TINDARI – PELLEGRINAGGIO DEL 7 SETTEMBRE 2012

NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA – PELLEGRINAGGIO A TINDARI

Il 7 settembre di ogni anno una folla consistente di pellegrini si mette in cammino da tutte le parrocchie della Diocesi di Patti e della limitrofa diocesi di Messina per raggiungere il Santuario del Tindari, ove giorno 8 si festeggia solennemente la natività della Beata Vergine Maria.

Tra le feste della provincia di Messina, questa è la festa che ha maggior richiamo e maggiore partecipazione da parte dei fedeli. La devozione alla Madonna del Tindari è molto forte, infatti, non solo nell’interland di Patti, ma anche esternamente ad esso, con risonanze in tutta la Regione. I pellegrini, a seconda della loro provenienza e quindi della distanza che devono coprire per raggiungere il Santuario, si mettono in cammino calcolando di poter percorrere 3/4 km per ogni ora di strada effettuata. L’obiettivo è giungere sul posto alle 18,00, prima dell’inizio della processione, che parte dalla Casa della Vita. Altri pellegrini, invece, in base agli impegni lavorativi e alle condizioni climatiche, preferiscono partire all’imbrunire e affrontare il cammino nella frescura della notte, per giungere al Santuario all’alba di giorno 8 e partecipare, così, alla prima messa della solennità. E’ da circa 10 anni consecutivi che noi partecipiamo a questo pellegrinaggio, partendo da Capo d’Orlando, generalmente intorno alle 7 del mattino, con lo scopo di partecipare sia alla processione che alla successiva celebrazione Eucaristica. Il gruppo generalmente si compone di 5/7 unità ben affiatate tra di loro. Quest’anno la partenza è stata leggermente posticipata a causa di un forte acquazzone abbattutosi nella nostra zona nelle prime ore dell’alba. La distanza da coprire è di circa 42 km, percorsi per la maggior parte sulla Strada Statale, attraversando quindi i Comuni di Brolo, Gliaca di Piraino, Gioiosa Marea e Patti, lungo un tragitto che offre tanti scorci naturalistici di grande effetto , grazie ad una costa di eccezionale bellezza. Il percorso, infatti, costeggia tutta la bellissima scogliera di Piraino e di Gioisa Marea, con eccezionali vedute su tratti di mare e spiaggia di grande pregio ambientale e naturale. Quest’anno a causa di una frana abbattutasi in corrispondenza di Torre delle Ciavole, la Statale è stata chiusa al transito di veicoli e pedoni. Per impedire il passaggio a piedi sono state innalzate della barriere invalicabili che ci hanno costretto a trovarci un percorso alternativo. La scelta ricadeva solo su due possibilità. Tornare indietro e rinunciare al pellegrinaggio, oppure, superare l’ostacolo salendo dalla litoranea fino al centro di Piraino e da lì ridiscendere sulla Statale in corrispondenza di Calanovella. Un percorso di oltre 10 Km in più, con un dislivello di oltre 400 metri da scalare, per un tratto di litoranea corrispondente della lunghezza di poco meno di un chilometro. Essendo molto motivati, non ci siamo lasciati scoraggiare neanche dalle indicazioni poco confortanti della gente del luogo. Così, animati di tanta buona volontà ci siamo immessi sulla via di Torre delle Ciavole che collega Gliaca di Piraino con la Guardiola Belvedere di Piraino. Il percorso è stremante per l’eccessiva pendenza della strada e per la sua infinita lunghezza, ma ha un valore paesaggistico e naturale indiscutibile. La strada si innalza sulla scogliera che da Piraino violentemente precipita a mare, regalando, così, lungo il suo svolgersi e il suo innalzarsi, grandi emozioni per le straordinarie vedute aeree su uno dei tratti di costa più belli del messinese, quello compreso tra Capo d’Orlando e Capo Calavà. Sfortunatamente per la zona in questione e per noi che siamo stati costretti a intraprendere questo cammino, tutto il meraviglioso bosco mediterraneo che ricopriva gli irti versanti della scogliera in questione pochi mesi addietro è stato completamente distrutto da un vasto incendio, che ha cancellato ogni segno di vegetazione spontanea e coltivata. Abbiamo, dunque, dovuto affrontare la estenuante salita camminando in mezzo a un desolante ambiente, ancora fortemente penalizzato dalla presenza di una vegetazione completamente carbonizzata e di un forte odore di bruciato. La forza distruttiva del fuoco è stata talmente grande che l’incendio sembra essere avvenuto da pochissimi giorni, non essendoci alcun segno di ripresa vegetativa. Il fuoco sembra aver cancellato per sempre la vita da questi panoramicissimi versanti. Vista la notevole destabilizzazione dell’assetto del territorio, provocata dalle fiamme, è molto probabile che la frana verificatasi qualche giorno addietro sia stata causata proprio da questo rovinoso incendio e non è assolutamente da escludersi che nuove e più gravi frane possano verificarsi nelle prossime stagioni. Superata la zona ci siamo rimessi in cammino raggiungendo la Statale a Calanovella e da qui, fortemente provati nelle forze fisiche siamo giunti, percorrendo l’usuale tragitto, a Tindari. Se il nostro amore per la Madonna e l’unione del gruppo non fossero stati veramente saldi e sinceri sicuramente non saremmo giunti a destinazione. Ma il desiderio di pregare e di offrire, come ogni anno, il nostro cammino e le nostre orazioni alla Madre Celeste ci ha consentito di ottenere tutto l’aiuto divino per portare a felice compimento questa nostra esperienza. Siamo certi che senza un provvidenziale intervento divino, questo cammino di circa 50 km, non sarebbe mai giunto a compimento. Tantissime ore di cammino, circa 12, comprese le soste per riprenderci, bere e mangiare, ma tutte devotamente offerte alla Madonna, la quale ha sicuramente sostenuto le nostre forze e guidato i nostri passi fino alla meta. Alla fine la stanchezza fisica e tutte le prove sostenute per giungere alla meta sono state ampiamente ricompensate e simultaneamente cancellate da una grande crescita spirituale avvenuta sotto la guida della Madonna, con la recita del Santo Rosario e la contemplazione di tutti i misteri della salvezza. Abbiamo sentito la presenza amorevole della Madre incoraggiarci a camminare verso il Figlio, spingerci a superare tutte le salite, infonderci coraggio e speranza, mentre nel cuore la fede guadagnava nuovi orizzonti. La Madonnina Nera, il cui colore della pelle sembra volerci ricordare che Lei è Madre di tutte le razze umane e che noi uomini dobbiamo vivere in perfetta comunione e fratellanza con tutti popoli della terra, ci ha sostenuto in questa impresa che aveva come scopo quello di rendere omaggio a Cristo Gesù, per il dono della vita e della salvezza. La Madre, da noi tanto invocata durante tutto il tragitto con preghiere, suppliche, canti, e lodi, è entrata nel nostro cuore con la forza e l’amore della nostra stessa madre naturale, unendoci tra noi come veri fratelli. Stretti attorno a Lei ci siamo ritrovati così nel Tempio di Dio di fronte a Gesù Cristo, nostro vero Pastore. Giunti al Santuario, la statua della Madonna ci attendeva sul Sacrato, allargando le sue braccia verso di noi, offrendoci il Figlio portato sul grembo, e accogliendoci, così, con la più grande gratitudine che avremmo mai potuto ricevere. Lei, di cui noi non siamo degni neanche di pronunciare il nome, ha offerto a noi, il suo Dono più prezioso: Gesù. Noi, indegni di stare alla sua presenza, non le abbiamo dato nulla e non le abbiamo portato nulla, se non lamenti, dispiaceri, richieste, preoccupazioni, ansie, dolori e sofferenze. Lei, invece, da vera Madre di tutti ci ha accolto con un amore immenso, facendo sue tutte le nostre necessità e presentandole a Gesù per noi. La sua intercessione al Figlio è la più potente ed efficace del Mondo perché il suo amore per il Figlio e l’amore del Figlio per Lei, è il più grande del mondo. La Madre ci ha, così, felicemente indotti a riconciliarci con Dio, attraverso il Sacramento della confessione e successivamente, con la partecipazione alla celebrazione Eucaristica, ci ha finalmente raggiunti nel Figlio attraverso la Santa Comunione. Il Sacerdote celebrante durante l’omelia è si soffermato sull’immagine di Maria, descrivendola come il più grande capolavoro di Dio, quel Capolavoro di Dio da cui “ è nato il sole di giustizia, Cristo, nostro Dio: egli ha tolto la condanna e ha portato la grazia, ha vinto la morte e ha donato la vita”. Noi ringraziamo la Madre Celeste per tutti i doni concessici e soprattutto per il “si” con cui Ella donandosi a Dio ci ha donato Dio.

Capo d’Orlando 08/09/2012

Dario Sirna

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