SALMO 140, 1-9
Buongiorno a tutti,
nel cammino di oggi ci faremo guidare dai primi nove versi del salmo 140, di seguito riportati:
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto; *
ascolta la mia voce quando t’invoco.
Come incenso salga a te la mia preghiera, *
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, *
sorveglia la porta delle mie labbra.
Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male †
e compia azioni inique con i peccatori: *
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri, †
ma l’olio dell’empio non profumi il mio capo; *
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
Dalla rupe furono gettati i loro capi, *
che da me avevano udito dolci parole.
Come si fende e si apre la terra, *
le loro ossa furono disperse
alla bocca degli inferi.
A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi; *
in te mi rifugio, proteggi la mia vita.
Preservami dal laccio che mi tendono, *
dagli agguati dei malfattori.
Il Salmista ci sollecita a distinguere tra tutte le persone che incontriamo nel corso della nostra giornata quelle che possono nuocere al nostro bene da quelle che invece che lo favoriscono. Egli ci rammenta che la frequentazione di peccatori, uomini iniqui, ingiusti e uomini malvagi, abbrutisce il cuore, piegandolo facilmente al male e all’iniquità. Mentre la correzione da parte del giusto e del fedele, anche se dura e pesante, aiuta a evitale il peccato e la collusione con il male. Come Egli stesso ha sperimentato nel corso della sua vita, spesso la natura umana ci porta a fare la scelta sbagliata. Gli empi, quasi sempre sanno convincerci a condividere e a renderci partecipi delle loro cattive azioni, seducendoci e tentandoci con menzognere offerte materiali, di fronte alle quali spesso lo spirito cede, senza tante resistenze. Il cammino, invece che ci viene indicato dal giusto e dal fedele, spesso è un cammino irto, fatto di grandi rinunce e di apparenti umiliazioni. Scegliere tra le due vie può allora diventare per l’uomo estremamente difficile, in quanto, la debolezza della carne rende l’uomo molto più incline ad accettare le apparenti soddisfazioni dell’empio piuttosto che le dure rinunce del giusto. In questa situazione il salmista ci indica Dio come unica via di uscita. Di fronte al pericolo reale e costante di perdere la fede, di cadere nell’idolatria, di cedere alla tentazione di esprimere giudizi e malvagità, di diventare operatore di male per gli altri e per se stesso, Egli ci propone l’unico grande e forte rimedio della preghiera perseverante e fiduciosa. Così la sua supplica a Dio diventa anche la nostra supplica per potere superare le infinite prove delle vita quotidiana. Ma il Salmista, nella sua supplica, va oltre le sue necessità di aiuto del momento, Egli, infatti, nel chiedere a Dio di disperdere le ossa degli empi, prega perché il male scompaia per sempre dalla faccia della terra e non turbi più il cuore dell’uomo. La vita con il suo pesante carico di preoccupazioni e tentazioni mette duramente alla prova la fede di ciascuno di noi, ecco perché occorre mantenere sempre vivo nel nostro cuore il desiderio e il gusto di Dio. Per riuscire in ciò occorre partire dalla nostra realtà personale e riconoscere con lealtà il grande amore manifestato a noi dal Signore nel corso di tutti gli eventi della nostra vita.
Capo d’Orlando 21/07/2012
Dario Sirna