MATTEO 13, 47-52
Buongiorno a tutti,
anche oggi il nostro cammino continua a seguire le orme tracciate dal Vangelo di Matteo, di cui riportiamo i versi proposti dalla liturgia odierna:
“ 47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche»..”
I versi di questo brano del Vangelo mettono in luce il buon cuore di Dio il quale estende la sua chiamata alla partecipazione eterna della sua gloria in Paradiso a tutti gli uomini, aprendo le porte del Regno dei Cieli a tutti. Cristo è la rete gettata dal Padre nell’oceano dell’umanità, rete che si avvolge ed estende per riunire in sé ogni essere umano. La missione di Cristo non è indirizzata a una casta eletta o ad un solo popolo, ma essa è allargata a tutti i popoli di tutti i tempi, volendo conciò esprimere l’universalità della salvezza. Dio ama tutti gli uomini e chiama a conversione ognuno di essi, specie i peccatori e gli operatori di male, i lontani, le anime ammalate, le anime contagiate dal maligno, perché desiderio vivo di Dio è che nessun uomo si perda. La misericordia divina consiste proprio nel mantenere questa rete di salvezza sempre presente nel tempo della vita di ogni uomo, perché in qualsiasi istante essa possa diventare facile maglia a cui aggrapparsi prima di affogare definitivamente nel mare della morte. Cristo è la rete forte, invulnerabile, resistente e imperforabile a cui ricorrere per entrare nel grande mare della vita eterna ed essere destinati alla comunione divina del Paradiso. Non sono gli uomini che finiscono nella rete di Cristo ma è il Padre che getta tale rete nel mare della vita per tirare a se tutta l’umanità e lo fa servendosi di Cristo, del suo sacrificio di salvezza, della sua offerta di vita. Se pensiamo che questa rete debba essere gettata solo sui buoni siamo nell’errore grave, sarà la giustizia divina a stabilire quali pesci raccolti dalla rete saranno serviti nel banchetto celeste delle nozze eterne e quali invece saranno scartati, ma per il momento tutti i pesci, specie i cattivi pesci sono destinati a ricevere tale rete. La rete di Cristo, infatti, come tutte le reti dei pescatori, ha il compito di raccogliere e portare via dall’acqua tutto quanto ricade al suo interno. La prima funzione della rete è dunque quella di separare i pesci dal mare, di allontanare cioè definitivamente le anime, sia quelle buone che quelle cattive, dalla condizione di pericolo che inquina il mare della vita. All’interno della rete il pesce è al sicuro e non corre il rischio di essere aggredito e divorato dagli squali. Per questo motivo Cristo all’interno di questa rete inserisce ogni uomo e lo inserisce nell’intento non solo di salvarlo dal pericolo esterno del contagio mondano, ma soprattutto con lo scopo di condurlo al Padre. Cristo è, dunque, una rete di salvezza destinata a tutti. Ma all’interno della rete non tutti i pesci sono pronti per essere traghettati nel mare della vita eterna, molti, la maggior parte, sono pesci bisognosi di conversione, di pentimento, di riconciliazione, di purificazione. Ad essi la rete di Cristo non offre solo la protezione dal male esterno, ma offre anche la guarigione interiore con la proposta della via dell’amore. La rete di Cristo rimane dunque immersa nel mare dell’umanità ove stabilisce un confine oltre il quale le potenze del male non possono andare e all’interno del quale, attraverso la guarigione e la conversione, è possibile cominciare a vivere la vita dell’amore. Questa rete è tutt’ora presente nel mondo ed è rappresentata dalla Chiesa e dai Sacramenti, i quali essendo amministrati per tutti gli uomini rappresentano le maglie della salvezza a cui ancorarsi e con cui aggrapparsi a Cristo. Chi si aggrapperà a queste maglie con convinzione, con abbandono, con obbedienza e con fede sarà tirato insieme alla rete ed entrerà con Cristo nel Regno del Paradiso, chi invece si sentirà sicuro di poter fare secondo i suoi pensieri e le sue teorie, e non incomincerà con la conversione a legarsi tramite l’amore a Cristo non si ancorerà al filo della maglia, ma resterà nello spazio vuoto esistente intorno alla stessa, per cui uscirà dalla rete e non entrerà con il Signore in Paradiso, finirà invece nel mare profondo del dolore da cui era stato salvato. Così quando la rete sarà piena essa sarà tirata via dal mare in essa resteranno solo coloro che si sono ancorati a Cristo, mentre i restanti scivoleranno nuovamente giù, e se ciò non dovesse accadere ci saranno comunque i pescatori che esamineranno tutta la rete e lasceranno in essa solo i pesci buoni. Non basta ricevere il battesimo per essere salvati, occorre non rinnegarlo mai vivendolo al punto da diventare una maglia della rete di Cristo.
Capo d’Orlando, 01/08/2013
Dario Sirna.