LUCA 9, 51-63
Buongiorno a tutti,
iniziamo il nostro cammino domenicale seguendo le indicazioni dei seguenti versi del Vangelo di Luca :
“51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».”
Il contesto in cui avvengono i fatti che sono al centro di questo brano è quello del cammino compiuto da Gesù verso la crocifissione a Gerusalemme. Si tratta quindi di un cammino dalle caratteristiche bene determinate. E’ importante effettuare questa precisazione perché gli eventi presi in considerazione nei successivi versi parlano di sequela, di cammino cioè da effettuare dietro Gesù. In tal senso anche il rifiuto dei Samaritani illustra la condizione e le difficoltà cui va incontro il discepolo del Signore. Seguire Cristo non è un gioco, né un lavoro, ma un abbandono totale alla sua volontà. Requisito essenziale per la sequela di Gesù è la disponibilità totale a compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia e qualsiasi sacrificio essa comporti. Tale scelta non può essere effettuata solo con la mente, essa richiede infatti il pieno coinvolgimento anche del cuore. Determinate scelte di vita, come quella della sequela di Cristo, richiedono innanzitutto una fede assoluta in Dio, fede che di fatto si realizza attraverso una fiducia illimitata nella Parola e nella Volontà del Signore. In questo cammino non è più possibile pensare con la propria testa, né è più possibile reagire con il proprio cuore. Lo dimostra la vicenda dei discepoli, che di fronte al rifiuto dei Samaritani vorrebbero reagire secondo le modalità dell’Antico Testamento. Cristo è novità, e come tale questa non può essere data per scontata, né è possibile pensare di attuare ciò che non si conosce. La novità portata nel mondo da Cristo rompe completamente con gli antichi schemi e richiede obbedienza e sequela. I discepoli attenendosi alle modalità dell’A.Testamento da soli non sono in grado di elaborare la loro reazione di fronte al rifiuto del Vangelo e così, rimproverati per la loro audacia, sono costretti a rinunciare alle loro personali iniziative per seguire il Maestro. Questa vicenda potrebbe sembrare di importanza secondaria, essa, invece, ha un ruolo fondamentale nella formazione del discepolo, in quanto è scuola di vita pratica. L’atteggiamento spontaneo e personale dei discepoli di fronte al rifiuto dei Samaritani in un certo senso rispecchia il nostro atteggiamento di fronte alla novità del Vangelo. Il Vangelo, Buona Novella, è innanzitutto, come dice la parola stessa, novità, e, in particolare è novità buona. Esso esige dunque una completa rottura con tutti gli schemi vecchi che albergano nel cuore di ogni uomo in ogni tempo. Questi schemi antichi sono insiti nella natura terrena e umana dell’uomo, natura contaminata in origine dal peccato. Ognuno di noi è naturalmente strutturato su questi schemi antichi. Accogliere Cristo nella propria vita e seguirlo, significa innanzitutto accogliere la novità che Egli porta nel mondo. Questa novità è estranea all’uomo ed esige perciò grande diligenza nel suo apprendimento. La Novità del Vangelo non può essere conosciuta e imparata se non mettendosi alla scuola di Cristo Maestro, essa richiede pertanto una sequela nuova e totale, sequela che può essere realizzata solo con una fiducia piena nel Maestro, sequela che insegna ad ognuno di noi la totale obbedienza al Signore, obbedienza fondata su una fede che coinvolge cuore e mente. Essere discepoli di Cristo significa essere solo di Cristo, rinunciare totalmente a se stessi e al mondo, rompere con la vita passata, essere disposti a salire sulla croce. Il cammino della croce lo possiamo leggere attraverso le vicende della vita di Gesù. La Novità dei Vangeli è che l’amore vince il male stringendosi alla croce, accogliendola, accettandola per obbedienza divina. Questa Novità restituisce all’uomo la vita eterna e la comunione del Paradiso attraverso la risurrezione dalla morte. L’obbedienza a Dio non è quindi obbedienza stupida e sottomissione inutile, ma strategia consegnataci da Dio stesso per vivere l’amore e ottenere la salvezza. Attenzione che le parole del vangelo di oggi non sono destinate solo ai cristiani consacrati, ma sono destinate ad ogni battezzato, a ogni credente in Cristo, qualunque sia la vocazione a lui destinata. Tutti, ciascuno secondo la propria vocazione, se ci sentiamo veramente cristiani abbiamo l’obbligo della sequela illustrata da Gesù nel Vangelo, ossia della sequela che per amore non ha paura di affrontare la croce quotidiana.
Capo d’Orlando, 30/06/2013
Dario Sirna.