TORTORICI – LAGO PISCIOTTO TRA NEVE E GELO

IL LAGO PISCIOTTO  IN VESTE INVERNALE

Dopo le escursioni sulla neve della settimana scorsa, considerato che le condizioni meteorologiche degli ultimi giorni hanno continuato a favorire il prolungarsi delle nevicate in montagna, siamo tornati sulla dorsale dei Nebrodi con l’obbiettivo di raggiungere e documentare le condizioni del lago Pisciotto.

Questo piccolo, ma affascinantissimo specchio d’acqua, molto visitato per le sue bellezze naturalistiche, si trova nel comune di Tortorici e precisamente nel versante nebroideo  compreso tra la strada della dorsale e la pista forestale che da Tortorici sale su queste cime montuose. In condizioni ottimali di viabilità il percorso più agevole da seguire per raggiungere questo laghetto è quello che sfrutta la strada proveniente da Tortorici, ma in presenza di neve, di tantissima neve, come nel caso in questione,  occorre necessariamente cambiare rotta e optare per l’accesso da Portella Mitta. Il cammino si svolge a piedi ed è lungo, impegnativo e faticoso. Noi lo abbiamo affrontato con le ciaspole, ma le condizioni della neve non ci hanno comunque permesso di ridurre tempi e sforzi. Lungo la dorsale il manto nevoso con le nevicate della settimana scorsa ha in atto un’altezza media di un metro, ma in numerosi lunghissimi tratti raggiunge anche i due metri. Le temperature attuali non sono sufficientemente rigide cosicché le condizioni di tenuta  della neve, a causa del suo progressivo scioglimento, sono veramente scarse. Nonostante l’uso delle ciaspole è stato impossibile non sprofondare anche di 30/40 cm per ogni falcata e ciò ha rallentato notevolmente il percorso e lo ha reso molto pesante. Il tempo impiegato per l’intera escursione è stato di circa 6 ore, compreso il giro di tutto il perimetro del lago, lo scatto delle foto dall’inizio dell’escursione alla sua conclusione, le pause e  i momenti contemplativi. Le condizioni meteorologiche non sono state favorevoli né all’escursione, né allo scatto dei fotogrammi, il cielo è stato quasi sempre coperto, a tratti ci sono state delle precipitazioni e il vento ha accentuato le condizioni di disagio climatico dovuto alle basse temperature. Tuttavia  per godere di determinati scenari e di particolari condizioni paesaggistiche, compatibilmente con il tempo a nostra disposizione, abbiamo dovuto necessariamente cogliere l’attimo favorevole e sfruttarlo al massimo, nella piena consapevolezza che esso è stato comunque un grande dono di Dio. Sappiamo bene, infatti, quanto in caso di neve il nostro paesaggio montano sia vulnerabile e soggetto a drastiche variazioni da un’ora all’altra a causa del repentino innalzamento termico o semplicemente dell’irraggiamento solare. Tralasciamo la descrizione del percorso con l’intenzione di dedicarle un apposito articolo, anticipiamo solo che la prima metà del cammino si è svolta nell’incanto di un bosco magicamente imbiancato, mentre la parte restante si è svolta in mezzo alle infinite e dolci distese di neve che ammantano i pascoli della vallata interna della dorsale. La zona del lago Pisciotto geograficamente è la più bassa delle zone attraversate e, nonostante si tratti di una differenza di altezza minima, inferiore ai centro metri, tale dislivello è sufficiente a ridurre la copertura nevosa anche del 50%. Ovviamente tale riduzione è determinata anche dalla particolare esposizione del laghetto, proiettata tutta a sud. Proprio per effetto di tale esposizione l’altezza della neve nel fondovalle occupato dal lago al momento dell’escursione era di circa 50 cm.  Tutta la valle del lago si presentava comunque perfettamente innevata, candida e luminosa come lo smalto bianco della madreperla interna di un’ostrica. Il lago con la sua bianca superficie, nonostante il gelo delle acque fosse ancora morbido e poco consistente, contribuiva ad esaltare la perfezione di questo candore intatto e immacolato in tutta le sua estensione. L’unica nota di contrasto che spezzava l’uniformità di questo paesaggio totalmente imbevuto di bianco era fornita  dai colori accesi e caldi delle cortecce dorate dei nudi rami di salice che incoronano lo specchio d’acqua. Prima di raggiungere le sponde del lago abbiamo effettuato qualche scatto fotografico dalle vasche della fontana antistante  il filare di salici sfruttando l’incantevole effetto a specchio delle loro trasparenti e immobili acque. La superficie libera dei due abbeveratoi si presta infatti ad essere utilizzata come fondo di base per enfatizzare i fenomeni speculari delle immagini e della luce, specie in condizioni di perfetto innevamento. Raggiunta la battigia del lago l’abbiamo percorsa tutta in senso orario e, approfittando dei piccoli varchi di luce che si aprono in mezzo ai vari esemplari di salici che compongono la corona dorata del perimetro esterno, abbiamo immortalato tutti gli scorci paesaggistici che compongono l’ambiente del Pisciotto. Di questo laghetto abbiamo già proposto nel periodo estivo la sua bellezza con un apposito reportage in cui venivano evidenziate le particolari capacità speculari delle sue superfici. L’aspetto invernale ci propone ovviamente un paesaggio molto diverso, ove al posto delle superfici riflettenti dell’acqua abbiamo le opache e candide superfici del gelo. Due mondi completamente diversi, due vesti splendenti e sfolgoranti ma con pochi elementi in comune,  due facce della stessa medaglia, due figure identiche ma vestite con abiti differenti, due paradisi apparentemente lontani e dispersi, ma separati solo dal tempo di una stagione, dal clima di due diversi periodi dell’anno, magie e prodigi di una natura che obbedisce al genio creativo di una volontà Divina. Gli stessi identici ingredienti, le stesse forme, lo stesso posto, le stesse montagne, lo stesso lago, lo stesso cielo, lo stesso ambiente, la stessa natura, unica differenza la temperatura. Evoluzione, metamorfosi, stravolgimento, trasformazione, ma sempre, e solo ed esclusivamente, per esaltare la bellezza, per manifestare l’amore, per enfatizzare la vita. Tutto sembra tacere, tutto improvvisamente sembra imprigionato nel legame rigido e immobilizzante di un cristallo, tutto è imbavagliato dalla possente regola dell’inverno, tutto si addormenta sotto il rigore del gelo, tutto si abbassa e si appiattisce sotto la sferza del maltempo. Anche la luce carambolando all’interno dei duri cristalli di ghiaccio rimane imprigionata al suo interno tingendoli di candido e splendente bianco. Da questa festa invernale tutti i colori vengono coraggiosamente eliminati dalla tela del paesaggio mentre il bianco rimane protagonista indiscusso. L’azzurro del cielo è confinato dietro la densa ed estesa coltre di nubi che viaggia sopra di noi, il verde dei prati e i colori scuri della terra e delle rocce sono sepolti sotto il mantello di neve. Alberi e arbusti, e solo loro, privi di foglie e di frutti, nudi come le ossa di uno scheletro, di tanto in tanto possono  scrollarsi di dosso il velo del gelo ed esibire le magnifiche tinte delle loro colorate cortecce. Il bianco volto della neve si compone di elaborati e raffinati ricami formati da minuscole stelle che intrecciate e cucite tra di loro come in una coperta nuziale, proteggono e abbelliscono la natura mentre essa riposa sul letto dell’inverno. Tutto tace e tutto rispetta questo religioso silenzio in cui la voce di Dio è finalmente libera di parlare. Immergendoci nella gelida atmosfera del lago  scompariamo anche noi come assorbiti dal candore della neve, si spegne, allora, la voce assordante del nostro io e risorge improvviso il canto melodioso di Dio. Che gioia nel silenzio! Che festa nella pace! Lontani da noi stessi, lontani dal rumore che distrae e distoglie il cuore, l’anima vola leggera, l’anima bacia Dio.

Capo d’Orlando, 18/02/2013

Dario Sirna

 

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