IL PERCORSO ALTO DEL FIUME PLATANI – PRIMA PARTE
Il reportage di oggi è dedicato alla parte alta del Fiume Platani. Siamo nel territorio di San Marco D’Alunzio e ci proponiamo di ripercorrere il cammino del Fiume Platani nel suo tratto a Monte del Canyon del Serro Coniglio. Il punto di partenza dell’escursione è offerto dal ponte su cui transita la strada di collegamento tra il centro di San Marco D’Alunzio e Caprileone. |
Le indicazioni necessarie per giungere sul posto sono già state fornite nei reportage dedicati a questo tratto di fiume nel periodo estivo, quando il letto del torrente era asciutto o quasi. Considerata la grande bellezza dell’ambiente naturale che avvolge questo corso d’acqua ci sentivamo in obbligo di tornare sul posto per documentare gli aspetti spettacolari offerti dalla presenza dell’acqua e dai numerosissimi effetti che essa produce nella sua interazione con il territorio attraversato. Dobbiamo ammettere con grande onestà che la presenza dell’acqua nel fiume incrementa notevolmente il fascino e la bellezza di tutto il vallone regalando grandi emozioni e interessanti spunti fotografici. Il tratto iniziale dell’escursione in questione è il più facile in quanto presenza pochissimi pericoli. Occorre però sempre tenere presente che trattandosi di un fiume molto particolare al cui interno sono presenti passaggi obbligati, il suo attraversamento deve essere effettuato necessariamente calzando stivali a coscia alta. Senza questo tipo di attrezzatura sconsigliamo vivamente questo cammino. Inoltre, alla semplicità del tratto iniziale si contrappongono le elevate difficoltà e complicazioni del tratto finale, per le quali si raccomanda tanta prudenza, infinita pazienza e tanto tempo a disposizione. Si ricorda che in tali occasioni la fretta è il pericolo principale, il nemico più temibile. A tal fine si raccomanda la massima prudenza in corrispondenza delle cascate, delle piscine, delle arrampicate sui vari costoni rocciosi che stringono il letto del fiume, e in prossimità dei tratti fortemente boscati che oppongono con rovi e macchie di ogni tipo un deciso ostacolo all’avanzamento. Queste raccomandazioni valgono in modo particolare per tutti coloro che non sono abituati ad affrontare questo tipo di pericoli e che non hanno mai risalito il corso di un torrente che si snoda in mezzo a rocce, gole, salti, vegetazione e ogni altro tipo di ostacolo. Tuttavia vi assicuriamo che ogni sforzo compiuto per affrontare tale impresa sarà largamente ricompensato dalla grande meraviglia che si nasconde in mezzo a queste rocce e da un esaltante gusto di avventura. Il fiume Platani è ricchissimo di cascate, dovrebbe essere ribattezzato il fiume delle cento cascate. Si tratta di piccoli salti dell’altezza di due, tre, quattro, cinque metri che si rincorrono uno sull’altro, accavallandosi in una sequenza che non ha fine e che trasforma tutto il corso del torrente in una infinita scalinata d’acqua ove i gradini sono massi rocciosi di grandi dimensioni staccatisi dalle pareti laterali della gola e rotolati nel letto del fiume secondo un ordine naturale che più che obbedire alle leggi della casualità e della gravità sembra obbedire alle leggi della bellezza, dell’armonia, dell’eleganza, del buon gusto e di una sorprendente e spettacolare fantasia. Una combinazione unica di rocce e acqua che si combattono e si alleano, si scontrano e si combinano per esaltarsi reciprocamente secondo un copione che si perpetua dall’inizio alla fine con l’unico scopo di rallegrare il cuore dell’uomo e glorificare la bellezza creatrice di Dio. Questo scenario movimentato e in continua evoluzione, in cui il rumore fragoroso delle acque riempie la valle e mette in evidenza l’importante presenza del fiume è completato da una cornice esterna statica ma incredibilmente bella, formata dalle coloratissime pareti rocciose della gola che ospita il torrente. Queste rocce non passano inosservate, esse non si accontentano di fare da cornice, ma entrano in piena competizione con le cascate del fiume per contendersi il primato della bellezza. Impossibile attraversare la gola e non restare affascinati da queste alte e calde pareti di nuda roccia, specie in alcuni tratti ove a causa di continui distacchi laterali le forze della natura hanno estratto dalla montagna importanti costoni che adagiandosi l’uno sull’altro e combinandosi a vicenda creano un microambiente molto suggestivo e unico per la sua originalità. La gola regala continue emozioni che si sommano e si esaltano a vicenda per accrescere la meraviglia del visitatore. Arrivati nella parte finale del percorso proposto in questo reportage l’ambiente diventa incredibilmente interessante, la combinazione di una serie di lunghe e interessanti cascate precede uno dei posti più belli del fiume, introducendoci in un’area di grande interesse naturalistico e paesaggistico, ma di questa parte del fiume tratteremo nel prossimo articolo sul Platani. Ovviamente il nostro cuore non riesce a penetrare all’interno di questo cammino delle infinite meraviglie senza incontrare il Signore di questo regno di bellezza e stupore, il Creatore. La parola d’ordine per riuscire a superare tutti i varchi che danno accesso alle infinite stanze che compongono il castello di questo regno e per ottenere il lasciapassare dalle rocce e dal fiume è la lode a Dio per averci fatto dono di tanta bellezza e per averci permesso di conoscerla, di visitarla, di ammirarla, di apprezzarla, di documentarla e di poterla mostrare al mondo intero. Il nostro Dio non è un Dio che si nasconde, né un Dio che si nega, ma un Dio che apprezza essere cercato e amato, un Dio che vuole essere chiamato in causa nella nostra vita quotidiana per fare parte essenziale di essa e per donarci tutto ciò che gli appartiene e che non vede l’ora di consegnarci insieme al suo cuore. Ringraziamo come sempre il Signore per questi immensi doni e con il cuore pieno di gioia vi diamo appuntamento al reportage sulla seconda parte.
Capo d’Orlando 27/02/2013
Dario Sirna