SALMO 79
Buongiorno a tutti,
oggi ci mettiamo in cammino seguendo i passi segnati dal Salmo 79, di seguito riportato:
Tu, pastore d’Israele, ascolta, *
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Assiso sui cherubini rifulgi *
davanti a Éfraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza *
e vieni in nostro soccorso.
Rialzaci, Signore, nostro Dio, *
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Signore, Dio degli eserciti, †
fino a quando fremerai di sdegno *
contro le preghiere del tuo popolo?
Tu ci nutri con pane di lacrime, *
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, *
e i nostri nemici ridono di noi.
Rialzaci, Dio degli eserciti, *
fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Hai divelto una vite dall’Egitto, *
per trapiantarla hai espulso i popoli.
Le hai preparato il terreno, *
hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
La sua ombra copriva le montagne *
e i suoi rami i più alti cedri.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare *
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
Perché hai abbattuto la sua cinta *
e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il cinghiale del bosco *
e se ne pasce l’animale selvatico.
Dio degli eserciti, volgiti, *
guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, *
il germoglio che ti sei coltivato.
Quelli che l’arsero col fuoco e la recisero, *
periranno alla minaccia del tuo volto.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, *
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te più non ci allontaneremo, *
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, *
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Mentre il popolo di Dio versa abbondanti lacrime di disperazione per la rovina in cui è caduto i suoi nemici gioiscono della sua disgrazia. Dio sembra aver nascosto il suo volto, sembra aver abbandonato il suo gregge e aver ripudiato la sua vigna. Il popolo di Isdraele si rivolge a Dio rifacendosi alle bellissime immagini della grazia con cui in passato è stato guidato e custodito dal Signore verso il bene, la prosperità e la salvezza. Ricorrono in particolare tre immagini, la prima quella di Dio pastore e di Israele gregge, la seconda quella del volto radioso di Dio che si volge su Idraele per beneficarlo, la terza quella di Dio contadino e di Israele vigna del Signore. Le tre immagini si rifanno alla storia di Isdrale, storia segnata miracolosamente dall’intervento benevolo e amoroso di Dio. Alle tre situazioni passate richiamate alla memoria si contrappone un presente di angustie, pericoli, disgrazie, persecuzioni, sconfitte e dolori. L’interrogativo rivolto in forma di supplica dal popolo a Dio è: “fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?”. In questo interrogativo il popolo ci fa comprendere di aver individuato la causa delle sue disgrazie e della sua caduta nella sua errata condotta e nella sua infedeltà a Dio. Non è Dio che ha abbandonato il suo popolo ma è Isdraele che essendo caduto in basso si è allontanato da Lui, mettendosi all’ombra della luce radiosa e salvifica che risplende dal volto gioioso di Dio. Per uscire da questa triste realtà il popolo comprende di avere bisogno dell’aiuto divino. Aiuto necessario per potersi rialzare dalla brutta caduta che esso stesso si è procurato e per potersi rimettere nella posizione favorevole a ricevere lo splendore salvifico del volto di Dio. Questo aiuto viene gridato a Dio con forza ed è l’argomento e lo scopo principale del presente canto. Infatti, la frase che lo racchiude, “Rialzaci, Dio degli eserciti, fa risplendere il tuo volto e noi saremo salvi”, viene ripetuta nel Salmo ben quattro volte, diventando la frase di chiusura finale del Salmo. Isdraele conosce bene per esperienza diretta e storica la potenza dell’amore di Dio, la sua benevolenza e la sua misericordia. Il popolo sa, infatti, che la stessa luce con cui il volto di Dio lo salva è minaccia e giudizio che procura la fine a tutti coloro che si oppongono alla sua salvezza. Il Salmo, infine, si proietta nel futuro arrivando non solo ai nostri giorni, ma persino alla fine dei tempi. Viene invocato, infatti, per la salvezza l’intervento dell’ “uomo” alla “destra” di Dio. Questa figura, che probabilmente per gli Isdreliti coincideva con un re salvatore, ai nostri giorni è identificata in Cristo, salvatore e redentore del mondo, vincitore del peccato e della morte, donatore di vita eterna. La luce di Cristo, nella risurrezione del Figlio di Dio rifulge vittoriosa su tutte le tenebre dell’umanità. E’ questa luce con tutti gli splendori e i riflessi che essa ci trasmette nei Sacramenti che ancora oggi di fronte alle infinite cadute della vita ci consente di gridare a Dio le parole “Rialzaci, Dio degli eserciti, fa risplendere il tuo volto e noi saremo salvi” sicuri di essere ascoltati e accolti. Le difficoltà dell’antico popolo di Dio continuano a permanere anche oggi, ecco perché il Salmo è sempre attuale, ma Cristo le ha trasformate per noi in prove che ci consentono di crescere nell’amore e di seguirlo nella testimonianza.
Capo d’Orlando, 19/09/2012
Dario Sirna