TORTORICI – MONTE DEL MORO

TORTORICI – I PAESAGGI DI MONTE DEL MORO

Il reportage di oggi è dedicato al Monte del Moro, rilievo appartenete alla catena dei Nebrodi. Il Montte del Moro è quella gobba rocciosa che si innalza alle spalle della famosa Masseria Batessa.

Esso territorialmente ricade all’interno del Comune di Tortorici, ma geograficamente, essendo molto lontano dal centro abitato di questo paese ed essendo annesso alla zona più interna della catena dei Nebrodi, con affaccio sul colle che ospita il casale di Floresta, sembra non appartenere a nessuno, se non a se stesso e all’area libera e indipendente della dorsale del Parco Naturale. Il Monte del Moro è raggiungibile dalla strada della dorsale dei Nebrodi, la quale a sua volta può essere imboccata da Portella Mitta per chi proviene da Floresata e Ucria, o dalla Portella di Carcatizzo, per chi sale da Tortorici, direzione Batana. In entrambi i casi il tragitto consigliato per risalire la china di questo monte è quello suggerito dalla strada che da Portella Castagnera scende in direzione dell’Acqua Santa. Circa trecento metri dopo  questo bivio esiste una deviazione sulla destra che si dirige verso il Monte del Moro. Il percorso a piedi segue solo in parte questa pista, poi si svolge autonomamente sui vari tracciati segnati sul terreno dagli animali al pascolo. Il cammino è semplice e poco difficoltoso se affrontato su questo versante, mentre diventa complicato, arduo e pericoloso se effettuato sui restanti versanti del Monte a causa della presenza di strapiombi rocciosi o di pendii eccessivamente ripidi e instabili. Il tempo richiesto per completare il giro è di circa due ore, ma la bellezza del posto e dei panorami invita a rallentare il passo e a esplorare tutti i punti più belli ed invitanti, ne consegue che il tempo per l’escursione può prolungarsi ben oltre questo limite. Consigliamo di effettuare questa passeggiata nel pomeriggio dalle 16,30 in poi, quando il sole comincia a scendere sull’orizzonte, la calura del giorno si smorza, l’aria diventa sempre più limpida, i colori rafforzano le loro tonalità, i contorni diventano nitidi. Questo orario offre inoltre la possibilità di assistere allo spettacolo del tramonto e dei suoi infuocati effetti di luce. Tra il versante nord e il versante sud della catena dei Nebrodi, incuneata nel  cestello della corona formata dalla relative cime, esiste un’incantevole  valle interna, completamente invisibile dall’esterno. Il Monte del Moro sorge al centro di questa valle, come un cristallo di topazio dorato incastonato in un rosone della Catena Montuosa per ornarne e impreziosirne lo sfarzo. La sua cima con il suoi 1.433 m. slm, svetta in mezzo alle altre cime del diadema nebroideo, distinguendosi per la particolarità delle forme e dei colori. Il colle,  a causa della sua struttura di roccia calcarea, è brullo, ricoperto di un sottile e vellutato manto di erba dorata. Questo tappeto di velluto luccicante ospita greggi di pecore, mandrie di vitelli  e piccoli gruppi di cavalli neri Sanfratellani, fornendo loro cibo e ospitalità. L’effetto del pascolo è un forte sfoltimento del gracile manto erboso, che divenendo molto rado lascia trasparite i colori caldi dell’arido terreno sottostante. La combinazione finale di questi differenti  toni della superficie del monte sotto i potenti e gialli  raggi del sole d’estate genera uno splendore simile a quello  delle dune del deserto. I colori ambrati delle pendici del Monte contrastano con il verde smeraldo dei boschi di faggio che rivestono i pendii della corona esterna e con il turchese acceso del soprastante telo celeste. In questa composizione di tinte nobili e di forme gentili, si inserisce un elemento esterno di grande importanza e di rilevante impatto: il cono vulcanico dell’Etna. L’imponenza del Vulcano, dovuta alle dimensioni maestose della sua mole e della sua altezza, dal versante sud orientale della Sicilia giunge inalterata fino alle porte dei Nebrodi, entrando al loro interno in modo trionfale. La regina della natura siciliana domina sull’intera catena nebroidea occupando nel suo campo paesaggistico un ruolo di primo piano e di rilevante importanza. Questa funzione viene esercitata con maggiore impatto proprio nella zona in questione, dove attraverso l’apertura della vallata del fiume Flascio, il profilo del grande vulcano giunge integro fino al centro della dorsale, mostrando l’estensione del cono dall’area di base fino alle quote dei crateri della cima, senza irruzione alcuna e senza impedimenti visivi. Il profilo dell’Etna movimenta fortemente l’orizzonte meridionale del paesaggio in questione, formando al suo interno un’improvvisa e isolata impennata di terra verso il cielo. I contorni definiti e nitidi del vulcano permettono allo sguardo di arrampicarsi sui suoi versanti e di giungere ai crateri sommitali, rendendo apprezzabili i dettagli  della bocca di Sud Est e della bocca Centrale. Altrettanto spettacolare è la veduta offerta dal Monte sul versante nord del Nebrodi. In questo caso lo sguardo incontra prima le sinuose creste della dorsale e poi scivola  a valle fino a tuffarsi nel blu del Tirreno. Questo viaggio aereo è molto più lungo ed ampio  e se non fosse per la presenza dell’arcipelago delle Eolie esso si perderebbe negli spazi incontenibili ed illimitati dell’infinito. Qui l’orizzonte, superato l’incontro con le Isole, sfuma nel cielo, rendendo la linea del mare indistinguibile dalla linea del cielo. Un  altro elemento paesaggistico rilevante nel panorama di questo Monte è fornito dal profilo dentellato e seghettato del massiccio roccioso delle Rocche del Crasto. Nel controluce del pomeriggio questo profilo si trasforma in un’affascinate siluette e nell’ora del tramonto simula vampe e lingue di fuoco. Durante l’escursione è possibile apprezzare a distanza ravvicinata il volo dei falchetti e le loro acrobatiche battute di caccia, inoltre i campi offrono interessanti fioriture di cardo fucsia. Il contesto naturalistico di Monte del Moro è uno dei più affascinanti della catena dei Nebrodi, esso regala vedute paramiche eccezionali che dalle sottostanti valli si estendono in tutte le direzioni dell’infinito, trovando in ognuna di esse un motivo valido per abbandonarsi alla contemplazione del creato, per alleggerire l’anima e sollevarla verso i piani del soglio Divino. La meta è ambiziosa e l’itinerario può sembrare complicato, ma non è così difficile. Ogni passo sollevato verso la cima del Monte diventa il versetto di una preghiera, ogni sguardo innalzato al cielo è una lode al Creatore. Qui non c’è più spazio per gli affanni del mondo, qui nulla della vita terrena può più stancare e opprimere l’anima, ma tutto è libertà di essere nella pace di Dio.

Capo d’Orlando, 31/07/2013

Dario Sirna.

 

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