SIGNORE, AMO LA CASA DOVE DIMORI

SALMO 25

Buongiorno a tutti,

oggi seguiremo il percorso propostoci dal Salmo 25, di seguito riportato:

Signore, fammi giustizia: †

nell’integrità ho camminato, *

confido nel Signore, non potrò vacillare.

Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, *

raffinami al fuoco il cuore e la mente.

La tua bontà è davanti ai miei occhi *

e nella tua verità dirigo i miei passi.

Non siedo con uomini falsi *

e non frequento i simulatori.

Odio l’alleanza dei malvagi, *

non mi associo con gli empi.

Lavo nell’innocenza le mie mani *

e giro attorno al tuo altare, Signore,

per far risuonare voci di lode *

e per narrare tutte le tue meraviglie.

Signore, amo la casa dove dimori *

e il luogo dove abita la tua gloria.

Non travolgermi insieme ai peccatori, *

con gli uomini di sangue non perder la mia vita,

perché nelle loro mani è la perfidia, *

la loro destra è piena di regali.

Integro è invece il mio cammino; *

riscattami e abbi misericordia.

Il mio piede sta su terra piana; *

nelle assemblee benedirò il Signore.

Il Salmo è una supplica rivolta dall’Orante a Dio per ottenere misericordia ed essere salvato dal destino che attende i malvagi. Il Salmista ha fatto una scelta nella sua vita, la scelta del bene e dell’amore. Scelta che lo ha condotto a dissociarsi dagli empi, a prendere le distanze dal male, a non frequentare i malfattori, a non condividere il suo tempo e la sua vita con uomini falsi. Scelta che gli ha permesso di orientare il suo cammino fissando lo sguardo solo ed esclusivamente sulla bontà del Signore, sulla Sua parola, sulla Sua verità, sui Suoi precetti e sui Suoi insegnamenti. Questa esperienza di vita in cui la fede diventa l’unica vera protagonista di tutta l’esistenza del Salmista e in cui l’abbandono a Dio coinvolge totalmente ogni sfera della sua persona, diventa per lui necessità irrinunciabile. Egli ha avuto fiducia nelle promesse di Dio e si è donato a Lui completamente, con una condotta integra e con una morale perfetta. Ne ha ricevuto in cambio la gioia di essere ammesso nella casa di Dio e la grazia di essersi innamorato di Dio. Il suo cuore ora desidera solo ed esclusivamente restare con Dio e non accetta di perdere questo grande privilegio. Egli riconosce a se stesso e agli altri che al mondo non esiste una felicità più grande che essere amati da Dio e potere amare Dio. Ora, dunque, per lui il pericolo di essere “annoverato tra i malfattori”, di essere travolto con gli empi è una possibilità che egli rifiuta e per la quale supplica Dio di usargli misericordia, di avere pietà di lui e di riscattarlo. Da ciò nasce la sua professione di innocenza con cui più che elogiare se stesso ed insuperbirsi egli cerca di accattivarsi il favore di Dio. La sua dichiarazione d’innocenza non è un auto esaltazione di se stesso, né una difesa da eventuali accuse, né una dimostrazione di giustizia con cui potere essere scagionato dalla condanna che spetta ai malfattori, ma semplicemente una richiesta di pietà e di misericordia, una dichiarazione di amore, una richiesta di tenerezza e di bontà rivolta a un Dio che egli conosce bene e che egli sa non saper negare il perdono e la pietà. Il Salmista con la sua testimonianza ci invita, quindi, a fidarci totalmente di Dio e a donarci a Lui per sperimentare la dolcezza del suo amore e le meraviglie della sua casa. Egli ci indica nell’obbedienza alla parola di Dio, alla sua legge, ai suoi precetti, che sono verità inconfutabile, la via per camminare verso Dio, la direzione da intraprendere per conoscere la bontà del Signore e per scoprire tutte le meraviglie del suo amore. In questa via si realizza la giustizia, si diventa amici di Dio, ci si mantiene innocenti, ci si innamora di Dio. In questa via si conosce il senso della vita, si incontra e si vive l’amore. E’ quest’amore l’unico amore che riempie il cuore del Salmista. Ecco, dunque, che egli ha il coraggio di chiedere a Dio di scrutarlo nel cuore e nell’anima, non tanto per verificare la presenza di peccati, quanto invece per leggere nella purezza del suo cuore quanto è grande il suo desiderio di Dio e quanto tale desiderio sia diventato per lui una irrinunciabile motivazione di vita. L’innocenza del Salmista, l’innocenza delle sue mani è in realtà lo specchio della purezza di questo cuore totalmente innamorato di Dio, incapace di infedeltà, e desideroso solo di stare in eterno con il Signore. In tal senso l’innocenza del Salmista ci ricorda molto da vicino l’innocenza di Cristo. Egli è Colui che, “annoverato” dagli uomini “tra i malfattori”, è puro nel cuore, nell’anima, nel corpo e nello spirito, in quanto non ha altro desiderio che adempiere in tutto la volontà di Dio, con una obbedienza perfetta. Dio premia l’amore e lo premia ricambiandolo in eterno, elevandolo a se stesso e facendolo suo. Cristo, con un esempio ancora più forte di quello del Salmista, ci insegna ad amare Dio e a confidare unicamente nella Sua misericordia. Cristo ci indica in se stesso la via dell’innocenza attraverso la quale si incontra, si conosce e si apprezza l’amore di Dio e ci si innamora di Lui. Non diamo dunque per scontata la nostra salvezza basandoci sulla innocenza delle nostre azioni, ma, piuttosto affidiamo a Cristo il nostro cuore perché egli lo purifichi, lo trasformi e lo innamori di Dio al punto da permetterci di dire insieme al Salmista: “Scrutami, Signore e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente”. Sarà per i meriti di Cristo, allora, che anche noi saremo trovati “degni” di ottenere la Sua misericordia.

Capo d’Orlando, 02/12/2012

Dario Sirna

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