STRETTA DI LONGI O DEL PARATORE IX – REGIA TRAZZERA

REGIA TRAZZERA – COME IN UN VOLO

Durante i racconti delle numerose escursioni compiute all’interno della Stretta di Longi più volte abbiamo citato la Regia Trazzera, indicandola come via di accesso a quella parte di Stretta che si sviluppa dal piano superiore della cascata del Paratore fino alle prime Rocche Rosse.

Nel corso dei numerosi passaggi che abbiamo effettuato nella zona in questione per raggiungere le parti alte della Stretta abbiamo scattato delle fotografie che sintetizzano in breve la bellezza strepitosa di questo passaggio a mezz’aria. In questo reportage vi proponiamo tali scatti ordinati tra di loro secondo la sequenza progressiva del cammino in salita, ma spesso relativi ad ore differenti del giorno, con effetti di luce completamente diversi. Precisiamo subito che la Regia Trazzera era l’antica via di collegamento tra Longi e la marina. Essa collegava esattamente il centro di Longi con il Paratore, sboccando nel fiume Fitalia. Il suo percorso, tra i più arditi della zona, si sviluppava in gran parte parallelamente al fiume, sorvolandolo da una certa altezza.  Oggi, di questa spettacolare arteria sono rimasti pochissimi brevi tratti, tra cui quello, indispensabile, che collega il Paratore con il piano superiore della cascata, altrimenti completamente isolato. Le foto scattate si riferiscono proprio a   questa zona. E’ sorprendente vedere come questo sentiero, appoggiato tramite lunghi e alti muretti in pietra a secco, si arrampichi in un posto così impervio e pericoloso, apparentemente inaccessibile. La mulattiera si mantiene in quota delimitata a valle e a monte dalle altissime pareti verticali di vertiginosi strapiombi. La base di appoggio della sua sede sembra scavata nella roccia di un unico strapiombo, che a metà altezza risulta tagliato in due dal suo passaggio. La Regia Trazzera, utilissima e preziosissima nei tempi antichi, è stata abbandonata, come la maggior parte delle mulattiere, con l’avvento dell’era automobilistica, cosicché, venendo a mancare l’indispensabile manutenzione e l’interesse alla sua conservazione,     anno dopo anno è franata giù nel fiume, senza lasciare più nessuna traccia della sua esistenza per lunghissimi tratti. Oggi si può ritenere un miracolo la sopravvivenza di questo ultimo e importante tratto, avente un altissimo valore ambientale, naturalistico, escursionistico, paesaggistico e viario.  Il sentiero si sviluppa in parte nel territorio comunale di Frazzanò e in parte nel territorio di Longi. Attualmente versa in pessime condizioni a causa del totale abbandono sia dei terreni che danno accesso ad esso, sia del suo percorso. Alte erbe infestanti, macchie di rovi e canneti, rendono veramente difficile sia raggiungere il sentiero in quota che percorrerlo una volta immessi in esso. Lungo il tragitto, inoltre due frane relativamente recenti, hanno destabilizzato il piano calpestabile ora con forti e repentini abbassamenti verticali dello stesso, ora con lo scivolamento su di esso di masse sciolte ed altamente instabili di roccia e terra. Il rischio più grosso di questa escursione è costituito proprio dal superamento di questi due punti critici. Nonostante queste difficoltà, l’escursione è veramente straordinaria perché ci immerge in un mondo sorprendentemente diverso da tutto il contesto circostante, tanto differente da non potere essere immaginato dall’esterno. Dal punto di vista paesaggistico il sentiero regala le emozioni più forti consentendo al visitatore di acquisire una prospettiva aerea della sottostante Stretta che, viste le difficili condizioni ambientali e geografiche del posto, neanche in volo è possibile apprezzare. Sono chiaramente visibili dall’alto i punti principali e più suggestivi della sottostante gola. In particolare durante i periodi invernali, in cui la piena del fiume rende impraticabile la Stretta, da questo sentiero è possibile godere la vista della cascata e dei vari giochi d’acqua del fiume. La stretta gola in cui le impetuose acque sono costrette a scorrere funziona come cassa di risonanza che amplifica il canto invernale del fiume, rendendolo molto più simile al concerto di una corale che all’esibizione di un solista. Ma la bellezza paesaggistica della Regia Trazzera non si esaurisce nell’affaccio sul sottostante fiume, in quanto la cornice naturale in quota che circonda il sentiero è molto affascinate e selvaggia. Stranamente camminiamo in orizzontale su degli strapiombi verticali alti centinaia di metri e ubicati sotto e sopra di noi. Abbiamo, perciò, le stesse emozioni paesaggistiche di uno scalatore, ma con il vantaggio enorme di camminare agevolmente e senza i grandi rischi di un passaggio in cordata. Il paesaggio, inoltre, si arricchisce sulla sfondo delle cime più alte e belle delle Rocche del Crasto.   Dal punto di vista ambientale, oltre al pregio di un ambiente naturale intatto, selvaggio e violento, la Regia Trazzera offre la possibilità di accedere alle grotte che si aprono nella parete rocciosa che la delimita sul fianco di Frazzanò. Le prime grotte, quelle strettamente adiacenti al sentiero non sono niente di eccezionale, ma, comunque, costituisco un ulteriore elemento di pregio per la zona, di esse abbiamo proposto nel reportage alcune foto. Più in alto a circa cento metri di distanza da queste grotte, costeggiando la meravigliosa parete rocciosa che si innalza lateralmente al sentiero, nascosta da una verdissima edera rampicante, dietro un boschetto di latifoglie, si trova, invece la bellissima grotta Colonna, già da noi visitata e documentata nel Reportage   sulle grotte della Stretta, alla cui lettura rimandiamo tutti coloro che desiderano approfondire l’argomento. Dal punto di vista naturalistico, l’ambiente prettamente roccioso, dominato da queste alte pareti verticali, offre la vista di una natura molto particolare e bella. Primeggia l’euforbia, che qui sembra avere costruito il suo regno, fatto di giardini e praterie verticali dai colori unici. Nella stagione dello stress vegetativo, e cioè all’inizio dell’estate, queste piante si colorano improvvisamente di un intenso rosso fuoco, dipingendo le pareti delle rocce di fantastici effetti cromatici. Oltre alla vegetazione arbustiva, nella Stretta è presenta anche la vegetazione arborea. Anche questa arricchisce notevolmente l’ambiente naturale della Regia Trazzera, colorandolo del verde inteso e fitto dei boschi di leccio che rivestono le parti meno scoscese della gola, estendendosi a volte anche sugli strapiombi. Abbiamo accennato brevemente al valore ambientale, naturalistico, escursionistico, paesaggistico e viario della Regia Trazzera, dimenticandoci di esaltare il suo altissimo valore contemplativo. A tal proposito diciamo che qui ci spostiamo come sulle ali di un aquila, sorvolando con il cuore e la mente le bellezze di un creato intatto e straordinariamente libero. La sensazione emozionante è che in questo posto lo spazio ha una sola dimensione, quella verticale. Così anche il nostro spirito, come sospinto dalle correnti ascensionali della valle, si lascia trasportare in volo verso le celesti altezze della purezza, della bellezza e della verità. E’ immediato allora incontrare nel cuore Dio e compiere questo viaggio insieme a Lui, all’interno del suo meraviglioso regno di pace e giustizia. La Stretta, contrariamente a quanto il nome dice, allarga il cuore e lo conduce nelle mani di Dio. La Regia Trazzera, merita oggi questo nome, non in virtù di un Re terreno che l’ha voluta e realizzata, ma in ringraziamento al Re dei re, verso le cui altezze il sentiero ci dirige.

Capo d’Orlando, 04/09/2012

Dario Sirna

 

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