NEBRODI – STRETTA DI LONGI – GROTTA CORALLO E CASCATA DELLE PERLE
Durante l’escursione precedente effettuata nel secondo tratto sotto Nasera della Stretta di Longi, come già anticipato nel relativo reportage, per un caso puramente fortuito abbiamo scoperto sul versante di Longi la presenza di una cascata molto particolare e di una annessa grotta, anch’essa di rilevante interesse. La individuazione di questo particolare sito naturalistico è avvenuta mentre cercavamo sulla sponda di Longi i resti di un’antica conceria ad acqua, ove venivano prodotti drappi impermeabili. |
Nella fitta vegetazione che accerchia la Stretta è difficilissimo riuscire a muoversi in libertà e anche la vista è fortemente impedita dalla sovrapposizione delle verdi e folte fronde di alberi e arbusti che si sviluppano a tutte le altezze del campo visivo. Della conceria non siamo riusciti a trovare alcuna traccia, ma in compenso abbiamo scoperto qualcosa di molto più interessante. Da un costone laterale del versante longese, alto una ventina di metri, abbiamo visto una fitta pioggia precipitare sotto forma di cascata sulla sottostante selvaggia vegetazione. Penetrare nell’intricata boscaglia per raggiungere in linea diretta la cascata non è stato possibile, così ci siamo dovuti spostare un po’ più avanti per cercare un accesso laterale, che abbiamo trovato in corrispondenza di un piccolo rigagnolo, un affluente del corso d’acqua principale, proveniente sempre dalla sponda longese e presumibilmente alimentato dalla stessa cascata. Risalendo il piccolo affluente siamo riusciti, nonostante la impenetrabile vegetazione e i fanghi del terreno, a raggiungere il posto individuato e ad avvicinarci alla cascata. La nostra attenzione è stata colpita da una formazione mista di calcare gocciolante e di muschi, molto particolare. Nella parete verticale, sollevata a circa un metro da terra, si apre nella roccia una bellissima cavità con apertura orizzontale molto estesa in lunghezza e poco in altezza. All’interno di questa cavità la volta si innalza assumendo la forma di una straordinaria cupola impreziosita da una cascata infinita di sottilissime stalattiti, molto simili alle guglie rovesciate e appuntite di un’architettura gotica. Dall’estremità di ogni stalattite precipitano a terra piccole e luminose gocce di acqua che si raccolgono sul fondale della cavità dando luogo ad un sottile e trasparente specchio d’acqua che conferisce all’intera formazione ulteriore fascino e bellezza. All’interno della cavità la luce è molto scarsa a causa sia delle dimensioni ridotte dell’apertura da cui entra la luce, sia dell’ombrosa e fitta vegetazione da cui la struttura è avvolta. Dopo aver ispezionato e fotografato questo meraviglioso capolavoro in miniatura del Creatore, proseguiamo in direzione della cascata avvicinandoci molto ad essa, ma senza potervi passare sotto a causa sempre della vegetazione impenetrabile, delle elevata umidità e delle aree fangose circostanti. Ci apriamo un varco in mezzo al verde e riusciamo a scorgere la presenza della cascata e di una grotta, alle sue spalle. La cascata non è il classico salto di un corso d’acqua da un piano più alto ad uno più basso, ma un insieme di numerosissime luccicanti gocce d’acqua che stillano da una spugna naturale posta ad una ventina di metri di altezza, spugna costituita da foltissimi muschi. Tutta la parete da cui l’acqua stilla è ricoperta da analoghi muschi e da formazioni calcaree miste che ci ricordano quelle presenti al Catafurco. Anche l’abbondante gocciolamento di acqua è simile a quello della Madonnina del Catafurco. L’effetto qui è molto più accentuato e ha dimensioni più grandi, tanto da assumere la connotazione di una vera e propria cascata d’acqua sotto forma di pioggia. Come una tenda di luccicanti perle, la cascata precipita su un soffice cuscino di muschio verde infiltrandosi al suo interno. La presenza della fitta vegetazione che accerchia la cascata, dovuta alla elevata umidità e alla fertilità del posto, ci impedisce di fotografarla bene, ma al contempo crea un ambiente naturale selvaggio e incontaminato che ricorda molto quello di lontane isole tropicali. Lo spettacolo della cascata ci riempie di grande stupore e meraviglia sia perché in mezzo alla stragrande quantità di bellezze incontrate nella Stretta non ci aspettavamo assolutamente di essere sorpresi da nuovi effetti naturali del tutto inimmaginabili, sia per il suo elevato e pregiato valore naturalistico. Ma le sorprese riservateci dal posto non finiscono qui. Avanziamo di qualche passo, ci spostiamo sulla sinistra per evitare la doccia fredda dell’acqua stillata dai muschi e ci portiamo alle spalle della cascata, raggiungendo la grotta. All’apparenza la grotta non sembra niente di eccezionale, ma giunti al suo interno scorgiamo in corrispondenza della cascata un varco che introduce in un secondo ambiente, molto più interessante e straordinariamente bello. Ci abbassiamo per attraversare il piccolo varco ed entriamo in una vera e propria camera munita di aperture esterne laterali. L’interno della grotta è piccolo, molto umido e interessato in tutta la sua estensione dallo stillicidio dell’acqua che precipitando dalla cascata sulla roccia sottostante in parte viene filtrata all’interno della grotta creando una serie infinita di effetti straordinari. Sia le pareti laterali della grotta che la sua volta, sono completamente ricoperte di lunghissime e sottilissime stalattiti, talmente fitte e vicine da assomigliare a vere e proprie formazioni di corallo. Restiamo veramente sbalorditi dalla bellezza del posto e dalla sua imprevedibile e inimmaginabile unicità. La cascata di perle d’acqua precipita proprio davanti alla aperture della grotta creando nella sua combinazione con i raggi solari che filtrano all’interno un ulteriore effetto speciale che si riverbera all’interno della grotta. E’ difficile trovare un posto ove non stilli acqua dalla volta ed è altrettanto difficile scattare le foto senza correre il rischio di bagnare la fotocamera, ma noi ci avventuriamo lo stesso muovendoci molto lentamente per cercare di urtare il meno possibile con le pareti e con le stalattiti che scendono dall’alto. L’acqua che precipita sul fondo della grotta, prima di riversarsi all’esterno forma una pozza trasparente che contribuisce ad aumentare lo splendore dell’ambiente interno. Le perle d’acqua che all’esterno avevamo visto formare una pioggia a cascata stillano anche all’interno della grotta bagnando e illuminando di luce i sottilissimi e fragili rami di corallo, che come radici capillari di alberi calcificate dal tempo, formano una scultura di indescrivibile bellezza. Abbiamo l’impressione di trovarci in presenza del tesoro nascosto della Stretta, la grotta è come uno scrigno al cui interno sono conservate le più preziose e vulnerabili ricchezze del fiume, nascoste agli occhi di tutti con grande pudore e forte gelosia. Comprendiamo di essere entrati all’interno di un regno da mille e una notte, ove le porte del tempo si perdono nella luce delle gemme preziose stillate dai muschi della cascata e i segreti del fiume sono pazientemente accumulati nei sottilissimi rametti di corallo coltivati e protetti nella grotta. La bellezza sembra un mistero arcano, costruito e custodito diligentemente dalle laboriose mani di un invisibile e geniale Artista, incredibilmente abile sia nelle opere infinitamente piccole che in quelle straordinariamente grandi.
Siamo veramente soddisfatti per la grande sorpresa riservataci dal Creatore e sulla via del ritorno, quasi turbati e scossi dalle straordinarie bellezze viste, nel cuore non facciamo altro che lodare Dio per questo grande dono che ci ha concesso. Siamo sicuri che se non fosse stato per il suo intervento saremmo passati diritti davanti a questo suo meraviglioso capolavoro senza renderci assolutamente conto della sua esistenza, a causa proprio della grande cura con cui esso è nascosto all’interno del bosco. Non ci sono riferimenti esterni a cui potersi affidare per dare indicazioni sul posto, ma solo il desiderio e la voglia di lodare Dio per le sue immense e spettacolari bellezze può essere la chiave per accedere al suo interno.
Capo d’Orlando, 06/08/2012
Dario Sirna