STRETTA DI LONGI VI – ROCCHE ROSSE I TRATTO

STRETTA DI LONGI – ROCCHE ROSSE I TRATTO

L’ultima escursione effettuata nella Stretta di Longi – Fiumara Galati – Fiume Fitalia, si è conclusa all’inizio del tratto Rocche Rosse, subito dopo Nasera. Oggi abbiamo deciso di continuare la nostra esplorazione del Fiume, iniziando proprio da dove ci eravamo fermati la volta precedente.

La zona delle Rocche Rosse è molto estesa e particolarmente interessante durante tutto il suo percorso, per cui, al fine di dare una dettagliata descrizione di essa, abbiamo diviso il percorso in quattro tratti, di cui i primi due sono stati percorsi in discesa, mentre i rimanenti due sono stati esplorati in salita. Il tratto visitato oggi lo abbiamo raggiunto da Nasera, approfittando della disponibilità dei Sigg. Sutera che ci hanno permesso nuovamente di raggiungere il letto del fiume tramite un passaggio pedonale privato che scendendo da Nasera attraversa i loro terreni e finisce nel corso d’acqua. Quando il Fiume raggiunge la zona delle Rocche Rosse il suo letto si restringe notevolmente e la vegetazione arborea diventa meno uniforme, alternando zone scoperte a zone alberate. Anche la pendenza del fiume cambia, accentuandosi all’interno di un corridoio che si stringe sempre di più. Il Fiume procede verso valle con un andamento sinuoso in cui le varie anse formate, lambendo i costoni ripidissimi che scendono dai versanti di Longi e Galati Mamertino, si svelano lentamente, passo dopo passo, essendo la loro visione d’insieme impedita dai vari contrafforti che deviano il percorso del fiume dalla traiettoria rettilinea, costringendolo a serpeggiare tra rocce, massi enormi e rocche a strapiombo. L’effetto eccezionale di questo modo di procedere del fiume è quello di meravigliarci con continue sorprese che mantengono sempre alto il nostro interesse, suscitando in noi un costante e vivo stupore. Le Rocche Rosse sono molto affascinanti sia per il loro colore che per la loro particolare conformazione. Il colore della roccia è molto scuro, simile al vinaccio, con sfumature che a tratti si fanno accese come la porpora e a tratti invece si sbiadiscono in un inteso color rosa antico. In questo tratto, tutte le pareti della stretta valle in cui il Fiume si muove sono composte da rocce aventi questa particolare composizione, unica credo in tutta la zona. Spesso i fianchi laterali della valle, fortemente sottoposti all’erosione a causa delle loro elevate pendenze, presentano smottamenti e frane in corso di evoluzione. Queste ferite mettono in evidenza il colore rosso intenso del terreno e della roccia di cui si compongono questi versanti. Questa zona è la più interna della stretta, quella cioè più distante sia dal Paratore che da Milè, essa inoltre presenta notevoli difficoltà di percorso dovute alla natura selvaggia e aspra del territorio. In diversi punti per proseguire è necessario bagnarsi parzialmente, mentre in altri occorre proprio immergersi completamente nelle acque. Tutto ciò rende più difficile l’escursione e costituisce un forte deterrente per l’esplorazione delle zona. Noi, non ci scoraggiamo, anzi siamo fortemente motivati e affascinati da questa natura spettacolare, selvaggia, attraente, sorprendente, bellissima e sempre più entusiasmante. Le difficoltà del percorso stuzzicano e alimentano il nostro spirito di avventura e ci sollecitano ulteriormente a proseguire senza sosta, nel tentativo di restare in questo posto il più possibile per poterne scoprire tutti gli arcani segreti e per poterne godere tutte le straordinarie meraviglie. Nel tratto che stiamo percorrendo ciò che ci affascina maggiormente è ancora una volta la straordinaria varietà architettonica della natura. Il fiume è molto simile ad un giardino regale, o meglio, a un grande parco principesco ove a dare spettacolo sono i giochi d’acqua tra le rocce colorate e gli specchi dorati delle piscine che una dopo l’altra si rincorrono attraversando aree boscate e minuscole spiagge assolate. Piccole cascate naturali collegano le varie piscine tra di loro attraverso passaggi scavati nel fondale roccioso del fiume, passaggi che a volte sono talmente armoniosi e perfetti da sembrare artificiali. L’acqua scorrendo tra le rocce delle sponde laterali e del fondale, con un lavoro millenario e certosino, modella i grandi massi e le pareti tra cui essa si muove con la diligenza, la professionalità e l’arte di un maestro scalpellino, lavorando, levigando e trasformando i possenti monoliti rossi in vere e proprie sculture che arricchiscono la già splendida scenografia in cui il fiume avanza a valle. La cornice di verde intenso e fitto che a macchia di leopardo costeggia il fiume crea un gioco di luci e ombre, di raggi filtrati e zone illuminate che valorizza ulteriormente i vari elementi architettonici che passo dopo passo si incontrano. Spesso enormi massi levigati e arrotondati affiorano, come piccoli isolotti, dalle varie piscine scavate dall’acqua a valle dei salti delle cascate. Trovandosi al centro del letto del fiume, questi bellissimi massi, sono quasi sempre illuminati dai raggi del sole, che penetrando attraverso le fronde della vegetazione circostante, li fanno emergere in mezzo alle ombre del fiume come soggetti appositamente illuminati da proiettori naturali di luce solare. Tra riflessi, trasparenze, cascate, piscine, alberi e rocce, sembra sussistere un’eterna competizione avente come fine la conquista del primato della bellezza e la realizzazione dell’effetto più stupefacente. La bellezza di questo tratto di fiume si compone di pochi ingredienti semplici, ma sapientemente lavorati e combinati tra di loro per ottenere effetti suggestivi e imprevedibili. Il fiume, nonostante il suo percorso notevolmente accidentato, in questo periodo di secca è facilmente domabile e si presta ad essere visitato e ammirato in tutti i suoi angoli più nascosti, più pericolosi e più impervi, regalando, a chi manifesta per lui un sincero e acceso interesse, forti ed indimenticabili emozioni. Giungiamo alla fine di questo tratto fermandoci proprio di fronte a un nuovo scenario che per la notevole bellezza con cui si mostra ai nostri occhi accende in noi un nuovo e forte desiderio di tornare al più presto per continuare la nostra esplorazione.

In questo luogo così straordinariamente suggestivo e bello la nostra mente non può fare a meno di innalzarsi verso Dio per ringraziarlo e lodarlo sempre di più per il grande bene con cui arricchisce la nostra anima e con cui stimola il nostro cuore all’amore e alla contemplazione.

Capo d’Orlando, 16/08/2012

Dario Sirna

 

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