PUNTA BLASI – LA SCALATA DELLA VETTA
Questo reportage è la continuazione e il completamento dell’escursione sulla Punta Blasi delle Rocche del Crasto. Nella prima pubblicazione su questa escursione abbiamo documentato le bellezze e le difficoltà incontrate dal punto di partenza in contrada “Stidda” di Alcara Li Fusi fino a metà percorso. |
Il tratto finale dell’escursione prevede la conquista della vetta e il ritorno dal ramo alto del canyon “Stidda”. Le difficoltà di cammino in questa zona diventano maggiori a causa di alcuni passaggi molto impegnativi che possono essere in parte aggirati sotto la vetta, ma che devono necessariamente essere affrontati all’interno del canyon. In alternativa a quest’ultimo, trattandosi di un percorso molto pericoloso e difficile, il ritorno può essere effettuato sfruttando il pendio sud della rocca, ove le pendenze sono più dolci e il cammino, sebbene sempre difficile, presenta problematiche minori, ma ciò esclude ovviamente la visita del canyon e delle sue bellezze. La scalata della Punta Blasi si caratterizza principalmente per le sue vedute mozzafiato, per le sue prospettive paesaggistiche e per le avvincenti prove fisiche della scalata. Durante l’escursione il cuore è continuamente sollecitato da emozioni che scaturiscono da spunti differenti. Se lo sguardo si abbandona al paesaggio e alla bellezza del posto inevitabilmente l’anima si sente trascinare verso mete contemplative uniche ed estatiche, ove le emozioni suscitate dallo scenario naturale accendono moti interiori ben più profondi e ben più vasti che proiettano l’uomo nella direzione cosmica e verso la dimensione spirituale. In tal caso il punto esplorato diventa una vera e propria finestra che si affaccia nello spazio infinito dell’universo e che da tale posizione si estende nell’invisibile mondo del soprannaturale. La posizione conquistata, infatti, apre l’orizzonte del campo ottico e con esso allarga verso l’infinito l’orizzonte della vita. Il piccolo mondo che ci circonda si arricchisce allora della dimensione di tutto il creato e la condivisione di una realtà parziale diventa condivisione di una realtà completa al cui interno non manca più nulla. La bellezza di questo cammino proietta l’anima e la mente dell’escursionista nelle infinite vie dei cammini che percorrono l’intero cosmo rivelando tutti gli innumerevoli luoghi in cui si manifesta la bellezza creatrice di Dio. Ogni cammino è collegato alla rete dei sentieri tracciati da Dio ed è accesso alla visione contemplativa dell’onnipotenza e della grandiosità del Creatore. L’anima viene introdotta gratuitamente all’interno di uno spettacolo naturale inimmaginabile che dà una rappresentazione esaustiva del nostro esistere e della realtà in cui viviamo. Inevitabilmente questo cammino esplorativo all’interno dell’universo è accompagnato da un cammino spirituale in cui l’individuo percepisce dall’incontro con le forze della creazione divina la bellezza del Signore, l’immensità del suo amore e la chiamata a mettersi in relazione con Lui. Ciò che dalla terra eleva verso la dimensione universale e cosmica eleva nel contempo verso la dimensione del sovrannaturale per introdurre all’interno del Paradiso. A queste esperienze interiori propriamente spirituali ed esistenziali si alternano le emozioni terrene suscitate dal contatto con la natura e dagli stimoli atletici che la stessa offre. La montagna diventa così oltre che palestra spirituale, palestra in cui confrontare le proprie capacità, le proprie forze e la propria personalità con le sfide lanciate dalla natura stessa. Non c’è dubbio che tali sfide, intese in una logica di prudenza e di sicurezza, servono a creare un legame fisico tra la persona e il territorio, un legame che offre all’escursionista tutto il gusto e la gioia di un contatto fatto di soddisfazioni e di rispetto. La natura infatti non è solo un luogo di confronto, ma è soprattutto un luogo di scoperta di se stessi, delle proprie potenzialità, dei propri limiti fisici, dei propri sentimenti e della propria spiritualità. Il cammino fisico è un cammino che ci consente di conoscere come siamo fatti, di cosa siamo fatti, quali sono le nostre mete, in quali direzioni trovare equilibrio e serenità, quali sono i valori su cui credere e quali sono le cose importanti della vita. L’effimero e la vanità sono prontamente smascherati, mentre la giustizia e il bene emergono in tutta la loro potenza e grandezza dando all’uomo pace, stabilità, concretezza e sicurezza. L’amore diventa il valore essenziale dell’esistenza e conduce la persona a muoversi verso le realtà eterne della vita, quelle realtà che non deludono mai e che sono alla base di ogni benessere fisico, mentale e spirituale.
P.S. Ricordiamo che per una escursione guidata nella zona è possibile prendere contatti con Roberto Patroniti di Videonature.
Capo d’Orlando, 03/12/2013
Dario Sirna
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