ROCCA SAN MARCO

NEBRODI – ROCCA SAN MARCO

E’ una bellissima formazione rocciosa di arenaria ubicata nel territorio del Comune di Ucria a pochi chilometri da Portella Mitta. Si ci arriva facilmente dalla S.S. 116 di collegamento tra  Capo d’Orlando  e Randazzo. E’ segnalata sulla Nazionale da un cartellone che indica il sentiero da cui è servita. Il cammino a piedi dalla Strada Statale fino ad essa è inferiore ai 5 minuti.

La Rocca è immersa in un bel bosco di quercia e castagno, con prevalenza della prima essenza. Non è la classica rocca in parte ricoperta di vegetazione e in parte con pareti nude verticali. E’ una formazione rocciosa molto singolare, sia per la forma alquanto ardita che per le considerevoli dimensioni. Inoltre si presenta come elemento isolato, in un contesto completamente privo di altre rocce affioranti. Emerge dal sottosuolo come una lingua arrotolata che vuole risucchiare nei polmoni del pianeta l’ultimo boccata di ossigeno, prima di cessare di respirare, o come un artiglio felino che cerca di afferrare i raggi solari per non restare al buio nelle viscere profonde della Terra. La sua particolare forma ed eccezionale bellezza la rendono molto più simile ad un monumento di particolare pregio, realizzato da un artista geniale, che ad una formazione rocciosa naturale. E in effetti la rocca si colloca all’interno del parco di querce come un vero e proprio monumento con tanto di visitatori e appassionati. Vista dal versante Nord sembra l’onda di un enorme cavallone, innalzata dalla furia dello scirocco nella sua altissima cresta, pronta a sbattere sulla battigia da un momento all’altro. Proprio come nel fermo immagine di una ripresa cinematografica che filma un mostruoso cavallone. A contribuire ad esaltare tale particolare impressione non è solo la forma della cresta dell’onda che si ribalta in avanti, ma anche la particolare struttura della superficie della rocca nella sua faccia inferiore e sulla cresta. In questi posti, infatti, la roccia non è liscia e compatta come sul dorso posteriore, ma ha una struttura molto somigliante ad una schiuma a grosse bolle pietrificata dal tempo. Sembra, allora, di essere proprio di fronte ad una devastante onda oceanica, alta oltre 30 metri, pronta ad abbattersi sulla costa, improvvisamente pietrificata e bloccata nel suo intento distruttivo. Guardandola dal di sotto si evidenzia come la sua forma molto ardita la rende simile ad un enorme sbalzo ricurvo, che come una mensola sporge verso Nord. La superficie superiore di tale sbalzo è molto simile ad un vero e proprio terrazzo con una spiccata funzione di belvedere, mentre la parte inferiore sembra più simile ad un una pensilina con funzioni di protezione e riparo. L’azione corrosiva e modellante degli agenti atmosferici nel tempo ha ricamato sulla superficie esposta a Nord una fittissima rete a buchi circolari di piccole dimensioni che conferisce alla struttura una veste elegante e raffinata, paragonabile in bellezza al seducente abito da sera di una di una giovane dama in attesa dello sposo. La dama, giunta in anticipo sul luogo dell’incontro, si sporge dalla cima del colle cercando di individuare sull’orizzonte la sagoma del suo cavaliere. L’attesa è lunga millenni, ma lei fiduciosa non si stanca di guardare e aspettare, incurante del tempo che passa, mentre la sua bellezza cresce ogni giorno di più. Su di essa passano le stagioni e si avvicenda il clima, ma il suo cuore resta fermo, come una roccia salda, ad aspettare. Alla rete di piccoli buchi circolari che caratterizza la superficie esposta a nord si contrappongono sulla schiena superiore strutture molto diverse per dimensioni. Qui, infatti, la superficie è liscia e compatta, ma interrotta nella continuità da una serie di grandissime buche circolari aventi il diametro anche di un metro e profonde anche di più. Rispetto alla superficie inferiore della roccia queste buche sono di numero ridottissimo, ma in compenso sono enormemente più grandi. Due effetti diversi, forse legati allo stesso fenomeno, che ha assunto espressioni differenti a seconda dell’esposizione più o meno forte agli agenti atmosferici. Salire e scalare la rocca sulla sua schiena non è semplicissimo, ma neanche molto diffide. Richiede attenzione e aiuto soprattutto alla base, ove la roccia si presenta molto liscia e quasi verticale, con pochissimi appigli per le mani e pochi appoggi per i piedi. Superata la parte iniziale la rocca si innalza con una pendenza via via meno accentuata fino ad appiattirsi sulla sommità. Salendo diventa molto più semplice muoversi su di essa e spostarsi in tutti i punti di questo meraviglioso belvedere. Lo percorriamo in lungo e in largo, innalzandoci nei punti più alti e abbassandoci all’interno dei buchi cilindrici che improvvisamente si aprono sulla sua schiena. Oltre a questi buchi, esistono altre forme scolpite dal tempo nella roccia aventi le dimensioni, l’aspetto e la conformazione di vere e proprie poltrone avvolgenti che prospettano sulla verdissima vallata. In queste ampie e comode formazioni perfettamente scavate all’interno della roccia è possibile sedersi, per rilassarsi e godere, nella invitante pace del bosco, la vista, offerta dalla rocca, di un meraviglioso paesaggio fatto di verdissimi boschi di quercia e pino, intervallati da ampi spazi di pascolo e seminativo. La sua posizione centrale rispetto alle valli laterali che la separano dal circostante girotondo di montagne, conferisce al paesaggio un ulteriore elemento di bellezza, attribuendole un carattere fortemente montano. Sulla rocca si potrebbero passare ore intere senza stancarsi e annoiarsi, intenti a osservare ed ammirare tutti gli scorci panoramici che compongono la bellissima galleria d’arte pittorica offerta dal Creatore, oppure pronti a perdersi nell’immensità azzurra e fresca del soprastante cielo, sdraiati, in posizione supina, sulla roccia nuda.

I nostri occhi, in questo piccolo e suggestivo angolo di paradiso, trovano nel blu del cielo il desiderio di ringraziare e lodare Dio per questa bellissima giornata trascorsa in mezzo ad una natura straordinaria e bella.

Capo d’Orlando, 13/07/2012

Dario Sirn

 

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