LONGI E GALATI MAMERTINO – LA STRETTA A FEBBRAIO
Le intense e frequenti precipitazioni degli ultimi mesi invernali hanno determinato un considerevole aumento delle portate di fiumi e torrenti. Lo scenario naturale di questi ambienti con la stagione invernale è tornato a colorarsi di verde e di vita, regalandoci nuovi aspetti e nuovi volti di una bellezza in continua evoluzione. |
Abbiamo così deciso di ritornare all’interno della Stretta di Longi, nel suo tratto più vicino e più accessibile, quello posto a monte della cascata, per documentare oltre alla portata del corso d’acqua, gli effetti scenografici generati dalla forza della corrente. Per raggiungere la zona, dopo aver lasciato la macchina sotto il ponte della strada a scorrimento veloce per Galati Mamertino in località Paratore, abbiamo attraversato il fiume e spostatici sulla sponda di Frazzanò ci siamo immessi sul sentiero della Regia Trazzera. Da questa antica e suggestiva via di collegamento tra Longi e la costa siamo scesi nel fiume e ne abbiamo percorso il letto fino alla cascata della Stretta. Le condizioni del fiume, a causa della grande abbondanza di acqua, sono molto difficili e rischiose. La corrente è intensa e la profondità spesso supera il metro di altezza. In queste condizioni le acque non sono più limpide e impediscono perciò di valutare la loro esatta profondità, con la conseguenza che i punti disponibili per i passaggi da superare per portare a compimento il cammino sono davvero pochi e comunque molto rischiosi. A tali grandi inconvenienti corrisponde però il vantaggio di assistere a uno spettacolo di cascate e giochi di acqua davvero unico. Le condizioni atmosferiche non sono favorevoli, il cielo è coperto e una leggera pioggerella ci accoglie proprio nel cuore dell’escursione, durante i passaggi sulle varie rocce che popolano il greto del fiume. La presenza dell’acqua piovana dà il vantaggio di esaltare grandemente i colori delle rocce, scurendoli e arricchendoli di luce. Le rocce diventano intense superfici colorate con elevate capacità illuminanti. La luce naturale, già fortemente ridotta dalla fitta copertura nuvolosa e ulteriormente penalizzata dalla stretta conformazione a gola della valle, riesce a trovare nella patina lucida generata dalla pioggia sulle rocce un efficiente strumento per accrescere la luce all’interno della stretta e per creare un gioco di colori, contrasti, ombre e forme tale da movimentare lo scenario attorno alle furiose acque del fiume nella loro violenta corsa a valle. Gli stretti e ripidi passaggi in cui l’acqua viene costretta a muoversi aumentano la velocità delle linee di flusso, accelerano la corrente del fiume e costringono la portata a rimbalzare da una parete all’altra, attraverso un gioco di carambole, salti e spruzzi davvero molto interessante. Percorrendo l’alveo in direzione valle le difficoltà di cammino diventano sempre più elevate a causa non solo del pericolo rappresentato dalla intensificazione della corrente fluviale, ma, anche, dalla presenza di rocce molto grandi difficili da scalare per le loro alte dimensioni, per le loro forme e per la scivolosità delle loro superfici bagnate. Con tanta attenzione e pazienza riusciamo a trovare i passaggi per superare il tratto più difficile e più suggestivo del percorso. Salendo sulle rocce che imprigionano le acque in uno stretto e profondo imbuto ci portiamo al di là delle stesse per ammirare dal basso la prospettiva di questo particolare tratto di fiume in cui le acque dopo essere state suddivise in vari canali laterali vengono poi convogliate simultaneamente al centro. L’effetto è molto gradevole e la scena è una delle più suggestive della Stretta. La cornice esterna arricchisce notevolmente la prospettiva conferendole una maggiore importanza grazie alla imponente presenza delle rigide e alte pareti verticali in mezzo alle quali il fiume è costretto a muoversi. Le rocce della stretta in questa stagione, grazie all’effetto scurente dovuto all’umidità assorbita e agli scoli emergenti delle falde sotterranee, sono intensamente colorate, mentre la vegetazione naturale pur mantenendosi molto ricca e lussureggiante è priva dell’apporto verde delle chiome a fogliame caduco. Continuiamo a scendere nel fiume per cercare di avvicinarci alla cascata, superiamo altri ostacoli e giungiamo a pochi passi da essa, ma non siamo sufficientemente attrezzati per potere affrontare l’ultimo attraversamento, così siamo costretti a tornare indietro senza arrivare nel punto del salto per poterlo documentare dall’alto. Nonostante ciò siamo comunque molto soddisfatti dell’escursione compiuta e della possibilità che abbiamo avuto di potervi proporre una documentazione di questo posto proprio nel suo periodo di più grande vigore. Tornando indietro, dopo avere ripercorso la regia Trazzera a ritroso, mentre attraversiamo il letto del fiume, fuori dalla Stretta, il nostro udito viene catturato da un forte rumore di acque in caduta, il rombo di una grande cascata. Seguiamo la direzione del rumore e scendiamo di poche centinaia di metri verso valle mantenendoci sul letto del fiume. Improvvisamente si apre davanti a noi lo spettacolo di una meravigliosa cascata generata dalla presenza di una briglia artificiale in cemento alta circa cinque metri. L’abbondanza delle acque del fiume allarga il fronte della cascata su una apertura di oltre dieci metri esaltando così l’effetto di questo particolare salto. La cascata, pur essendo artificiale, ha un fascino non indifferente dovuto alle sue dimensioni e soprattutto all’importanza della portata. Grazie a quest’ultima il getto d’acqua in caduta riesce a coprire completamente e abbondantemente la sottostante struttura in cemento, lasciando in vista solo le strutture laterali di argine e limitando considerevolmente lo spiacevole impatto visivo dell’opera artificiale. Scendiamo sul piano inferiore della cascata e ne contempliamo tutta la sua bellezza. L’onda formata dall’acqua in caduta sembra proprio una grandissima onda marina nell’atto di infrangersi sulla battigia. Questo angolo del fiume ci riserva altre belle sorprese, tra cui la presenza di un secondo salto sulla sponda destra della stessa briglia, dovuto a un affluente laterale, il Fiumetto, e la presenza di una seconda briglia a valle erosa nella sua parte centrale e ancora intatta nella sua struttura superiore. Il grande varco aperto dalle corrente del fiume nella pancia di questa seconda briglia ha permesso l’abbassamento del piano inferiore della cascata e conseguentemente l’innalzamento del salto. Inoltre ha creato un suggestivo passaggio sottoponte ove confluiscono le acque provenienti dalla stessa cascata. Pienamente soddisfatti dalle sorprese che questo fiume in ogni escursione ci regala, ritorniamo a casa con il cuore pieno di gioia e di gratitudine per i grandi doni concessici ancora una volta dal Signore durante le nostre esperienze nella natura.
Capo d’Orlando, 13/02/2013
Dario Sirna