GIOVANNI 16, 29-33
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi è indicato dai seguenti versi del Vangelo di Giovanni:
“Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato.30Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». 31Rispose loro Gesù: «Adesso credete? 32Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
33Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».”
Questi versi del Vangelo di San Giovanni ci mettono di fronte alle difficoltà di comprensione della fede. I discepoli sembrano aver compreso le verità rivelate dal Maestro per il semplice fatto che sono loro consegnate in forma semplice e diretta, senza l’uso di parabole da interpretare. Ma questo è solo il primo livello della fede, quello che si ferma alla conoscenza dei suoi fondamenti e delle sue verità. Per credere veramente e fare un passo decisivo in tal senso occorre mettere in pratica tali verità, ossia viverle nelle difficoltà della vita. La vita spesso ci parla di prove, come se il Signore, secondo il nostro modo di vedere le cose, volesse tastare direttamente il nostro credo sottoponendoci a dei continui esami. In realtà le prove sono un’invenzione umana, un modo umano di descrivere determinate condizioni. La verità è che la vita di per sé è piena di tantissime difficoltà e di tanti problemi, i quali ci pongono sempre di fronte alla necessità di effettuare delle scelte attraverso decisioni che spettano direttamente a noi. Dalle scelte fatte da noi dipende la nostra vita. Le “prove”, se così vogliamo continuarle a chiamare, rappresentano proprio tali momenti. Essere chiamati a scegliere tra vivere il credo conosciuto e professato e restare nella condizione pagana significa scegliere se vivere o no l’amore. La nostra fede non è un’imposizione divina che costringe chi la abbraccia ad adeguarsi a determinati comportamenti, a osservare regole e precetti, a sottoporsi alla schiavitù di nuove norme, la nostra fede è invece quella via realizzata da Dio nella nostra vita per introdurci nella meravigliosa realtà dell’amore. Senza questa via l’uomo si perde e insegue falsi miti e idoli, che all’apparenza e momentaneamente lo soddisfano, ma che a lungo andare lo lasciano deluso e vuoto. Dio interviene nella nostra vita, attraverso il dono della fede, proprio per aiutarci a realizzare il destino cui siamo chiamati, quello della piena comunione con Lui, unico destino che dà certezza di felicità e di vita eterna. Affinché ciò possa avvenire è necessario che Dio si mantenga vicino all’uomo, in modo da poterlo soccorrere in tutte le difficoltà che il cammino terreno continuamente impone all’uomo. Questo aiuto si materializza attraverso l’attaccamento profondo alle verità di fede rilevateci da Gesù Cristo. Sono queste verità che ci rendono liberi e potenti, capaci cioè di sottrarci alle difficoltà del vivere quotidiano per vincere il mondo. Ma il Signore non si è limitato a consegnarci tali verità per mezzo di parole scritte, Egli stesso è divenuto esempio e testimonianza da imitare e seguire per giungere a tale risultato. La nostra fede quindi non si basa su un elenco di precetti, regole e norme da rispettare nella vita e in tutte le scelte da effettuare per conseguire la salvezza, ma si basa su qualcosa di molto più incisivo e forte, e precisamente sull’esperienza, sull’esempio, sulla prova, sulla testimonianza, data da Dio stesso nella cruda realtà umana della vita. Il dono è in effetti molto più grande di questo, perché nella testimonianza di Cristo sulla via da seguire per conseguire la salvezza nella vita e per ottemperare all’obbedienza all’amore divino, c’è molto di più di questo, c’è, infatti, la nostra vittoria, quella vittoria che noi, anche con l’esempio di Cristo, da soli non saremmo mai capaci di procurarci. La nostra pace e il coraggio necessario per vivere l’amore ci vengono donati direttamente da Cristo e dalla vittoria che Lui ha già guadagnato per noi con il sacrificio della Sua morte in croce. Cosa significa tutto ciò? Significa che la nostra fede ci consegna due beni fondamentali. Il primo di essi è la salvezza per chi crede in Cristo, il secondo è l’amore per chi segue Cristo in ogni prova della vita. I due beni non sono disgiunti, né sono separabili, perché vivere la fede significa credere nella salvezza eterna guadagnataci da Cristo e darne testimonianza cominciando da subito a vivere l’amore attraverso la scelta della sequela del Signore. Chi crede e aspira veramente alla salvezza guadagnataci da Cristo, non continua a vivere come faceva prima di aderire al credo, ma cambia immediatamente direzione di cammino per iniziare da subito ad incontrare il Signore. Scegliere di vivere la fede non significa garantirsi la vita eterna dopo la morte, ma scegliere di stare da subito insieme a Cristo vivendo in pieno l’amore, specie nelle grandi difficoltà della vita e nei momenti più difficili e scoraggianti. Ci sono alcuni mali nella vita dell’uomo che sono puramente interiori e che spesso lasciano l’anima nel grande vuoto di una solitudine senza consolazione. Il nostro credo ci aiuta a cercare la soluzione anche a tali mali, apparentemente incurabili, fornendoci la certezza che l’unico aiuto all’uomo viene dalla presenza continua del Padre nella vita di ognuno di noi, presenza che possiamo avvertire e fruire attraverso l’invocazione e la consolazione dello Spirito Santo.
Capo d’Orlando, 18/05/2015
Dario Sirna.