NEBRODI – STRETTA DI LONGI – ROCCHE ROSSE III TRATTO
Nell’escursione precedentente, rocche Rosse II tratto, ci eravamo fermati all’uscita della seconda gola incontrata scendendo da Nasera. Alla fine dell’escursione la nostra attenzione, sempre proiettata in avanti per scoprire ed individuare le mete future, era rimasta completamente catturata dalla presenza di una terza gola di grande effetto. |
Oggi abbiamo deciso di dedicare questa escursione solo ed esclusivamente all’esplorazione di questa nuova meraviglia della Stretta di Longi. Per motivi logistici ci siamo mossi in direzione inversa a quella delle escursioni precedenti, preferendo per la presente occasione risalire il Fiume dalla porta del Paratore. A tale scopo ci siamo fermati con la macchina sulla strada a scorrimento veloce che congiunge la costa con Galati Mamertino, parcheggiando poco prima dell’inizio della salita. A piedi abbiamo attraversato il Fitalia portandoci sulla sponda di Frazzanò e da lì ci siamo immessi sull’antica Reggia Trazzera. Con questo stratagemma abbiamo superato la cascata della Stretta, altrimenti invalicabile a piedi. Dalla Reggia Trazzera, pochi metri prima del suo crollo, sfruttando alcuni passaggi nel pendio della gola, siamo scesi nel fiume e lo abbiamo risalito fino a raggiungere la nostra meta. Occorre precisare che le condizioni in cui versa la Reggia Trazzera che un tempo collegava Longi con il fondovalle sono tali da rendere attualmente il sentiero poco praticabile, sia per la presenza di rovi e canneti che infestano il sentiero inghiottendolo nelle loro fauci, sia per la presenza in alcuni tratti di punti molto pericolosi da affrontare a causa di vecchie frane, mai rimosse. Inoltre la discesa che collega il sentiero con il letto del Fiume, seppur praticabile, richiede comunque molta attenzione e coraggio. Proseguire poi lungo il greto è sempre un’impresa difficile, che necessita di molta pazienza, elevata attenzione, forza e tempo, specialmente nel superamento di alcuni passaggi, in corrispondenza dei quali il fiume e le rocce si combinano in modo tale da impedire il normale proseguimento. Precisiamo e ricordiamo che camminare nella Stretta non è una passeggiata, ma una impegnativa e rischiosa attività sportiva che richiede un minimo di preparazione, tantissima prudenza e un’adeguata attrezzatura. Giunti alle porte della nostra meta a colpirci immediatamente è la grande piscina che si estende davanti a noi, racchiusa lateralmente da due pareti verticali di roccia rossa, alte oltre 15 metri. La piscina inizialmente ha un fondale poco profondo e facilmente attraversabile, che, però, dopo pochi passi degrada abbassandosi sempre di più fino a sprofondare oltre i 2-3 metri sotto il livello dell’acqua. Per evitare di attraversare a nuoto la lunga gola proviamo a cercare un varco tra le rocce laterali della parete destra, quella che apparentemente sembra prestarsi di più ad essere scalata senza grandi difficoltà, ma non troviamo alcun passaggio percorribile senza rischi elevati. Decidiamo, così, come la volta precedente di attraversare tutto il canale a nuoto, caricando vestiti, zaini e macchine fotografiche sul nostro piccolo canotto, gonfiato sul posto all’occorrenza. Giunti sulla sponda opposta della piscina sotto la cascata che riversa l’acqua del fiume nel suo bacino, guardando indietro, ci ritroviamo di fronte uno spettacolo inaspettato. La conformazione della gola è a forma di S, per cui osservandola dalla sponda a valle gran parte delle pareti della gola rimangono nel cono d’ombra del campo visivo, vengono cioè nascoste dai primi contrafforti, la prospettiva è molto limitata e non lascia vedere lo spettacolo realizzato dall’acqua sulle pareti laterali. Lo stesso dicasi sporgendosi dall’alto. Solo attraversando il canale e raggiungendo il piano superiore del salto d’acqua che in esso si getta è possibile godere in pieno l’intera prospettiva. Le rocce, specie sulla parete di Longi, oltre ad essere particolarmente rosse hanno una forma molto caratteristica, somigliando ad enormi strati obliqui sovrapposti l’uno all’altro, arrotondati e levigati perfettamente, separati tra loro da spazi vuoti e con un andamento longitudinale molto sinuoso, simili ai giganteschi gonfiabili di un grande parco acquatico. L’effetto scenico è stupefacente. Anche qui, come nelle due precedenti gole dell’escursione fatta nel secondo tratto delle Rocche Rosse, la vegetazione spontanea si mantiene esterna al letto del fiume, sviluppandosi solo al di sopra della gola, alle spalle delle pareti rocciose e comunque sopra il loro limite superiore. L’acqua del fiume scorre perciò in un meraviglioso letto di roccia pura, lateralmente avvolto dalle alte e rocciose pareti della gola, accessibile al sole sono in posizione di zenit. Una meraviglia sapientemente realizzata e nascosta dalla natura per stupire sempre di più il cuore dell’uomo. L’acqua del canale che scorre all’interno della gola è limpidissima e lascia trasparire un bellissimo fondale dorato che nelle zone più profonde conferisce al fiume un caratteristico colore verde smeraldo. E’ ancora una volta il contrasto tra il verde dell’acqua e il rosso delle rocce a esaltare la bellezza di questo posto così affascinante e selvaggio, simile nell’aspetto ai fantastici paesaggi di paesi esotici e biblici. Ci fermiamo in questo tratto particolarmente suggestivo per apprezzarne nei dettagli tutti i particolari e per goderci il più possibile lo scenario unico che lo incornicia. Siamo veramente soddisfatti delle forti emozioni che questo posto ci regala, decidiamo, perciò, di assaporare lentamente il gusto di questa eccezionale giornata, facendo riposare e beare il più possibile il nostro cuore all’interno di questo eden. Le fresche e tranquille acque della piscina all’interno della quale ci immergiamo ci consentono di smorzare il forte caldo di questo assolato giorno estivo, regalandoci la bellissima sensazione di essere ospiti graditi del Signore di questo affascinante paradiso terrestre. Difficile attraversare queste fresche e limpide acque, circondati da uno straordinario scenario di rocce rosse, lontani dai rumori e dalle frenesie del mondo, immersi in un contesto naturale perfetto e incontaminato, senza sentire la benevolenza di Dio esprimersi e donarsi a noi in questo oceano di pace e bellezza che ci avvolge, ci coccola e ci stringe con un chiaro spirito di predilezione. Noi accogliamo nel cuore le carezze provenienti dall’Alto e le custodiamo gelosamente, sicuri che per tutta la nostra vita non dimenticheremo mai questo posto così speciale e unico per l’anima e per il cuore. Alla fine, proprio per questo nostro sentirci vicini a Dio, comprendiamo che la Stretta è veramente tale non per lo stretto passaggio esistente tra i due versanti opposti dell’intera gola, ma perché in essa abbiamo un’occasione in più per “stringerci” al Signore.
Il nostro grazie e la nostra lode non possono cessare mai di salire a Dio per esprimere la nostra gratitudine per quanto ricevuto in questo giorno trascorso nelle braccia della “Stretta”.
Capo d’Orlando, 18/08/2012
Dario Sirna