TORRENTE SANBARBARO – TERZO TRATTO – PARTE SECONDA

CARONIA – TORRENTE  SANBARBARO – TERZO TRATTO – PARTE SECONDA – VERSO LE SORGENTI

La seconda parte del  terzo tratto del torrente Sanbarbaro si estende dalla contrada Filippello al Piano dei Daini. Alla contrada Filippello si può arrivare sfruttando la stessa arteria EAS utilizzata per esplorare le  zone più a valle del fiume. Tale strada va percorsa dalla località Badetta di Caronia alla località San Nicola. Qui, dopo il grande tornante, c’è una deviazione sulla destra.

Si tratta di una strada forestale in parte asfaltata e in parte sterrata, ma sempre e comunque in ottime condizioni. Il tragitto può benissimo essere effettuato con un automobile qualsiasi, purché ovviamente non sia troppo bassa. Questa strada deve essere percorsa per diversi chilometri fino ad arrivare a un bivio che indica la presenza di un agriturismo. In corrispondenza di questo bivio conviene parcheggiare l’auto e proseguire a piedi su un secondo braccio, sempre in terra battuta, che scende proprio nell’alveo del torrente. Lungo questa trazzera nei primi giorni di maggio è possibile assistere allo spettacolo della copiosa fioritura dell’iris giallo. Si tratta di una varietà di iris a fiore grande e a stelo alto. La lunghezza degli steli supera anche il metro. L’iris è spontaneo e copre vaste aree creando un effetto paesaggistico di grande bellezza e fascino. La sua fioritura evoca la pittura colorata, romantica e appassionata degli Impressionisti. Impossibile attraversare queste zone e non subire la seduzione di questi fiori, dei loro colori accesi e delle loro esuberanti forme. Esso cresce nelle zone umide, laddove c’è ristagno d’acqua o nei pressi degli uri. La sua associazione all’acqua e ai laghetti ne accresce ancora di più la bellezza a causa dei riflessi e dei contrasti con lo specchio azzurro di queste aree umide. Il tutto mentre la macchia che avvolge ogni angolo lasciato libero dal bosco si tinge del giallo intenso e profumatissimo della ginestra spinosa e del bianco candido dei biancospini. Questi spiccano nelle massa verde del tenero fogliame primaverile come vaporose nuvole illuminate dal sole. L’incantevole accoglienza del bosco precede l’ingresso nel fiume ed è di buon auspicio per il proseguimento dell’escursione. Proseguendo lungo questa ultima deviazione si giunge così in un punto in cui il torrente Sanbarbaro salendo verso monte si scompone in due rami di cui il principale è quello a sinistra, lo si riconosce immediatamente per la sua maggiore importanza. L’escursione si svolge proprio su questo ramo del Sanbarbaro. Per il cammino è necessario indossare gli stivali alti e avere una discreta preparazione fisica. Questo percorso, infatti, si svolge in salita e richiede la capacità atletica di superare tantissimi ostacoli, dovuti ai numerosi salti compiuti dal torrente nella sua corsa a valle. In corrispondenza delle varie cascate, inoltre, si formano grandi e profonde piscine, il cui attraversamento è spesso obbligatorio per continuare a salire. Gli stivali sono perciò necessari. Consigliamo di effettuare questa escursione in una giornata assolata e con cielo terso al fine di avere garantita la massima illuminazione. Il fiume in questo tratto scorre all’interno del bosco e la volta verde di quest’ultimo è molto fitta, tanto da ridurre notevolmente la luminosità degli ambienti da fotografare anche nelle ore centrali della giornata. Inoltre la quota altimetrica raggiunta è molto alta per cui ci sono tutti gli svantaggi del clima di montagna. Questa parte del fiume Sanbarbaro è completamente diversa dalle precedenti, la differenza è dovuta alla presenza del bosco che crea un ambiente naturale molto suggestivo e ricco di tantissimi scorci di grande bellezza. Il tasso elevato di umidità favorito dall’ombreggiatura delle chiome verdi colora  i grandi massi con  mantelli di muschi e licheni dalle tinte che virano dal verde vellutato al bianco argentato. Il profumo del fiume si arricchisce della forte essenza del muschio e dell’odore intenso de funghi. Il bosco si compone di varie essenze. Da questo punto di vista, considerato che lo sviluppo del cammino avviene in altezza, oltre che in lunghezza, durante il percorso si assiste al cambiamento delle fasce climatiche. Così mentre all’inizio il bosco è dominato dalla presenza del tante varietà di quercia, nei tratti intermedi, a queste essenze si mescolano l’agrifoglio e il faggio, che nella parte finale diventano dominanti. Numerosa e piacevole la presenza di tanti esemplari di agrifoglio di grandi dimensioni e in perfetto stato di conservazione, con chiome integre, non danneggiate dall’attacco dei ruminanti. Già dall’inizio della salita il torrente, che qui presenta una portata notevolmente più bassa a causa della limitata estensione del suo bacino di alimentazione, presenta la sua struttura architettonica caratteristica. Grandi massi si ammucchiano l’uno sull’altro creando forti sbarramenti che sono all’origine della formazione di cascate e piscine di varie dimensioni. Lungo il tragitto si incontrano numerosi salti le cui altezze superano i cinque metri, in qualche sfiorano anche i dieci metri. Non è possibile soffermarsi sulla descrizione di ogni singolo ambiente e delle sue bellezze perché per commentarli tutti bisognerebbe scrivere un libro. Tra i tanti segnaliamo, nella parte centrale del percorso una gola molto affascinate, caratterizzata dalla presenza di un letto di roccia in arenaria artisticamente modellato dall’acqua in modo da formare vari salti,  cascate  e piscine. L’acqua del torrente viene scomposta in diversi rivoli, ognuno dei quali seguendo un cammino differente, dà origine a un suo spettacolo. La scenografia finale è dunque formata dalla presenza simultanea di diverse esibizioni che riempiono il palco teatrale, arricchendo notevolmente la scenografia. L’effetto è quello incantevole di un gioco di acqua e roccia che richiama alla memoria le fontane e i giardini dei parchi regali del settecento. Tutto il torrente presenta questa elevata carica di romanticismo, di bellezza e di raffinatezza naturale. A differenza dei tratti precedenti, infatti, qui non colpiscono più le grandi e imponenti dimensioni dei massi, delle gole, dei valloni  e della portata delle cascate o del fiume, pur rimanendo questi elementi comunque presenti, ma la bellezza di un ambiente naturale che ispira grande romanticismo. Questa parte del Sanbarbaro trova la sua forza di attrazione in una bellezza che non nasce dalla potenza e dalla forza, ma dal buon gusto e dalla raffinatezza. L’armonia naturale del fiume non colpisce il cuore dell’uomo con effetti speciali, ma con la ricercatezza, la cura del particolare, l’eleganza e la delicatezza. Mentre, dunque, a valle le forze in gioco, testimoniate dai segni lasciati sull’ambiente, sono spaventose e possono incutere un certo timore perché segno di una battaglia ancora in itinere, qui il torrente invita alla pace, alla serenità, alla tranquillità e alla sicurezza, come in un giardino celeste che ha ormai finito di lottare, ha vinto tutte le tempeste della vita e ora si gode l’armonia e il gaudio del Paradiso, alla continua presenza del Signore e nella piena contemplazione della sua gloria. Ringraziamo Dio per averci offerto con questa escursione la gioia di assaporare nella contemplazione  il gusto della Patria celeste.

Capo d’Orlando, 11/06/2013

Dario Sirna.


Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.