RISERVA DI TINDARI – IL LAGO VERDE
Il Lago Verde è una delle cinque aree umide che in atto occupano la zona della Riserva di Tindari. Si tratta di un piccolo laghetto addossato alla falesia sottostante al Santuario della Madonna di Tindari. Il suo nome è ovviamente dovuto alla colorazione delle sue acque. Lo specchio che ne delimita la superficie superiore lascia trasparire con grande limpidezza un fondale particolarmente ricco di alghe verdi, che conferisce al lago la sua tipica colorazione smeraldo. |
Il lago ha una forma irregolare dovuta alla presenza della falesia, dalle cui rocce le acqua sembrano sgorgare come sorgenti sotterrane riaffiorate in superficie. Il versante ovest del lago è perciò delimitato direttamente dalla muraglia rocciosa della falesia, che con un argine invalicabile innalza la sua altissima rupe fino fermare completamente il campo visivo sulla chiusura del sipario roccioso. La vista è, pertanto, imprigionata tra la roccia e lo specchio lacustre con effetti illusori dovuti alla potente riflessione della superficie del lago. L’effetto specchio è talmente esaltato che chi si trova a passare davanti al Lago Verde ha l’impressione di vedere la falesia ribaltata all’interno delle acque. All’andamento rettilineo della sponda ovest del Lago, determinato dalla forma della scogliera rocciosa, si contrappongono le dolci e arrotondate curve delle altre sponde, similmente a quanto accade per le restanti aree umide. Le sponde poste sulla sinistra e orientate a Sud risultano fittamente popolate da vaste aree di canneti che rendono impossibile il raggiungimento di tali versanti. L’unica sponda lacustre percorribile è dunque quella orientata a Nord e a grecale. Su tale sponda il lago offre un’ampia e ospitale spiaggia di fine sabbia grigia. La forma del lago si allunga e si assottiglia verso la roccia del capo di Tindari, avvicinandosi parecchio al mare. La bellezza di questo lago è dovuta alla concomitante presenza di vari fattori ed elementi naturalistici di grande pregio di cui citiamo innanzitutto il contatto diretto delle acque del lago con la roccia della falesia. La linea di contatto tra questi due elementi appartenenti a stati diversi della materia avviene tramite una sequenza ripetuta di piccoli ingrottamenti e di sconfinamenti sotterranei. Ciò non consente di stabilire esattamente l’estensione del lago che, infatti sembra inabissarsi e scomparire sotto la roccia nuda della scogliera. Questa circostanza attribuisce al lago un fascino particolare dovuto al mistero della sua origine e del suo permanere. Altro elemento caratteristico del lago è il suo colore verde scuro, dovuto, come già detto, alla particolare vegetazione lacustre che come un soffice e spugnoso tappeto ricopre tutto il fondale. L’effetto è veramente gradevole ed è esaltato dalla presenza di forti contrasti con il colori degli elementi naturali che popolano le sue sponde. Le pareti grigie della scogliera contribuiscono con le loro scurissime ombre a fortificare i toni del verde, conferendo all’acqua una tinta ancora più evidente. Ma l’effetto più bello delle rocce è quello dovuto ai contrasti di colore con le chiare tinte della falesia. Anche la vegetazione che si inserisce con prepotenza sulle sponde del lago gioca un ruolo fondamentale nella definizione dell’ambiente lacustre. I fitti canneti si specchiano infatti con una simmetria perfetta sulle limpidissime e immobili acque del lago generando un’atmosfera fortemente romantica e di grande effetto naturalistico. Non meno apprezzabile è il contributo delle bellissime spiagge di sabbia che occupano le sponde opposte, Esse ci permettono di avvicinarci alla battigia a tal punto da permetterci di leggere la struttura del bellissimo fondale del lago. Proprio da queste sponde è possibile ammirare il fantastico riflesso della scogliera del capo specchiarsi sulla superficie dello lago e dare vita ad una perfetta simmetria di immagini capovolte, frutto di realtà e illusione, secondo un gioco di luci e forme vere e virtuali. Dopo aver documentato le sponde del lago, vista la vicinanza con le rocce della falesia, decidiamo di arrampicarci sulla scogliera del promontorio al fine di godere di una visione aerea completa di tutta l’area lagunare. L’impresa non è affatto facile a causa della pericolosità degli strapiombi incontrati ma i risultati sono veramente eccellenti e soddisfacenti. La laguna vista dall’alto appare in tutta la sua bellezza e si presenta come un piccolo fazzoletto di lino finemente ricamato sui bordi e all’interno, arricchito di dipinti e merletti, tanto da sembrare il capo più prezioso di un corredo regale. E in effetti esso si distende proprio ai piedi di quella superba e inaccessibile rupe che ospita il Santuario della Madonna del Tindari, come ad indicarne ed evidenziarne la sua presenza. La vista aerea ci regala un quadro d’insieme di eccezionale bellezza. L’incantevole luce azzurra del mare si raccoglie verso la costa della Sicilia e qui, attraversando l’area della laguna, si arricchisce della bellezza dei suoi profumi e del suo splendore, quindi raggiunta la falesia la risale con forza e vigore fino a riversarsi, congiuntamente alla luce azzurra discendente dal Cielo, sul Santuario di Tindari. Ogni singolo raggio dello splendore di questa incantevole bellezza converge verso Cristo e da Lui, ulteriormente potenziato e arricchito, diverge poi verso il mondo, propagandosi su tutta la terra. La condizione è fortemente contemplativa e a cibarsene e a goderne in prima persona è l’anima. Essa trova nell’incontro con Dio la sua armonia naturale, determinata dalla bellezza di un creato illuminato direttamente dall’Amore del Signore.
Capo d’Orlando, 04/01/2013
Dario Sirna.
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