SERRO CONIGLIO

SAN MARCO D’ALUNZIO – SERRO CONIGLIO

Il Serro Coniglio è una bellissima formazione rocciosa di tipo calcareo che si innalza con irte pareti verticali tra Torrenova e San Marco D’Alunzio. Sul posto si arriva dalla strada di collegamento tra San Marco D’Alunzio e Caprileone. Venendo da Caprileone occorre fermarsi poco prima dell’inizio della discesa che attraversa la bellissima vallata da cui si accede a San Marco D’Alunzio.

La formazione rocciosa fa parte del gruppo delle Rocche del Crasto, e delle stesse costituisce  la rocca più vicina al mare. Essa si sporge direttamente sul Tirreno dalla cui costa la separa la piana di Torrenova. Come un piede allargato verso il mare questa rocca fa parte della struttura di base del complesso roccioso delle Rocche del Crasto. La sua altezza è di circa 300 m s.l.m., quasi tutti sollevati dalla piana con bellissimi strapiombi verticali. La sua appartenenza al complesso roccioso delle Rocche è testimoniata dalla sua stretta vicinanza ad esse, dal suo collegamento diretto con le propaggini settentrionali delle stesse e dall’inconfondibile struttura a strapiombo dei suoi costoni. Sia nella conformazione architettonica delle rocce che nella loro composizione il Serro ricorda vivamente le Rocche più belle. Pur tuttavia si possono cogliere delle lievi differenze. Questa importante formazione rocciosa non culmina in una cima, ma in un pianeggiante ed esteso altopiano, delimitato in tutti i sui contorni da bellissimi strapiombi. Proprio per questa sua particolare caratteristica questo rilievo non è annoverato tra le Rocche, ma tra i Serri.  Osservato dal basso il rilievo appare come una rocca che in miniatura ricorda le forme dolomitiche più belle, nascondendo agli occhi dell’osservatore il bellissimo piano sommitale. Questo, invece, si mostra in tutta la sua estensione salendo di quota e ponendosi al di sopra di esso. Il suo punto di osservazione più vicino e diretto è il monte su cui è costruito San Marco D’Alunzio. Noi oggi abbiamo esplorato il versante interno di questo rilievo, quello che si affaccia a Sud e ad Ovest, verso le cime delle soprastanti Rocche del Crasto e verso San Marco. Abbiamo visitato anche il piano sommatale, documentando le bellissime vedute panoramiche che questo meraviglioso belvedere offre sulla costa del Tirreno e sui Nebrodi. Il versante Nord è invece sede di una devastante cava di roccia da cui viene ricavata sabbia da costruzione. Questo è il versante  con cui il Serro si affaccia alla costa, mostrandosi fortemente penalizzato e deturpato dall’intervento umano e quindi per niente interessante. Il suo versante retrostante è invece incredibilmente bello e affascinante. Partendo dalla sua sommità abbiamo costeggiato le pareti rocciose scendendo all’interno della valle su cui le stesse si innalzano. Considerato che la sommità del rilievo è un altopiano che si mantiene alla stessa quota altimetrica e che si sviluppa nella sua direzione principale lungo la direttrice est-ovest, ossia in direzione ortogonale all’asse della valle, scendendo verso l’interno di quest’ultima i contrafforti rocciosi su cui l’altopiano si regge crescono rapidamente di altezza. Più ripida si fa la discesa che percorriamo e più alte diventano queste bellissime pareti verticali, che sembrano emergere dal sottosuolo come mura fortificate di una grande fortezza. Scendendo si perde completamente di vista l’altopiano sommatale e il rilievo si presenta come una barriera  che corre lungo la direzione est-ovest, scoprendosi sempre di più sul versante ovest. E’ proprio su questo versante che il Serro si innalza sulla sottostante gola con la sua massima imponenza, dando luogo ad uno spettacolo di rocce e guglie sempre più interessante. Guardato dal basso il costone roccioso più che un altopiano sembra un vero e proprio castello, costellato da una serie infinita di guglie e torri gotiche, alcune delle quali si distaccano dal massiccio principale per imporsi con le loro ardite forme sulla linea piatta dell’orizzonte marino. Ne consegue un affascinante contrasto che esalta contemporaneamente la bellezza della roccia, con le sue forme violente che sembrano volere aggredire la volta celeste, e la bellezza della costa, con le sue dolci e arrotondate curve contornate dal  blu del Tirreno. Gli scorci si aprono in mezzo ad una natura caratterizzata da ampi appezzamenti di terreno coltivati a ulivo. Le fronde argentee degli ulivi contrastando con l’azzurro del cielo e il blu del Tirreno creano intorno ai contrafforti rocciosi un bucolico ambiente rupestre che si inasprisce fortemente in vicinanza delle grandi pareti rocciose. Qui l’ambiente è fortemente influenzato dalla presenza del Serro roccioso. La roccia che compone l’intero rilievo, infatti, è molto friabile e soggetta a facili fratture e cadute. Il segno di grandi frane precipitate dall’alto costone è evidenziato dalla presenza di enormi massi casualmente accatastati l’uno sull’altro proprio alla base delle pareti verticali. Si tratta di veri e propri costoni staccatisi nel corso del tempo da queste pareti e precipitati a valle in una rovinosa e disastrosa caduta che rende le falde del Serro molto accidentate e difficili da percorrere. Più avanziamo verso valle e più le difficoltà di percorso create da questi grandi macigni aumentano, tanto che a causa di esse non riusciamo a completare l’intero tragitto prefissatoci e siamo costretti a ritornare indietro dalla stessa direzione di provenienza. L’ambiente naturale che circonda la base del costone roccioso su cui si innalza il Serro a causa della sua natura fortemente accidentata e continuamente soggetta a cadute di grosse frane è selvaggio, ma comunque sfruttato dai locali pastori per il pascolo e il ricovero di greggi. Una caratteristica di queste rocche è la bellissima vegetazione che con cascate di verde intenso ricopre a macchia di leopardo le irte pareti rocciose. Si tratta in prevalenza di bellissimi cespugli di capperi, che a causa della vicinanza del mare e  della bassa quota qui  prosperano rigogliosamente. Dal punto di vista paesaggistico il posto, oltre alle vedute sul Tirreno,  offre interessanti scorci sulla sottostante valle,  sul centro abitato di San marco D’Alunzio e sulle retrostanti Rocche del Crasto. La nostra attenzione è stata particolarmente catturata dalla gola. Tra il versante ovest di questo  Serro e il versante Est del rilievo su cui sorge San Marco D’Alunzio esiste un bellissimo canyon, al cui interno passa un torrente. La gola vista dall’alto sembra nascondere straordinarie  bellezze, simili, in piccolo, a quelle della Stretta del Paratore. Dalla posizione che occupiamo, a causa delle eccessive pendenze delle pareti della gola e dell’assenza di un passaggio in mezzo a questi strapiombi è impossibile raggiungere il letto del fiume, rinviamo, perciò, l’esplorazione di questo selvaggio e affascinate canalone ad una successiva escursione, mirata esclusivamente a questo scopo.

Alla fine dell’escursione, entusiasmati dalle meraviglie ammirate, ringraziamo e lodiamo il Creatore per averci consentito di trascorrere  questa giornata proteggendoci da tutti i pericoli incontrati e mostrandoci le bellezze nascoste di questo angolo sconosciuto dei Nebrodi.

Capo d’Orlando, 18/09/2012

Dario Sirna.

 

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