SONO GIUNTE LE NOZZE DELL’AGNELLO

APOCALISSE 19, 1-2.5-7

Buongiorno a tutti,

oggi canteremo con le parole dell’Apocalisse, di seguito riportate, la gioia della nostra salvezza:

Alleluia.
Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; *
veri e giusti sono i suoi giudizi.

Alleluia.
Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi, *
voi che lo temete, piccoli e grandi.

Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore, *
il nostro Dio, l’Onnipotente.

Alleluia.
Rallegriamoci ed esultiamo, *
rendiamo a lui gloria.

Alleluia.
Sono giunte le nozze dell’Agnello; *
la sua sposa è pronta.

Il canto dell’Apocalisse si eleva dal cielo e dalla terra per esaltare le grandi opere realizzate da Dio per portare a compimento la salvezza dell’umanità. E’ un canto d’amore e  come tutte le più belle storie d’amore si conclude con le nozze dei due innamorati. Questa storia d’amore sboccia nella dolcezza del Paradiso Terrestre, dove i due innamorati (Dio e l’umanità) vivono, si incontrano e si amano. Ma la felicità del Paradiso Terrestre viene presto scalfita dall’infedeltà della donna, che lasciandosi sedurre dalle lusinghe del nemico, volta le spalle al suo amato  e si perde per le vie del mondo. In questa triste esperienza, la donna conosce tutte le miserie del peccato e precipita nell’infelicità. Il cuore del suo innamorato, invece, continua a battere per lei e a cercarla senza sosta. Ma, trovatala, viene rifiutato, perciò egli è costretto a riconquistarla e a liberarla dalla condizione di plagio in cui il peccato l’ha precipitata. Il canto esalta il grande amore dello Sposo e tutte le meravigliose opere che Egli compie per liberare la sua amata. Egli deve innanzitutto riportarla nella condizione iniziale di purezza, quella in cui non esisteva nessuna contaminazione e nessuna dipendenza dal peccato, quella condizione in cui tutte le facoltà della donna erano perfettamente funzionati e limpide. La donna deve dunque purificarsi non solo dalle colpe commesse, ma, soprattutto, dal contagio con il male. La Sposa deve giungere all’altare, nella Casa del Padre, perfettamente pura, casta e liberata da ogni minimo segno di contatto con il peccato, come una vergine che non ha mai commesso colpe, che non ha mai conosciuto malizia e che ha il cuore totalmente innamorato del suo Amato. Ecco che lo Sposo, allora, deve dapprima, ritrovare la sua Sposa, quindi deve riconquistarle il cuore, contemporaneamente, deve giustificarne le colpe, divenendo suo Redentore, e  darle tutti i mezzi necessari per difendersi dal pericolo d’eventuali altri cadute, per rialzarsi nel caso in cui queste dovessero avvenire e per purificarsi completamente prima di entrare nel Paradiso Celeste. Il danno commesso dalla Sposa è grave e la situazione in cui Ella precipita richiede che il suo Sposo si faccia suo Salvatore eterno. Le grandi opere compiute dallo Sposo per salvare la sua promessa Sposa sono veramente mirabili e degne di gloria, potenza, lode, benedizione e rendimento di grazie. Egli per ritrovare la sua Sposa e liberarla scende nella condizione (umana) della Sposa, dona la Sua vita in cambio di quella  della Sposa, ne paga tutte le colpe, le risana il cuore, le dona tutti mezzi per mantenersi casta e per rialzarsi da eventuali nuove cadute, le prepara l’accoglienza nella dimora eterna del Cielo e, vestito con l’abito nuziale, attende che Lei sia pronta per celebrare le nozze eterne del Paradiso. Tutto questo Gesù Cristo ha compiuto e compie per ciascuno di noi, affinché, nessun uomo possa essere privato del suo amore.

Capo d’Orlando, 27/07/2012

Dario Sirna

 

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