LUCA 12, 49-53
Buongiorno a tutti,
i seguenti versi del Vangelo di Luca illuminano il nostro cammino in questa XX Domenica del tempo ordinario:
“ 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».”
Il battesimo di Cristo è il battesimo del mondo, il fuoco che Egli è venuto a gettare sulla terra è il sangue della sua vita versato sul mondo intero dal legno della croce. Questo sangue, al cui interno scorre il concentrato di tutto l’Amore Divino, cade sulla terra e la battezza, fecondandola. Un’onda divina fatta di fiamme d’amore si abbatte su ciascuno di noi e ci travolge. Sono oltre duemila anni che questo fuoco si propaga e divampa senza che nessuno possa fermarlo. E’ un fuoco che sconvolge ogni essere vivente direttamente e indirettamente. Chi viene attraversato da questo fuoco annega piacevolmente dentro le sue caldissime fiamme e dall’immersione emerge convertito. Chi osserva dall’esterno il moto di questa onda di calore senza lasciarsi travolgere da essa, senza tuffarsi in essa, ma opponendosi al suo dolce risucchio, rimane sconvolto, non capisce, non accetta, si rifiuta di accogliere e rimane vittima della sua divisione. Che significa tutto questo? Significa che l’incontro con Cristo non può avvenire senza questo fuoco, esso non può realizzarsi nel silenzio, esso non può restare nascosto, ma deve diventare come benzina gettata sulle fiamme, deve innalzare la vampata, allargare l’incendio. Esso, cioè, non deve più renderci disponibili al compromesso con il male, non deve più accettare la convivenza con il peccato, non deve opporsi più all’azione dello Spirito, non deve più osteggiare più il Vangelo, non deve condividere più l’idolatria, non deve approvare più i nemici del Signore, ma deve agire continuamente per estendere le fiamme di questo fuoco in tutti, per attirare verso di esse coloro che hanno paura, coloro che le rifiutano, coloro che non le conoscono, coloro che non le hanno capite. Il fuoco diventa divisione tra ciò che brucia e ciò che è refrattario, tra ciò che consuma e ciò che rimane gelido. Queste divisioni, anche se coinvolgono le persone a noi più care e vicine, non possono essere causa di rinunzia. La scelta di Cristo è radicale, essa penetra nelle profondità più interne del cuore e coinvolge tutto ciò che in esso si trova, ossia sentimenti, amori, affetti, gusti, orientamenti, tendenze, passioni, preferenze, e ogni altra cosa che nel cuore occupa uno spazio, anche e specialmente in negativo. Ovviamente non si tratta di litigare con tutti e con se stessi, ma di purificare tutto quanto riguarda il nostro cuore, ossia tutti i sentimenti e i rapporti che coinvolgono noi e altre persone. Per essere capiti dai nostri amici in questo processo di purificazione occorrere che anche essi viaggino sulla nostra stessa lunghezza d’onda, ma questo non possiamo deciderlo noi, noi possiamo solo tendere la mano, indicare la via, dare l’esempio, mostrare la differenza, offrire la testimonianza e fremere di angoscia, esattamente come Cristo, fino a quando anche noi non diventeremo un battesimo per loro, per trasmettere il fuoco ricevuto dal Signore. Questa logica, propostaci da Gesù, apparentemente in contraddizione con la pace e l’amore, è invece la vera logica del bene, logica che si basa solo ed esclusivamente sull’offerta di se stessi per amore. Anche Gesù ha vissuto la sua esperienza terrena sperimentando la divisione e il rifiuto, ma Egli non ha mai risposto con il male all’istigazione del male, ma ha continuato a trasmettere sempre il messaggio di amore e di salvezza affidatogli dal Padre anche quando è stato trattato con violenza e morte, ottenendo in questo modo la nostra salvezza e la nostra conversione. Analogamente, la nostra sequela di Cristo, ci porta ad affrontare divisioni, rifiuti e contrasti. Di fronte ad essi siamo chiamati a imitare il nostro Maestro e a seguirlo con grande perfezione nella via dell’amore, rispondendo alla violenza, all’istigazione e alla tentazione con l’offerta della nostra vita. Questo è il fuoco seminato da Cristo sulla terra e questo è il fuoco che dobbiamo far propagare in essa, il fuoco che ci battezza e che dobbiamo diffondere nel mondo.
Capo d’Orlando, 18/08/2013
Dario Sirna.