CAPO D’ORLANDO – ATMOSFERE D’AUTUNNO
I colori dell’autunno sono rinomati per le loro tinte accese, forti, profonde e attraenti. La natura in questa stagione offre uno spettacolo unico ove i protagonisti principali sono quasi sempre gli alberi a fogliame caduco, mentre la scene sono ambientate nei boschi e nei giardini, comunque sulle chiome delle essenze spoglianti. |
Le scenografie sono firmate dalla regia, che è curata in prima persona dal Signore dei signori: il Creatore. Le giornate si accorciano e le ore di luce ora sono inferiori alle ore di buio, il sole compie un cammino diverso sull’orizzonte scegliendo percorsi sempre più brevi e meno alti, ciò genera delle modifiche anche nei giochi creati dai raggi solari quando interferiscono con la terra, il mare, l’acqua dei laghi, e la natura tutta. A ciò si aggiunge la presenza di un’atmosfera trasparente, tersa, pulita, brillante e luminosa, generata da condizioni meteo diverse e comunque contrarie al ristagno di polveri, fumi e umidità. Spesso l’azzurro intenso e profondissimo degli infiniti saloni del cielo viene sagomato dalla presenza di affascinanti signore vestite con laboriosi abiti settecenteschi, sfolgoranti di bianco, con grandi balze, abbondanti strascichi, ricchissimi ricami, preziosi e luccicanti decori. Completano la loro raffinata bellezza sofisticate acconciature principesche, ridondanti di lunghi e luminosi boccoli di candida seta. Sono le nubi, imponenti dame e torreggianti principesse, figlie di altolocate dinastie, che trasportate dalle brezze del cielo e gonfiate dalle musiche del vento, si deliziano in danze e balli, trasformando le azzurre sale del cielo in veri e propri saloni per feste. L’autunno è una stagione di eventi importanti, di movimenti, passaggi, migrazioni, trasformazioni. Tutto avviene repentinamente e inesorabilmente, spesso anche con molti rumori e grandi fragori che, assordanti, rimbalzano nello spazio da un colle ad un altro, percorrendo intere catene montuose e attraversando sconfinate distese di mare, il tutto mentre velocissime folgori, fendono il telo celeste e aprono nel guscio atmosferico delle profonde e ramificate crepe che permettono a intensissimi bagliori di paradiso di rischiarare le tenebre della terra. Altra regina dell’autunno è la pioggia, bella come una lucida e trasparente vernice, frequentemente dal cielo scende sul creato per illuminarlo di splendore e per placarne l’arsura. Stillata dalle sorgenti aeree, anch’essa scende accompagnata da cadenzate sinfonie e dolci melodie. Il canto della pioggia è uno dei canti più graditi dalla natura. Quando i vocalizzi annunziati dalle prime gocce cominciano a toccare la terra, tutto il creato si ferma, tace, spande silenzio, per ascoltare il battito continuo e vitale dell’acqua piovana. Ma tutto questo movimento richiede un grande dispendio di energie e tanta fatica, capita, allora, che la natura, di tanto in tanto, nel corso dell’autunno si prende delle brevi pause per riposare e recuperare le forze perse. E’ questo il caso in cui inaspettatamente e improvvisamente un grande silenzio scende su tutto il creato. Il vento, la pioggia, i temporali, le mareggiate, svaniscono improvvisamente nel nulla, scomparendo come se non fossero mai esistiti. Al loro posto torna sovrano il silenzio accompagnato da una grande e pacifica calma. Noi, con il reportage di oggi abbiamo voluto documentare proprio l’atmosfera di questa calma e le immagini di questo silenzio. E’ difficile, trovarsi attrezzati di tempo e di strumenti nel posto giusto e al momento giusto per cogliere questi rarissimi e fugaci momenti dell’autunno. Abbiamo avuto la grazia di viverli e di poterli documentare adeguatamente attraverso le fotografie. L’occasione ci è stata offerta dal laghetto di San Gregorio a Capo d’Orlando, piccola area umida salmastra già ampiamente documentata con apposito reportage. Questo di oggi non è un reportage che documenta il laghetto, ma un reportage che documenta le atmosfere autunnali sopra descritte. Attraversando l’area del laghetto ci siamo accorti che una meravigliosa pace si spandeva sopra le sue acque. La quiete era assoluta, tutto era immobile, anche le brezze più leggere erano assenti. Sul lago era scesa un’atmosfera celeste che aveva trasformato la sua superficie in un bellissimo e luminoso specchio d’argento. Nello specchio si riflettevano perfettamente le varie immagini di tutta la cornice intessuta sulla riva, le immagini degli scogli emergenti dal fondale e, soprattutto, le delicatissime immagini di un tenue cielo azzurro macchiato da piccoli ciuffi di nubi a pecorelle. La perfezione dei riflessi riguardava sia le forme che i colori delle scene imprigionate dal lago. Un’eccezionale simmetria e una fedelissima riproduzione della realtà raddoppiavano le dimensioni degli oggetti e rendevano impossibile distinguere tra l’immagine reale e quella virtuale, tra realtà e finzione. La superficie dello specchio lacustre era immobile, imperturbata, e perciò perfettamente illesa nella sua integrità. A causa dell’ora tarda e della presenza delle nubi nel cielo la tinta di fondo della superficie riflettente era di una bellissimo color ghiaccio. La nostra attenzione ci impose di fermarci per ammirare e immortalare lo spettacolo. Essendo divenuto uno specchio, il lago aveva la capacità di catturare tutta la luce del cielo e di trasmetterla ai nostri occhi senza farci alzare lo sguardo. Il pavimento di cristallo aveva trasformato questa piccola aria umida in un pezzo di cielo, trasmettendo nei nostri cuori una grande meraviglia e un’immensa gioia per lo spettacolo osservato. Sono veramente poche le occasioni in cui è possibile assistere a tali spettacoli, esse richiedono il simultaneo verificarsi di numerose condizioni particolari. Il crepuscolo autunnale è forse uno dei momenti più favorevoli al verificarsi di queste circostanze. Contemplando in profondità il momento vissuto, abbiamo guardato il lago con un occhio tutto diverso, dimenticandoci per un attimo che era un lago e considerandolo come una portentosa opera d’arte, capace di riprodurre con irraggiungibile precisione la bellezza dettagliata di una complessa realtà. Come tutte le opere d’arte, esso ci trasmetteva qualcosa di speciale che andava ben oltre l’immagine stessa osservata, qualcosa che ci parlava del suo autore per svelarci i segreti e i desideri del suo cuore. La luce, la pace, la serenità, la calma, la bellezza e il fascino che prorompevano dal piccolo laghetto non erano, infatti, il riflesso di un mondo terreno, bensì il riflesso celeste di un mondo superiore, che rispecchiava, non tanto le realtà circostanti, quanto il desiderio di Dio di effondere questi beni nella vita di tutti gli uomini. La nostra contemplazione divenne preghiera feconda che ci permise di vivere un momento indimenticabile con Dio in un posto umile e insignificante che improvvisamente era divenuto lo specchio del Cielo. Ultimammo la permanenza al laghetto quando le brezze tornarono ad accarezzare il radioso volto del lago, facendo svanire in un attimo l’incantevole atmosfera. Col cuore ricolmo di pace decidemmo di fare due passi sulla spiaggia del mare e, vista l’ora, di incamminarci verso gli scogli del faro per completare questo breve ma inteso viaggio nella luce illuminati dalle rosse atmosfere del tramonto autunnale.
Capo d’Orlando 15/10/2012
Dario Sirna