QUANTO SONO AMABILI LE TUE DIMORE!

SALMO 83

Buongiorno a tutti,

il nostro cammino di oggi si svolge alla luce delle parole del salmo 83, di seguito riportato:

Quanto sono amabili le tue dimore, *
Signore degli eserciti!
L’anima mia languisce *
e brama gli atri del Signore.

Il mio cuore e la mia carne *
esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova la casa, *
la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, *
mio re e mio Dio.

Beato chi abita la tua casa: *
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza *
e decide nel suo cuore il santo viaggio.

Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente, *
anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni.

Cresce lungo il cammino il suo vigore, *
finché compare davanti a Dio in Sion.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, *
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Vedi, Dio, nostro scudo, *
guarda il volto del tuo consacrato.

Per me un giorno nei tuoi atri *
è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio *
è meglio che abitare nelle tende degli empi.

Poiché sole e scudo è il Signore Dio; †
il Signore concede grazia e gloria, *
non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine.

Signore degli eserciti, *
beato l’uomo che in te confida.

Il Salmo ci propone l’esperienza e la testimonianza di un fedele che desidera raggiungere Gerusalemme e lodare Dio nel tempio. Il desiderio viene esaudito dal Signore e la lode a Dio si trasforma in preghiera e canto di beatitudine. L’esperienza del Salmista ci fa da scuola nella nostra vita di fede. Leggendo le parole dell’Orante e scrutando all’interno del suo cuore scopriamo in Lui un desiderio esemplare di stare nella casa di Dio, di lodarlo in mezzo all’assemblea, di esultare alla sua presenza, di essere da Lui beneficato, di entrare in comunione con Lui, di essere illuminato dalla sua parola, di essere difeso e custodito dai suoi angeli, di essere nutrito dalla sua grazia, di essere appagato dal sua gloria. La gioia dell’Orante per avere raggiunto gli atri della casa di Dio è una gioia intima ed esteriore, che nasce nel cuore e si trasmette a tutta la persona, tanto da esplodere in una vera e propria esultanza. Leggendo le parole del Salmo viene spontaneo riflettere e chiedersi se il nostro cuore ha mai provato un tale desiderio di entrare nella casa di Dio, se passando davanti una chiesa abbiamo mai sentito per il Signore che vi abita dentro un trasporto talmente forte e irresistibile da interrompere, anche per un solo attimo, le nostre faccende per andare a salutare il Signore, a visitare e lodare Gesù Eucaristia. L’Orante compiva un lunghissimo pellegrinaggio, impiegando diversi giorni di viaggio e affrontando tutte le avversità del tempo pur di potere giungere al cospetto di Dio per lodarlo e pregarlo. Oggi, in ogni quartiere c’è almeno una chiesa, in alcuni paesi, ce ne sono anche due o tre per quartiere, ci passiamo davanti diverse volte al giorno, abbiamo la fortuna di spostarci velocemente in macchina, abbiamo tutti i confort di una vita moderna, eppure è difficile trovare un fedele che passando di fronte a una chiesa si inchini o segni il suo corpo con la croce. A volte, addirittura, partecipiamo a pellegrinaggi che sono delle vere e proprie imprese, compiendo 50 Km di cammino al giorno o spostandoci in bus per migliaia di chilometri per raggiungere chissà quale santuario, mentre per tutto il resto della nostra vita non siamo capaci di trovare il tempo e il desiderio di salutare il Signore nella chiesa che sorge accanto all’uscio della nostra casa. La considerazione a cui ci spinge la fede del Salmista è davvero forte e getta molti dubbi sull’autenticità e la profondità della nostra fede e del nostro amore per Dio. La vita è un cammino, un continuo pellegrinaggio che ha come meta Dio, ma spesso questo cammino viene bloccato e interrotto dalla nostra volontà, dalle nostre convinzioni, dai nostri interessi e da un nostro modo tutto personale di muoverci nella nostra esistenza. Le nostre azioni rispecchiano chiaramente i desideri del nostro cuore evidenziando una verità che sicuramente è diversa da quella esemplare del Salmista. Il cammino della vita avviene attraverso cadute, soste e riprese, ma deve necessariamente sempre obbedire a un desiderio del cuore diretto a Dio. Orientare il cammino della nostra vita sui passi di Cristo per giungere alla meta della comunione con Lui  è un impegno che non possiamo sempre rimandare, deve essere, invece, una gioia che sgorga spontanea nel cuore e che, come per il Salmista, ci permette già da ora di  bearci di lodare il Signore e di mettere la nostra vita nelle sue mani. Il Salmista al riguardo ci illumina dicendoci che per compiere  “Il santo viaggio” occorre trovare in Dio la nostra “forza”. Questa forza, quella cioè da cui scaturisce il moto interiore che ci permette di attraversare la “valle del pianto” per esultare in Dio, ci viene conferita da  Cristo Gesù, il quale opera attraverso la Santa Madre Chiesa. E’ questa la Sorgente che ci benedice, ci purifica, ci disseta, ci nutre, ci dà vigore tramite i Sacramenti, facendoci comparire davanti a Dio, nella Sion celeste.  Dunque, come il Salmista, nutriamoci anche noi dell’amore di Dio attraverso la partecipazione alla vita della Chiesa.

Capo d’Orlando, 04/10/2012

Dario Sirna

 

 

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