SAN FRATELLO – TORRENTE INGANNO – QUARTA PARTE – LE CASCATE

LE CASCATE DEL TORRENTE INGANNO

Dopo aver documentato il tratto medio del torrente Inganno, al cui interno abbiamo potuto ammirare bellezze naturalistiche di elevatissimo pregio, ci spostiamo sulla parte alta del torrente con lo scopo di  metterne in rilievo i particolari più interessanti.

A monte della affascinate gola verticale illustrata nell’articolo precedente, disponibile all’indirizzo https://camminoin.it/2013/08/06/san-fratello-torrente-inganno-parte-terza-la-gola/,  dopo un iniziale tratto caratterizzato dalla presenza di canyon e massi, il fiume si divide in due rami secondari, di cui quello di sinistra è il più importante. Su entrambi gli affluenti il torrente presenta delle interessanti cascate. Il cammino da effettuare per raggiungere la zona in questione ed in particolare le due cascate documentate oggi è lungo e faticoso, esso, purtroppo non può essere effettuato senza passare dalla sottostante gola, per cui comprende nel suo itinerario anche il percorso illustrato la settimana scorsa. Per questo motivo l’escursione diventa lunga e impegnativa, oltre che faticosa. A parte quanto già rilevato nel precedente articolo, non ci sono difficoltà particolari, se non la necessità di affrontare un consistente dislivello per raggiungere la cascata più alta. Il fiume prima di dividersi nei due rami superiori presenta un andamento regolare, senza elevate pendenze e  senza grossi ostacoli, successivamente, invece, cambia notevolmente le sue caratteristiche. In particolare, l’affluente principale, quello che continua a portare il nome del torrente Inganno, sale parecchio, si stringe, si scopre e attraversa una zona soggetta a forti movimenti franosi, con prevalenza di terra. I massi qui hanno dimensioni ordinarie, abbondano in quantità, ma non eccedono in grandezza e bellezza. La portata del fiume si riduce notevolmente, il sole scalda fortemente l’area attraversata dal torrente a causa dell’assenza, in prossimità dello stesso, del bosco. Lo stretto ed accidentato vallone che ospita questo ramo dell’Inganno ha un aspetto molto dissestato, segno dell’evidente e pressante azione rovinosa del fiume e della precarietà strutturale dell’area interessata. Quello che colpisce immediatamente in questa porzione di fiume è l’aspetto fragilissimo dell’arenaria, a volte simile ad argilla cotta dal sole. Le pareti rocciose laterali sono frantumate in innumerevoli pezzi, mentre le superfici unite presentano grovigli di crepe, segno di prossime fratture. Solo dopo un lungo tratto di salita la roccia riprende la sua consistenza originaria e ritorna a rivestire un ruolo da protagonista. E’ proprio grazie a questo rinvigorimento del manto roccioso che la struttura del fiume ritorna a farsi interessante e a produrre effetti naturalistici di grande pregio. In particolare la zona offre lo spettacolo di una bella cascata dell’altezza di circa 8/10 metri. Lo sbarramento roccioso attraversa trasversalmente il corso del fiume e si impone con il suo sbalzo producendo il salto dell’acqua. Il contesto ambientale che circonda questo posto è estremamente affascinante, esso arricchisce ed impreziosisce notevolmente l’area della cascata conferendole maggiore autorità. In particolare, a parte le falesie su cui precipitano le acque in caduta, sul piano superiore della cascata il fiume  presenta un andamento pressoché orizzontale, cui corrisponde sul versante sinistro del vallone, l’innalzamento di una parete rocciosa verticale stratificata, di grande bellezza. Superata questa zona, dovendo interrompere la risalita del fiume a causa dell’orario, abbiamo scelto di effettuare il percorso di rientro spostandoci sull’altro affluente del torrente Inganno. Per questo motivo, prima abbiamo attraversato trasversalmente il bacino idrico che raccoglie i due Valloni in questione e  poi ci siamo immessi nel vallone del secondo affluente. In realtà in questo bacino vi sono diversi piccoli torrenti, confluenti poi nella vena principale. Questa zona occupa il fianco occidentale della valle, ossia il fianco più alberato  e più accattivante. Su questi affluenti laterali dell’Inganno si trovano tantissime bellezze naturali di grande interesse. Una seconda cascata, molto simile sia per dimensioni che per forma e struttura alla prima cascata offre nuovi incantevoli scorci, segue una piccola gola verticale, di cui sfortunatamente abbiamo perso le foto, caratterizzata da una piacevole e prolungata sequenza di piccoli salti, cascatelle, piscine, massi, strettoie e canali di roccia. Questo affluente laterale dell’Inganno in realtà presenta aspetti naturalistici di maggiore pregio rispetto al parallelo ramo di sinistra, ciò è dovuto alla perfetta conservazione del manto boschivo, alla bellezza delle rocce, all’armoniosità del paesaggio e alla cura dettagliata dei particolari, che danno dell’opera naturale in questione un aspetto ultimato, assestato  e ordinato e non in fase di formazione.  Il tratto di fiume che precede la biforcazione in questione e che segue la gola trattata nella terza parte, è invece caratterizzato dalla presenza di imponenti valloni, all’interno dei quali il fiume scorre senza eccessivi cambianti. Di questa zona colpiscono certamente i bellissimi strapiombi che precipitano violentemente nel fiume mettendo a nudo l’affascinante struttura stratificata e colorata della roccia predominante. Questi passaggi si ripropongono nel tratto in questione con insistenza, diventando una caratteristica propria di questa area del fiume. Unica eccezione di questo percorso è un groviglio di grandi massi di arenaria alle cui spalle la roccia  si innalza formando un piano inclinato ove si canalizzano le acque del fiume. L’effetto sorpresa di questo particolare passaggio ripropone le alte potenzialità escursionistiche di questo affascinante corso d’acqua nascosto nel cuore dei Nebrodi.

Capo d’Orlando, 14/08/2013

Dario Sirna.

 

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