“SIATE BENEVOLI”

EFESINI 4, 32 – 5, 8

Buongiorno a tutti,

il nostro  cammino oggi  si svolge sulle tracce indicate dai seguenti versi della lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini:

“ 32Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
3Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – 4né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! 5Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
6Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. 7Non abbiate quindi niente in comune con loro. 8Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ”

 

La bellissima esortazione con cui San Paolo ci invita a comportarci come figli della luce giunge alla fine un invito in cui è tracciato tutto il cammino da effettuare per entrare nella fede e per giungere alla grazia della comunione Divina. In questo cammino l’esempio da seguire è sempre Cristo, sono le orme da Lui impresse nel mondo che noi dobbiamo impegnarci  a ripercorrere.

Il bene ha ora un nome, Cristo, coincide con una persona, il Figlio di Dio, e fa riferimento a un esempio di vita già testimoniato con i fatti, il Vangelo.

Nel Vangelo e dal Vangelo impariamo a conoscere il Signore, a comprenderne la logica amorosa e a metterla in atto. Le novità introdotte da Cristo nel mondo e quindi nella vita dell’uomo sono la misericordia e il perdono. L’esempio del Figlio di Dio ci insegna che la volontà del Padre è che l’amore tra i fratelli passi attraverso la pratica della misericordia e del perdono. Questi due nuovi valori diventano la massima espressione dell’amore nel momento in cui essi per essere da noi adottati comportano un sacrificio gratuitamente offerto al Padre per il bene dei fratelli.

Cristo ci insegna che l’amore è veramente tale se siamo disposti a perdonare chi ci ha fatto del male al fine di permettergli di accedere comunque al Paradiso, ove tutto è rimesso alla bontà  di Dio. Fare nostra la misericordia di Dio significa infatti concedere a coloro che ci hanno fatto dei torti il perdono perché essi possano fruire della vera misericordia, quella divina. In tal modo  esercitiamo la nostra misericordia accedendo direttamente alla misericordia di Dio. Tale passaggio è fondamentale se vogliamo davvero imitare Cristo ed entrare in comunione di vita con Lui.

San Paolo ci mette inoltre, in guardia da un altro grave pericolo, quello dell’idolatria. L’attaccamento alla carne e al mondo in genere corrompe lo spirito dell’uomo e rende impuro il cuore. Attenzione a dare il significato giusto alla parola purezza. Nel caso del cuore la purezza fa riferimento all’amore. Se l’amore di un individuo è diviso tra Dio e il mondo è ovvio che il suo cuore non è puro. La purezza aspira ad un amore tutto concentrato su Dio, un amore che non conosce altro attaccamento che a Dio. Quando invece il cuore è impuro in esso coesistono sentimenti che hanno la tendenza a sostituire Dio con idoli effimeri e senza vita.

Questo pericolo esiste in ciascuno di noi e minaccia gravemente la nostra salvezza e la nostra felicità. L’idolatria infatti si basa su una falsa interpretazione della realtà e conduce l’uomo su vie che non hanno né futuro né felicità.

Capo d’Orlando, 27/10/2014

Dario Sirna.

 

Calanchi Biancavilla -0383

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