GIOVANNI 14, 27-31
Buongiorno a tutti,
i seguenti versi del Vangelo di Gesù ci faranno da strada nel cammino di questo nuovo giorno:
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: «Vado e tornerò da voi». Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla,31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. »”
Gesù ci parla di pace e al riguardo ci invita a distinguere tra la pace del mondo e la sua pace. La pace del mondo non è la pace nel mondo, ma pace che ognuno di noi cerca di ritagliarsi nella sua vita ogni giorno, ossia la pace che ci permette di non essere assillati dalla preoccupazioni della vita corrente, la pace che ci chiude in noi stessi e ci permette di godere la tranquillità di una vita totalmente dedicata alla cura dei nostri interessi strettamente personali, la pace di chi egoisticamente fugge dai problemi della società per non lasciarsi scomodare, per non lasciarsi turbare, per non lasciarsi coinvolgere in situazioni che richiedono impegno, tempo, energie, denaro, risorse, senza avere un tornaconto personale diretto. La pace del mondo è la pace di chi chiude gli occhi di fronte alla sofferenza, alla fame, alla carità, al prossimo perché non toccato personalmente. La pace del mondo è la pace che ti insegna a evitare tutte quelle situazioni che comportano un impegno gratuito verso gli altri. La pace del mondo è del mondo proprio perché è la pace a cui aspiriamo tutti gli uomini del mondo, è la pace più semplice da vivere e conquistare, è la pace del diretto tornaconto personale e della tranquillità di vita. Ma in questa pace illusoria, in cui il cuore è apparentemente appagato dagli affetti familiari e dal una fede opportunistica, la coscienza, in realtà, rimane in preda all’inquietudine e l’anima soffre a causa di un malessere planetario che la contagia direttamente. Impossibile passare davanti alla sofferenza della gente e restare indifferenti perché non coinvolti personalmente, impossibile assistere alle grandi problematiche della vita e restare inermi, perché la buona sorte ci ha assistito fino ad ora. La pace cui si riferisce il Signore è invece tutt’altra cosa. Essa è quella pace che non dà tregua all’anima fino a quando essa non ha dato il massimo di se stessa per ogni situazione di dolore e di sofferenza incontrata. La pace del Signore è quella pace che non teme la croce pur di continuare ad amare, è quella pace che non si rassegna di fronte al bisogno degli altri, è quella pace che non si lascia sconfiggere dalle difficoltà e ostilità del “principe del mondo”, è quella pace che trova la sua attuazione solo nel riposo della comunione divina, è quella pace che si irradia nei cuori di chi ha compreso che Cristo è nel Padre e che il Padre è in Cristo, è quella pace che può essere concessa solo da Dio, è quella pace che nasce nel cuore di chi accoglie Cristo, è la pace di chi crede nella risurrezione di Cristo, è la pace di chi crede nella salvezza offertaci gratuitamente dal Signore, è la pace di chi restando impiantato nelle problematiche del mondo le vive proiettandole totalmente verso il Cielo e trova in Cristo il suo unico punto di riferimento e di accesso al Padre. La pace di Cristo è una pace che nel tempo della prova può anche creare timori, difficoltà, turbamenti, ma che resta fondata sulla promessa del Signore che in Lui la nostra morte è vinta, il peccato è sconfitto, la comunione del Paradiso è ristabilita, la vita eterna ci è restituita e la gioia della contemplazione del suo volto ci è donata per sempre. La Pace di Cristo è compiere la missione della nostra salvezza e tornare al Padre dopo aver adempiuto in tutto la Sua volontà, questa stessa pace è la nostra pace, perché solo in essa c’è la garanzia della partecipazione all’amore del Padre. Amare la pace, in definitiva significa amare il Padre come Cristo lo ama ed essere disposti per amore Suo a non cedere mai alla seduzione delle tenebre pur di restare nella comunione della Sua volontà. Andare al Padre deve essere l’unica preoccupazione nella vita di ognuno di noi, preoccupazione che non si limita alla nostra strettissima sfera personale, ma che si allarga a tutti gli uomini del mondo, preoccupazione che solo Cristo può eliminare per sempre con il frutto della Sua eterna mediazione. Occorre dunque consegnare tale verità a tutti i fratelli, perché ogni essere umano trovi in Cristo la sua vera pace.
Capo d’Orlando, 06/05/2015
Dario Sirna.