SUL TUO POPOLO LA TUA BENEDIZIONE!

SALMO 3

Buongiorno a tutti,

il cammino di oggi si svolge lungo il percorso indicato dal Salmo 3, di seguito riportato:

Signore, quanti sono i miei oppressori!

Molti contro di me insorgono.

Molti di me vanno dicendo:

“Neppure Dio lo salva!”

Ma tu, Signore, sei mia difesa, tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.

Al Signore innalzo la mia voce

E mi risponde dal suo monte santo.

Io mi corico e mi addormento,

mi sveglio perché il Signore mi sostiene.

Non temo la moltitudine di genti

Che contro di me si accampano.

Sorgi, Signore,

salvami, Dio mio.

Hai colpito sulla guancia i miei nemici,

hai spezzato i denti ai peccatori.

Del Signore è la salvezza:

sul tuo popolo la tua benedizione.

Il tema centrale del Salmo è la Salvezza: essa appartiene a Dio. Il Salmista ci rende partecipe di un’esperienza drammatica che gli procura grande angoscia e paura. La sua vita è minacciata da numerosi nemici che insorgono con violenza e prepotenza contro di lui per opprimerlo. Il motivo di questo attacco non è espressamente palesato, ma è sicuramente riconducibile alla fede dell’Orante e alla sua ferma posizione di difesa del nome e della potenza salvifica di Dio. L’esclamazione “Nessuna salvezza può avere da Dio” pronunciata con sicurezza e con gusto perverso da parte dei suoi nemici ci permette di inquadrare meglio la situazione in cui il Salmista si ritrova. E’ il Salmista che percorre vie contrarie all’amore di Dio o è la moltitudine di chi lo osteggia a trovarsi nell’errore? Allora come oggi è più facile mettersi dalla parte della maggioranza e della moda del momento che schierarsi con chi si trova isolato a percorrere la via della giustizia e del bene. Ma l’Orante sa di potere confidare nel Signore e di potersi fidare con sicurezza solo di Lui. Egli non teme il nemico, neanche se questo, numerosissimo, lo accerchia su tutti i fronti, imprigionandolo nelle sue morse, perché Egli è cosciente che Dio è continuamente presente nel mondo per non abbandonare mai l’uomo, per soccorrerlo nelle necessità, per difenderlo dal male e dai suoi nemici con la stessa grande efficienza di uno scudo di salvezza che rende impossibile ai colpi letali degli aggressori di colpire la vittima. Egli, inoltre, non è in cerca di gloria, di successo e di consensi da parte del popolo, perché tutta la sua gloria e tutto il suo compiacimento sta nella gloria di Dio. Comprende che effimera è la sorte e la potenza dell’uomo che confida in se stesso e su gli altri, mentre certa ed indistruttibile è la salvezza di chi si pone nelle mani di Dio, affidandosi totalmente a Lui e cercando la propria felicità nella comunione con Dio, nell’obbedienza totale alla sua volontà, nella partecipazione alla sua vita e alla sua gloria. Questa sua fede è la sua vera forza, la sua vera arma di successo e di vittoria, arma che gli permette di mantenere il capo sempre eretto verso il cielo e di camminare in mezzo ai suoi nemici a testa alta, come un vero vincitore. La sua certezza nell’amore di Dio è talmente fondata e salda che Egli è sicuro di essere sempre ascoltato ed esaudito da Dio. Sicurezza confermata dalla sua esperienza di vita quotidiana durante la quale Dio non manca mai di rendersi presente. Dal mattino alla sera e dalla notte al giorno, l’Orante vive intensamente il suo rapporto con Dio, non tralasciando di condividere con il Signore ogni istante della sua vita. Egli ha gustato fino in fondo la bellezza dell’amore di Dio e ne è rimasto totalmente sedotto, tanto da avere consacrato il suo cuore e la sua vita al Signore. L’immagine di Dio che al suo risveglio lo accoglie nel nuovo giorno tenendolo per mano è un’immagine di tenerezza con cui il Salmista ci confida il suo rapporto intimo con Dio. Così come altrettanto tenera e segno di intimità è la certezza con cui l’Orante si corica e si addormenta tranquillo e beato senza dover temere il pericolo delle tenebre e di un attacco notturno da parte dei suoi nemici. Questa ultima immagine è forse la testimonianza più grande che Egli ci dà sulla positiva risposta di Dio alla sua richiesta di aiuto contro i nemici che attentano alla sua vita. Egli ha, dunque, ben ragione di affermare a gran voce di non temere la “miriade di genti” appostate contro di lui “dappertutto”, perché è certo che Dio sorgerà per sconfiggere i suoi nemici e per liberarlo dal male che lo accerchia. I versi finali racchiudono in sé tutto il contenuto e il senso del messaggio che il Salmista ci vuole consegnare e cioè che del Signore è la salvezza. La benedizione di Dio, che Egli invoca su tutto il popolo e quindi anche su di noi, con cui viene chiuso il Salmo, è l’espressione dell’intento missionario di questo canto di salvezza elevato a Dio. Nell’anno della fede, appena iniziato, vale proprio la pena leggere e rileggere questo Salmo, confrontarsi con il Salmista e con i suoi nemici, esaminarsi nella coscienza e nel cuore per comprendere fino a che punto noi affidiamo la nostra vita e la nostra salvezza a Dio, fino a che punto noi, che oggi abbiamo la certezza della nostra redenzione operata da Cristo, abbiamo intrapreso un cammino sulla via della conoscenza di Dio e dell’adesione integrale al suo amore. La figura del Salmista è incarnata da Cristo, che ci fornisce la testimonianza più alta di affidamento a Dio, di obbedienza cieca alla sua volontà, e di adesione integrale al suo amore. Egli con la sua vita, non solo ci ha mostrato come conseguire la salvezza di Dio, ma dopo averla conseguita e fatta propria con l’amore e l’obbedienza l’ha estesa e donata a ciascuno di noi per dono e per misericordia. Oggi ci basta aderire a Cristo e accoglierlo nella nostra vita a braccia aperte per potere coricarci e addormentarci nel sonno della morte sicuri che Dio non ci abbandonerà e che ci farà risorgere sollevandoci con la sua stessa mano per portarci con sé in Paradiso.

Capo d’Orlando, 18/11/2012

Dario Sirna

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