ROCCHE DEL CRASTO – VERSANTE OVEST – PIZZO BLASI – PRIMA PARTE

ALCARA LI FUSI – ROCCHE DEL CRASTO – PIZZO BLASI

L’escursione documentata con questo reportage ha come meta il Pizzo Blasi appartenente al complesso roccioso delle Rocche del Crasto. Il Pizzo Blasi è una delle Roche che si affacciano sul centro abitato di Alcara Li Fusi. Esso appartiene alla corona rocciosa che si innalza sul versante di levante del Fiume Rosmarino.  Il cammino effettuato e oggetto del presente articolo è quello che partendo da  Portella Gazzana e attraversando il cuore delle Rocche del Crasto permette di arrivare al costone che dà accesso alla sommità del Pizzo. La strada percorsa è la pista forestale che da Portella Gazzana accede alle Rocche del Crasto.

L’escursione non presenta difficoltà particolari, i sentieri e le trazzere utilizzate sono semplici, facili da individuare, poco faticosi e senza rischi particolari. Il cammino è lungo e richiede circa otto ore di tempo, contabilizzando anche le soste e gli scatti fotografici. Il complesso roccioso delle Rocche del Crasto appartiene alla catena montuosa dei Nebrodi, ma si distingue da essa sia per la sua morfologia, sia per la natura delle rocce, sia per la sua posizione. La differenza principale riguarda l’aspetto morfologico, che a sua volta condiziona decisamente l’effetto naturalistico. Nel panorama dei Nebrodi le Rocche del Crasto fungono da cortina montuosa che separa l’entroterra dalla costa tirrenica. Gli strapiombi delle varie rocche di cui si compongono innalzano barriere invalicabili che spiccano nel paesaggio per la loro bellezza e per la loro unicità. Il forte contrasto esistente tra la natura selvaggia, aspra e rupestre di queste montagne e la natura, dolce, modellata e verde della retrostante dorsale nebroidea è il punto di forza di questo contesto siciliano. Tale accostamento  contribuisce infatti ad esaltare reciprocamente la bellezza di questi due ambienti così diversi e così vicini. La catena nebroidea funge da cornice verde che dalle spalle si avvicina alle Rocche del Crasto per stringerle in un soffice abbraccio. Le Rocche invece con il loro aspetto duro e minaccioso, si pongono al centro dello scenario diventando simbolo ed espressione del vigore e della forza incontenibile della natura. Dolcezza e asprezza sono associate tra di loro come poli opposti che si attraggono e che trovano il loro completamento nel loro insolito accostamento. La debolezza dell’uno è compensata dalla forza dell’altro con un risultato finale che si esprime attraverso la ricchezza di un ambiente naturale vario, eclettico, armonioso e di pregevole effetto. La grandiosità degli spazi in questione  è dunque generata dalla perfetta conciliazione dei  diversi componenti che calcano la scena. Il cammino da Portella Gazzana al Pizzo Blasi  permette di apprezzare egregiamente queste particolarità, in quanto esso si sviluppa nell’area di confine tra la dorsale dei Nebrodi e i contrafforti meridionali delle Rocche del Crasto. Lungo questo tratto il cammino apre allo sguardo paesaggi di una bellezza straordinaria che catturano l’animo del visitatore ricolmandolo di continue emozioni. Dando le spalle alla dorsale dei Nebrodi ci si allontana da un orizzonte sagomato dalle vette più imponenti della catena nebroidea per essere introdotti nel misterioso regno delle Rocche. Il costone di Pritti, la Serra Ladri, la Dagara, la Serra Corona, la Serra del Re, Pizzo Mueli, e Monte Soro, gioielli preziosissimi di questo tesoro   montano, nella coreografia dello scenario naturale, sono sfoggiati  come perle agganciate al filo di una luccicante collana. Nel decolté azzurrissimo del cielo questo incanto della natura risplende di fascino e seduzione. L’imbarazzo della scelta è davvero grande, l’occhio non trova un luogo ove poter riposare essendo continuamente attratto dai richiami che contemporaneamente giungono da tutte le direzioni. Volgendosi avanti esso viene catturato dalla incredibile bellezza della Rocca del Crasto. Un merletto finemente ricamato adorna le pareti rocciose degli strapiombi. Si tratta di una miriade incalcolabile di piccole guglie accostate l’una all’altra secondo un disegno la cui unica geometria è la bellezza. La Rocca del Crasto si innalza a gradoni che alternano strapiombi verticali e rosati a curve scabre e dentellate di ripidi pendii. Nello spazio di poche centinaia di metri la Rocca del Crasto dal letto del Rosmarino conquista la sua vetta, innalzandosi sovrana su tutto il complesso. Dal versante di Longi la Rocca che Parla le fa eco, in una sfida canora di alta quota. Le voci della valle rimbalzano da una parete all’altra e amplificate dal loro stesso rimbombo rompono il silenzio del cielo. Tra le due Rocche una portella naturale apre un varco all’interno di questo regno di meraviglie, di  bellezza e di pace. Raggiunta questa posizione in un attimo si comprende il motivo per quale il Creatore nell’intento di proteggere tali meraviglia ha innalzato intorno ad esse una muraglia tanto imponente e tanto impraticabile. Il tetto delle Rocche del Crasto è un altipiano al cui interno si elevano labirinti di misteriosa bellezza. Le cime delle rocche emergono dal piano di campagna movimentando e articolando lo spazio di tale altura. Freschi e verdissimi pascoli abitati da mandrie di bovini e da greggi di pecore con la delicatezza dei loro colori contrastano con il grigio spigoloso e rustico delle guglie infilzate sulle Rocche. Prati coloratissimi di fiori di campo, come in un ritorno di primavera, accendono un sorriso smagliante e accogliente che si spande nei corridoi del labirinto. Attratti, ora dalle fantasie geometriche del versante di Alcara, ora dalle composizioni architettoniche del versante di Longi, passiamo diritti in mezzo a questo giardino monumentale. Sagome pietrificate ci osservano e ci spiano vegliando sul nostro cammino. Il  sortilegio  di una strega sembra aver immobilizzato ogni cosa fermando lo scorrere del tempo. Guardiani e sentinelle ci aprono il passo invitandoci a godere le bellezze nascoste del loro fantastico  regno. In particolare sullo sfondo azzurro del Tirreno che risalendo le rocce si affaccia in direzione nord il bagliore sfolgorante della Punta Blasi ci attrae irresistibilmente invitandoci a percorrere il suo dorso coricato.  In mezzo al canto delle rocche il nostro cuore vola su nel cielo lanciandosi come da un trampolino. Mentre i nostri passi si dirigono decisamente verso la meta lo spirito si alleggerisce e  balzando da una punta all’altra trova il suo posto nella lode al Creatore. Musiche celesti e cori angelici cantano le meraviglie del creato riempiendo con  le loro limpide e sottili melodie tutta l’aria. E’ una festa che dal Cielo si propaga sulla Terra  per ringraziare Dio, generoso Signore  della bellezza.

Capo d’Orlando, 08/10/2013

Dario Sirna.

 

 

 

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