LUCA 6, 27-38
Buongiorno a tutti,
il nostro cammino oggi riceve indicazioni e luce dai seguenti versi del Vangelo di Luca:
“36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».”
Amici e nemici, benefattori e malfattori, generosi e ingrati, buoni e cattivi, giusti e peccatori, poveri e ricchi, etcc. Il mondo usa dividere gli uomini in classi e in categorie di questo tipo. Ad ogni classe è poi applicato un comportamento attinente alle qualifica attribuita. Così quando si ha a che fare con gli amici ci si comporta da amici, quando invece si ha a che fare con i nemici si assume un comportamento opposto. Il Signore ci invita a ragionare in maniera del tutto differente, per insegnarci come gestire l’amore, con chi condividerlo, con chi entrare in comunione, a chi ricambiarlo, a chi destinarlo. Il ragionamento di Dio è superiore ai limiti della condizione umana, il Signore ama tutti indistintamente, egli ama incondizionatamente, senza cioè imporre alla persona dei paletti per essere amata. Spiacente per coloro che vivono di vendetta, che hanno sete di “giustizia”, che provano gioia e soddisfazione solo nel vedere ricambiato e strapagato il torto subito, questi non verranno mai ascoltati da Dio. Ma non perché Dio non li ama come gli altri, o perché Egli non tiene conto del loro dolore, né perché lo minimizza, né perché non è in grado di fare giustizia, né perché la pace esige questo prezzo, né perché il perdono è per Lui cosa molto più conveniente della giustizia, né perché Dio è ingiusto e indifferente, ma perché Dio ama tutti gli uomini indistintamente e desidera donare la comunione del suo amore a tutti, nessuno escluso. L’amore di Dio è un amore di creazione, è un amore di intelletto, è un amore di cuore, è un amore di pensiero e di vita. Ogni creatura umana esiste perché Dio l’ha pensata con amore, l’ha amata prima ancora di crearla, l’ha creata per amore e per renderla partecipe del bene infinito della comunione divina. La logica di Dio parte dal cuore, ma non dal cuore della convenienza, ma dal cuore della creazione, ossia dal cuore di una realtà voluta senza condizioni e per amore. Così Dio ama tutte le sue creature, anche quelle che non lo corrispondono, anche quelle che non lo riconoscono, anche quelle che lo rifiutano e anche quelle che lo ostacolano. Questo amore, apparentemente incomprensibile per l’uomo, può essere capito solo se vissuto con l’intensità di un legame carnale e di sangue. Ogni genitore ama il figlio e lo ama indipendentemente dal rapporto che questi tiene con i fratelli. Egli lo ama perché lo sente parte viva di se stesso. Questo legame resta tale anche se non è corrisposto, anche cioè nel caso in cui il figlio rinnega il padre o lo ama senza amare tutto ciò che ama il padre, senza amare cioè tutte le realtà e le persone amate da padre. Dunque in una famiglia un genitore ama tutti i suoi figli e li ama sin dal loro concepimento perché l’amore per loro era e rimane una volontà indelebile nel cuore del padre. Questo amore personale e individuale, amore cioè per i singoli figli, non resta un fatto isolato, ma diventa un amore di comunione, un amore cioè che ha come obiettivo l’unità familiare, un’unità perfetta, senza divisioni, senza lacerazioni, senza ribellioni, esattamente come accade per le membra di un unico corpo. Ogni famiglia è creata dai genitori nell’intento ben preciso dell’unità e della comunione, intento che trova il suo perfetto modello nell’esempio del corpo e delle membra. Questo ragionamento e questa visione dell’amore, dell’unità, della famiglia e della comunione familiare trae le sue origini dalla realtà celeste. Dio vede e ama ciascuno di noi con lo stesso intento di un benevolo e amoroso padre di famiglia. Il suo obiettivo è non perdere nessuna delle sue creature e unirle tutte a sé e tra di loro in modo da formare un corpo perfetto, un corpo le cui membra sono armoniosamente unite tra di loro e al Capo per dare vita a un solo Corpo. Questa è la logica dell’amore, logica che non parte dalla ragione, dalla convenienza, dalla giustizia, dalla regola, da una legge, ma dal cuore. Questi versi del Vangelo di Luca ci proiettano in tale direzione, suggerendoci di staccarci completamente dalla nostra visione umana ed egoistica dell’amore per dirigerci nella direzione della donazione totale e gratuita di se stessi, donazione aperta non ad un solo individuo, ma a tutti gli uomini del mondo, per formare insieme ad essi il Corpo di Cristo. Il Signore ci sprona ad intraprendere questo cammino facendoci comprendere che l’unica vera meta dell’amore e della vita è quella indicata dalla volontà di comunione del Padre. Qualunque ostacolo a tale volontà nuoce gravemente alla nostra felicità, nostro compito non è combattere tali ostacoli con le armi del male o restare indifferenti, ma rispondere tramite l’insegnamento del Vangelo, per aiutare chi si trova lontano dalla comunione divina ad avvicinarsi ad essa. Questo risultato può essere ottenuto solo se rinunciamo a ragionare in termini di “io” per iniziare a ragionare in termini di “noi”. Ognuno di noi non vive per se stesso ma per tutti gli altri uomini del mondo, con i quali grazie a Dio e per sua volontà e merito si sente una sola cosa.
Capo d’Orlando, 02/03/2015
Dario Sirna.