’umanità con la sua risurrezione e ascensione al Cielo. I prodigi dell’amore sperimentati dall’Orante lo inducono a invitare tutti gli uomini a benedire Dio per esaltare solennemente e con grande slancio di fede quelle sue qualità che hanno permesso e che permettono ai fedeli di contemplare l’amore divino nelle quotidiane vicende della loro vita. La lode sale al Cielo esaltando la grandezza, la potenza, la forza, la maestà, lo splendore e la gloria di Dio, il quale mantiene fede alla parola data nell’alleanza stretta con il suo popolo dimostrandosi Sovrano e Signore di ogni cosa, nei cieli e sulla terra. Il fedele che mette nelle mani di Dio la sua vita, nella convinzione che da vero Padre, Dio non mancherà di provvedere alle necessità dei figli, considera Dio innanzitutto Signore e Sovrano di se stesso. Ponendosi con questo atteggiamento di grande fede e rispetto egli accetta la volontà di Dio e la vede realizzarsi nella sua vita contro ogni altra volontà contraria ad essa. Ecco allora che fidandosi dell’amore di Dio e credendo nella sua divinità, nella sua signoria e nella sua sovranità su se stesso e su tutto quanto esiste nell’universo, egli diventa capace di contemplare negli avvenimenti della sua vita la gloria di Dio e di accogliere nel cuore il Suo amore di Padre. L’Orante ci propone di fare dunque un’esperienza completa di Dio, un’esperienza in cui attraverso la vita si possa godere direttamente e personalmente sia dell’amore paterno di Dio, sia della contemplazione della sua gloria. Ma per potere raggiungere questa condizione è necessario affidarsi totalmente a Dio, mettere tutta la nostra vita nelle sue mani, credere nel suo amore di Padre, credere fortemente nella sua potenza di Dio, credere senza esitazione nella sua sovranità di Creatore e Signore di tutto il cosmo e riconoscerLo come tale anche per noi stessi. Non siamo stati creati e abbandonati a noi stessi, né siamo stati creati per entrare in competizione con il Signore e per sfidarlo nella gestione della nostra vita e del mondo, ma per vivere nella totale comunione con Lui e nella contemplazione del suo amore e della sua gloria.
Capo d’Orlando 01/08/2012
Dario Sirna