NEBRODI – STRETTA DI LONGI – TRATTO ROCCHE GRIGIE E INGROTTAMENTO
Siamo sempre nella Stretta di Longi, in un tratto particolare che noi abbiamo chiamato Rocche Grigie. Tutta la Stretta è stata da noi suddivisa in diversi tronchi individuati a secondo della natura e conformazione della roccia della gola e del fiume. |
Il tratto in questione si trova immediatamente a valle del IV tratto Rocche Rosse ed è perciò accessibile dalla Reggia Trazzera, imboccata in località Paratore, sulla sponda di Frazzanò del Fiume Fitalia. Raggiunto il letto del fiume sopra la cascata della Stretta, per accedere a questa zona occorre risalire di poco la gola per ritrovarsi immediatamente all’entrata della prima grande piscina. Questa vasca naturale è scavata nella roccia rosa dalla forza di una cascata incanalata all’interno di uno stretto passaggio, che copre un dislivello di circa tre metri. L’acqua della piscina è splendente e trasparente come una preziosa gemma di smeraldo. In corrispondenza della cascata il fondale è molto profondo e la corrente è abbastanza forte a causa dello stretto passaggio scavato tra le due pareti laterali di roccia rosa. Allontanandoci dal salto d’acqua, il fondale diventa, invece, sempre meno profondo e più trasparente, regalando la bellissima visione di uno stupendo tappeto muschiato, luccicante come l’oro e lavorato come un raffinato ricamo. E’ un dipinto vivente che cambia continuamente colore e forma a seconda della direzione del Sole e della forza del vento. In esso guizzano gruppi di veloci trote in cerca di cibo, mentre granchi solitari con lentissimi movimenti si nascondono nelle tane o sotto le pietre. Passiamo nella zona cercando di mantenere inalterato lo spettacolo e di turbare il meno possibile la quiete e l’armonia della piscina, ma basta proprio una minima interferenza con l’acqua per sconvolgere un così delicato equilibrio e per deturpare una altrettanto vulnerabile bellezza. Nella Stretta tutto è straordinariamente bello, ma tutto è anche straordinariamente precario. In ogni istante sono possibili eventi che sconvolgono completamente l’assetto precedente. Ma la grandiosità del luogo consiste nella sua elevatissima capacità di rigenerare bellezza e armonia, cosicché ogni istante è differente dal precedente e dal seguente, ma non per questo meno interessante. Il volto e la veste della Stretta cambiano in continuazione, ma solo per manifestare le immense potenzialità di questo luogo magico e sempre attraente. Proseguendo oltre la piscina raggiungiamo un altro posto di elevato interesse e di strepitosa bellezza: un tunnel naturale all’interno del quale passano le acque del fiume. Il tunnel è stato formato da una imponente frana che ha staccato e precipitato nel letto del fiume un masso roccioso di dimensioni talmente grandi da sbarrarne completamente tutto il greto. Il masso si appoggia infatti su entrambe le pareti verticali che formano la gola, chiudendo questa trasversalmente e lasciando un passaggio per l’acqua solo sul lato di Longi. Qui, infatti, a causa della forma del masso franato e della sporgenza della parete laterale della gola, si è formato un tunnel che costituisce l’unico passaggio per l’acqua. In assenza dello stesso, il masso franato avrebbe ostacolato il regolare fluire delle acque dando luogo alla formazione una diga naturale con tanto di cascata. La roccia franata è talmente grande che su di essa crescono alberi ed è stata impiantata anche una recinzione in legno e filo che ne divide la superficie in due parti. Il masso ha anche una funzione di ponte perché consente di transitare da una sponda all’altra del fiume senza attraversarne le acque. Il tunnel o ingrottamento è veramente interessante e bello. Si sviluppa in lunghezza per circa una ventina di metri, mentre in altezza raggiunge nei punti più alti anche i cinque metri. Ha una sezione a triangolo irregolare. Al suo interno la luce è talmente scarsa da impedire lo scatto naturale delle fotografie. Il fondale del fiume in questo periodo è alto circa 120 cm nei punti più profondi. Dal suo interno la prospettiva del fiume assume una fisionomia completamente nuova e diversa, molto simile in certi aspetti al tunnel del tratto di Longi. All’uscita dal tunnel vi è un’ampia, altissima e buia anticamera di collegamento tra il fiume e il tunnel. Qui il passaggio dei raggi solari è impedito dalla fitta vegetazione arborea del soprastante bosco, che si spinge con forza e coraggio fin sulle scoscese pareti verticali, proiettando l’oscura ombra delle verdi chiome sul sottostante ambiente. In questo punto l’ambiente è talmente buio che neanche utilizzando il flash è possibile ottenere scatti di qualità. Ci fermiamo parecchio all’interno del tunnel, nelle sue strette adiacenze, all’ingresso e all’uscita dello stesso e sopra il masso che lo ha generato. Dall’alto ci accorgiamo che sulla destra esiste uno spettacolare pilastro di roccia, molto alto, forse anche 20 metri, completamente ricoperto e nascosto da una fittissima edera rampicante. In questo luogo ci eravamo già stati nell’escursione del tratto denominato Stretta di Longi – sopra cascata, ma a causa della notevole quantità di acqua nel fiume e della sua forte corrente non eravamo riusciti ad attraversare il tunnel, che avevamo poi superato scalando dall’esterno il masso che lo ricopre. Proseguendo oltre inizia il tratto delle rocche grigie. Il fiume continua a mantenere il suo andamento e la sua conformazione, alternando piccole cascate a piscine e a tratti più regolari. Le rocche grigie non sono particolarmente alte ma, rispetto al contesto a valle e a quello a monte rapprendano un elemento nuovo e poco diffuso altrove. Hanno un colore simile alla silice e presentano una struttura a strati obliqui alti circa 10-15 cm, sovrapposti l’uno all’altro. Inoltre la loro particolarità consiste nella struttura interna, che sembra essere formata dalla inclusione di elementi o nuclei lapidei di diversa origine. Sulla superficie di alcune rocce emergenti dal fiume e levigate dalla forza delle acque impetuose, questi nuclei sono evidenti dando l’impressione di una palladiana in tinta, formata con sassi della stessa specie lapidea.L’escursione si conclude proprio all’inizio delle Rocche Rosse. Anche in questo tratto di Stretta abbiamo avuto la gioia di potere ammirare nuove ed esaltanti bellezze della natura, che qui il Creatore ha voluto arricchire di tante sorprendenti meraviglie. La Stretta sembra come un castello incantato le cui porte si aprono su infiniti giardini di straordinaria bellezza. Ogni giardino, diverso dal precedente, lascia nel cuore il ricordo di un giorno speciale vissuto negli atri del Paradiso.
Ringraziamo con tutto il cuore Dio per avere creato tanta bellezza, per averla arricchita e custodita con grande gelosia nel corso del tempo, per averci donato il privilegio di poterla ammirare e apprezzare, e per averci mostrato, tramite il dono ricevuto, l’immensità dell’amore riversato su di noi.
Capo d’Orlando, 26/08/2012
Dario Sirna