SAN SALVATORE DI FITALIA – PELLEGRINAGGIO DEL 19 AGOSTO
Nel pomeriggio del 19 agosto una considerevole folla di pellegrini provenienti da tutte le zone dei Nebrodi si mette in cammino per raggiungere il Santuario di San Calogero in San Salvatore di Fitalia, per rendere omaggio al tanto venerato Santo. |
I pellegrini giungono da tutte le parti, ma le folle più consistenti si riuniscono lungo l’antico sentiero in terra battuta che dalla c/da Daino del comune di San Salvatore di Fitalia raggiunge, con un brevissimo percorso, il centro abitato del suddetto comune, coprendo con una notevole pendenza un dislivello di circa 550 metri di altezza. Molti pellegrini giungono anche dalle vie di collegamento tra San Salvatore e Galati Mamertino e tra San Salvatore e Tortorici. Noi siamo partiti da Capo d’Orlando e, come ogni anno, a piedi tramite la viabilità carrabile abbiamo raggiunto località Zappulla di Rocca di Caprileone e da lì ci siamo immessi sulla strada a scorrimento veloce che congiunge la costa con la località Due Fiumare, costeggiando sempre il fiume Fitalia. Partendo nel tardo pomeriggio tutto il cammino più impegnativo si svolge nella frescura della notte, evitando così di aggiungere alla fatica della strada l’aggravio del potente sole d’agosto. Questo vantaggio è comunque sminuito dallo svantaggio di giungere al Santuario quando tutte le celebrazioni liturgiche sono interrotte. Ma questa tradizione vuole che il pellegrino si muova di notte per giungere comunque prima che il sole innalzandosi in cielo cominci a bruciare, cosicché la stragrande maggioranza dei pellegrini compie l’intero cammino al buio. Noi, volendo documentare proprio il movimento di questo popolo in cammino, quest’anno, contrariamente a quanto abbiamo fatto gli anni scorsi, siamo rimasti fedeli alla tradizione e ci siamo mossi, perciò, nelle ore notturne. Lungo il cammino la partecipazione riscontrata è stata scarsa fino a quando non siamo giunti al bivio di Zappulla. Da questo punto in avanti abbiamo invece incontrato tantissimi gruppi di ragazzi e adulti a piedi, in costante movimento verso San Salvatore di Fitalia. I pellegrini muovendosi, per disposizione delle forze dell’ordine, tutti lungo il lato destro della carreggiata si dispongono in fila indiana al fine di agevolare l’intensa viabilità stradale e per scongiurare il pericolo di gravi incidenti con le automobili. A questo pellegrinaggio tradizionale, compiuto solo ed esclusivamente a piedi, oggi si è associata una nuova forma di pellegrinaggio effettuata con mezzi di locomozione come biciclette, motorini e macchine. Dunque il percorso che collega Zappulla con Due Fiumare risulta molto transitato sia dai pedoni che dai mezzi motorizzati. Da Due fiumare in poi, invece, i pellegrini a piedi lasciano la strada asfaltata per immettersi sull’antica mulattiera, mentre i mezzi a ruota continuano a percorrere la viabilità carrabile, alla fine tutte le categorie di pellegrini si ritrovano insieme di fronte al Santo, raggiungendo, così, sebbene in modi differenti, lo stesso risultato. Sicuramente però l’esperienza del pellegrinaggio a piedi offre molti più spunti di crescita spirituale per vari motivi tutti ugualmente validi. Innanzitutto il percorso a piedi si concilia perfettamente con il desiderio della preghiera, il desiderio cioè di trasformare questa scarpinata in un cammino spirituale. Mettersi in preghiera lungo il cammino insieme ai compagni di viaggio significa rendere presente Cristo in mezzo ai pellegrini. Essere uniti agli altri in nome di Cristo, e ciò si realizza perfettamente durante la preghiera comune, significa avere per guida Gesù e salire dunque verso il monte della santità. Questo tipo di cammino si fa veramente dolce, lieto, lieve, veloce e soprattutto immensamente piacevole. Associare ai passi che compongono il cammino il nome di Cristo, della Madonna del Padre Nostro, dei Santi, degli Angeli, ci fa sentire in compagnia di tutto il Paradiso. Ripercorrere lungo la strada il cammino della nostra salvezza compiuto da Gesù Cristo per noi, meditando tutti i misteri del Santo Rosario, ci fa rivivere la gioia di sentirci fortemente amati e desiderati da Dio. La mente e il cuore volano, insieme ai passi segnati sul terreno, verso le dolci realtà spirituali ove a dominare è solo ed esclusivamente l’amore, quell’amore per il quale sentiamo il richiamo di Dio provenire da San Calogero, dalla vita che Egli ha condotto, dalla sua fedeltà a Dio e dalla sua pregevole testimonianza. Il cammino scorre senza intralci e diventa esso stesso preghiera di passi che cantano l’amore di Dio per l’uomo. In questa atmosfera di preghiera e di interiorità tutto ciò che ci circonda sembra parlarci di Cristo. La natura, nello splendore delle luccicanti stelle che trapungono il manto vellutato della notte, sembra gradire le nostre parole e associarsi alle nostre preghiere con un canto continuo e glorioso che ci parla di Dio, che ci racconta nuove e più belle realtà del nostro Creatore e Salvatore, a noi finora rimaste invisibili perché quasi sempre oscurate dalle luci dei riflettori della città. Ci muoviamo in mezzo ad una natura perfetta, ove il buio, le tenebre e la paura sono state scacciate dal nome di Cristo e dalla luce emessa da un cielo incredibilmente luminoso e pieno di vita. La notte sembra aver indossato un meraviglioso abito scintillante per rendere omaggio al nome glorioso di Cristo da noi invocato durante la preghiera. Il cielo, come mai ci era capitato di vedere prima, sembra un groviglio di vie, un continuo susseguirsi di palcoscenici, ove, come animate da una gioia incontenibile, si esibiscono le fulgide stelle. Sentiamo nel cuore la gioia di vivere, la gioia della creazione riversarsi sopra di noi, la gioia del Creatore volerci inglobare in se stessa, l’amore del Salvatore spandersi su ogni uomo. Più ci avviciniamo al monte da scalare e più il richiamo di Dio cresce, più saliamo e più la santità di San Calogero veicola l’amore di Cristo nei nostri cuori. Non capiamo se siamo veramente noi che saliamo per andare dal Santo o se invece è Lui che ci viene incontro sul nostro cammino per unirci a Cristo. Proseguiamo, contenti anche di trovarci in mezzo a tanti fratelli, tutti animati dall’amore per Dio, tutti desiderosi di giungere nel Santuario al cospetto di San Calogero, alla presenza viva ed effettiva di Gesù Eucaristia. La nostra gioia si arricchisce allora di un nuovo valore, di un nuovo tesoro, la felicità di essere in compagnia di tante altre persone tutte motivate dall’amore e pronte a rispondere al richiamo di Dio. Ognuno di noi porta nel cuore una richiesta, una preghiera, una supplica, una grazia da chiedere a Dio per intercessione di San Calogero. Ognuno di noi porta un’offerta, un sacrificio, un dono da offrire a Dio per mezzo di San Calogero. Oppure, più semplicemente, ognuno di noi porta se stesso da offrire a Dio con l’aiuto e l’esempio di San Calogero. Tutta questa ricchezza umana fatta di cuori, sentimenti, offerte, preghiere, grazie, sale all’unisono verso San Calogero, sicura di trovare in Lui un valido intercessore che possa, per i meriti di Cristo, ottenere di esaudire noi, i nostri cari e tutti coloro che portiamo nei nostri cuori e che con le nostre suppliche presentiamo a Dio. San Calogero che sicuramente ha saputo nella sua vita e con la sua vita raggiungere e toccare il punto debole del cuore di Cristo, quel punto che non Lo ha fatto sottrarre alla violenza e sofferenza della croce, e allo stesso tempo ha saputo e sa entrare nel cuore di ognuno di noi per proporsi come nostro intercessore, ci otterrà sempre di essere esauditi nelle nostre richieste d’amore. Alla fine della salita, col cuore pieno di speranza e di gioia, attraversiamo le festosissime luci del paese, oltrepassiamo la porta del Santuario e ci inginocchiamo ai piedi dell’Eucarestia, sotto la statua di San Calogero.
Capo d’Orlando 20/08/2012
Dario Sirna