ROCCHE DEL CRASTO 2

LA ROCCA DEL CRASTO

Dopo l’escursione di sabato 9 giugno in cui abbiamo scalato tutte le vette comprese tra la Rocca che Parla e il Pizzo Schifani, siamo  ritornati negli stessi luoghi per scalare la grande Rocca del Crasto.

Tale Rocca si trova sul versante ovest dell’intero massiccio e prospetta sulla grande vallata del fiume Inganno, nel bacino di Monte Soro. Per raggiungere la Rocca siamo saliti a piedi da Portella Gazzana e a metà percorso circa ci siamo immessi in un sentiero laterale, attraversando i pascoli che si estendono al di sotto del grande  massiccio. Giunti ai piedi della Rocca, abbiamo costeggiato  lo  strapiombo che ne delimita la parte più alta, risalendolo per un breve tratto. Lo strapiombo non è eccessivamente sviluppato in altezza ma è abbastanza lungo e interessante per le sue sfumature di colore. Poi, in cerca di un varco tra le rocce che ci consentisse di raggiungere la vetta evitando le pareti verticali, siamo ridiscesi e ci siamo arrampicati lungo un costone pietroso che fiancheggia una seconda serie di strapiombi.  Qui abbiamo trovato il modo di camminare con maggiore sicurezza, seguendo i sentieri marcati dalle capre. E, proprio in mezzo ad una pietraia di grandi massi, .abbiamo incontrato questi  simpatici ruminanti, tutti intenti a scrutare i nostri più piccoli spostamenti. Tutta la zona attraversata ha un grande fascino per la presenza imponente della roccia, dei baratri, degli strapiombi, dei massi , delle pietraie e  delle rocche. La vegetazione ha un ruolo secondario ed è limitata alla presenza di ciuffi di ampelodesma e altre erbe prative, che con grande difficoltà vegetano in minuscoli piani e pendii,  ove vi è presenza di  terreno, o nelle piccole conche di terra racchiuse tra le rocce.  La vegetazione è comunque limitata alle specie più resistenti all’aridità e alla  povertà della roccia, oltre che ai rigori di alta quota dei periodi più freddi. Salendo di quota, si supera la parte più ripida e il pendio si addolcisce, trasformandosi in un verde prato. Ci ritroviamo in una bellissima vallata racchiusa all’interno della corona della Rocca del Castro. Sui tre lati svettano le pareti  della corona, mentre sul versante ovest il pendio è completamente aperto al panorama e si proietta tutto su Monte Soro. Questa piccola valle è straordinariamente bella e lussureggiante di verde. Al suo interno, infatti, ospita un bellissimo bosco   di aceri campestri. Il bosco è tutto racchiuso nella parte più alta della conca e perciò è invisibile dall’esterno. Più che un bosco sembra un giardino, meticolosamente coltivato e curato, ove gli alberi sono disposti in mezzo alle rocce con grande maestria e arte. In mezzo alle brulle rocce che prevalgono in tutto il territorio sembra una vera e propria oasi. Nel bosco trovano riparo e rifugio capre e cavalli. Tutto l’ambiente ha un forte sapore bucolico. La bellezza  del posto ci invita ringraziare e lodare Dio per averci fatto scoprire e godere una tale perla preziosa. Dopo un po’  di relax all’ombra dei freschi e compatti aceri, lasciamo il bosco e ci arrampichiamo sulla corona del versante sud.  La percorriamo tutta, da un estremo all’altro, raggiungendo la vetta della Rocca. Da qui ammiriamo lo stupendo paesaggio che incornicia tutto il massiccio e che si estende dall’azzurro del Tirreno al verde scuro delle faggete di  Monte Soro e Serra del Re. Il bosco di aceri, osservato dall’alto, appare  come una gemma preziosa e lucente incastonata dentro la corona della Rocca. La montagna stessa sembra nascondere questo tesoro, proteggendolo al suo interno. Usciamo dalla corona sul versante est, raggiungiamo la parte più alta dello strapiombo da cui eravamo partiti, chiudendo così il percorso fatto fino ad ora in un anello, e poi ci dirigiamo sulla cima del colle che sovrasta l’ingresso principale nell’altopiano delle rocche. Ci troviamo tra la Rocca del Crasto e tutte le altre Rocche del massiccio, che possiamo ora ammirare da una nuova prospettiva, molto diversa dalla precedente e altrettanto bella. Una delle caratteristiche più interessanti dell’intero massiccio, che conferisce a questa montagna un fascino particolare, è costituita da questa grande varietà di scorci panoramici osservabili nel raggio di brevi spazi.  Tutto dipende dalla presenza sull’altopiano del massiccio di una notevole quantità di monumentali rocche, che con le loro particolari e ardite forme conferiscono all’ambiente un aspetto tutt’altro che monotono.  Inoltre, ad arricchire il pregio paesaggistico delle Rocche contribuisce la notevole bellezza del contesto esterno, caratterizzato dal Tirreno, dalle Isole Eolie, dalla costa settentrionale della Sicilia, dalla sagoma delle Madonie, dalla dorsale dei Nebrodi e dal cono sommitale dell’Etna. Non ci sono parole per descrivere la ricchezza di questo paesaggio e le emozioni che la sua particolare e unica bellezza suscita in chi vi entra dentro. Facilmente si resta sedotti e affascinati da questo piccolo regno, difficile da dimenticare per chi lo ha visitato. Proseguiamo l’escursione spostandoci sul versante esterno della parete nord della corona della Rocca del Crasto. Qui, sul lato più esterno scopriamo l’esistenza nella parete della Rocca di una grande grotta.  In breve la raggiungiamo, senza difficoltà particolari. Si tratta di una cavità dalla forma quasi circolare avente un diametro medio di metri sei circa e una profondità di 6/8 metri. Ci fermiamo al suo interno godendoci la sua ristorante frescura.  Poi, attratti dal paesaggio che scorgiamo sulla valle di Alcara Li Fusi, ci spingiamo ancora più avanti fino a giungere sul ciglio della corona. Da qui, in basso, si vedono le grandi pareti rocciose che si innalzano verticalmente dalle campagne coltivate e  abitate. Su queste pareti, nidifica l’aquila reale, di cui le Rocche del Crasto, sono l’ultimo regno della Sicilia. Torniamo indietro percorrendo lungo il suo crinale tutto il fianco nord della corona. Ci troviamo di fronte al costone che abbiamo percorso all’andata. Dominiamo nuovamente la bellissima vallata e il bosco di aceri, ma questa volta la sorvoliamo lungo il  suo bordo nord. Completiamo il giro di tutta la corona della Rocca del Crasto e rientriamo percorrendo la via delle sette fontane.

Alla fine dell’escursione esprimiamo il nostro grande entusiasmo per  le bellezze viste e godute, ringraziando e lodando il Creatore per il nuovo dono ricevuto.

Nel cuore il desiderio di ritornare è ulteriormente alimentato dalla voglia di visitare l’ultima Rocca, quella che sovrasta Alcara Li Fusi.

Capo d’Orlando, 16/06/2012

Dario Sirna.

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