PLATANI – OLTRE LA CASCATA – I PARTE

SAN MARCO D’ALUNZIO – LE BELLEZZE DEL FIUME  PLATANI – I PARTE

Siamo ancora nel Fiume Platani, in territorio di San Marco D’Alunzio con lo scopo, questa volta, di documentare le bellezze del fiume nel suo tratto compreso tra la cascata e il ponticello su  cui transita la rotabile che collega Caprileone e San Marco. Consigliamo di raggiungere la zona proprio a partire da questo ponticello e di fare il cammino in discesa, uscendo dal fiume a Torrenova.

Raccomandiamo massima prudenza, l’uso degli stivali a coscia alta e tanta pazienza. Il tempo disponibile deve essere illimitato al fine di evitare pericolose corse in mezzo alle insidie delle scivolose rocce su cui si svolge il cammino. Noi abbiamo compiuto il percorso all’inverso, partendo proprio dal piano superiore della cascata. Lungo questo cammino il Platani offre angoli suggestivi di una natura incontaminata e selvaggia caratterizzata prevalentemente dalla imponenza delle rocce, dai numerosi canyon formati dalla parete del versante di San Marco D’A. e dalla parete del Serro Coniglio, dalle tante e affascinanti piccole cascate che le acque del fiume formano nelle loro corsa verso il mare. Ad arricchire ulteriormente la bellezza naturale del fiume sono i colori vivaci e contrastanti delle rocce, l’azzurro intenso del cielo, i riflessi delle piscine, il luccichio delle cascate e il dolce canto delle acque in caduta. Il contesto paesaggistico è dominato dalla bellezza delle alte e affusolate guglie del Serro Coniglio, che con i loro colori rosati si ergono nell’azzurro del limpido cielo come le punte della corona di un grande regno. La loro monumentale conformazione costituisce una cortina rocciosa invalicabile e avente le sembianze di una grande fortezza naturale. Diverse cavità di aprono sulle pareti delle guglie lasciando immaginare l’esistenza all’interno dell’imponente corpo roccioso di grandi spazi vuoti, arricchiti dalle meraviglie di probabili stalattiti e stalagmiti. La posizione di tali cavità sono eccessivamente pericolose e richiedono l’utilizzo di una attrezzatura adeguata, per cui non ci è possibile confermare tale ipotesi.   Il fiume regala grandi momenti di relax, di meditazione e di contemplazione caratterizzati principalmente dalla forte  percezione di una immensa pace che dall’ambiente si spande nel cuore e nell’anima. L’escursione, infatti, oltre a produrre grandi emozioni per le bellezze inusuali incontrate, ha la capacità di liberare completamente la mente da qualsiasi grave problema e di mettere l’anima  strettamente a contatto con il creato e con il Creatore. In questa particolare condizione la vita assume una significato nuovo, riemergono, infatti nella mente e nel cuore i valori più importanti della nostra esistenza, quelli che danno il gusto vero della vita. L’armonia naturale di un contesto inalterato come questo, ove le forze della natura sono continuamente impegnate a lavorare su se stesse per glorificare la potenza di Dio e per comunicarci l’amore del Signore, diventa cammino attraverso il quale si riguadagna la gioia di vivere, la gioia di stare nel mondo, di amare il mondo e di sentirci amati dal mondo per la continua e vicina presenza di Dio nella vita di ognuno di noi.  Improvvisamente l’immensa solitudine del cuore scompare e il vuoto da essa occupato viene riempito dalla certezza che Dio cammina con noi, che Dio non ci ha collocati su questo pianeta per abbandonarci, che Dio non se sta nei suoi atri celesti a godersi la sua gloria dimenticandosi così di noi, della nostra debole condizione, delle nostre difficoltà, dei nostri dolori  e dei nostri bisogni. La macchina della natura esprime egregiamente, specie in posti come questi, l’esistenza dell’Amore che continuamente si dona all’uomo per renderlo felice. Ma ci dice anche che condizione essenziale per godere dei benefici di Dio è imparare a conoscerlo, cercarlo, fidarsi di Lui, rimettersi totalmente alla sua volontà, trovando in essa la ragione di tutta l’esistenza e di ogni cosa creata. Il cammino dell’uomo sulla Terra non è un cammino di povertà e di dolore, ma un cammino di gioia in cui la meta non è un mondo nuovo ma Dio, il suo cuore, il suo amore. La condizione di esilio da noi sentita, che  ci dà il disagio della solitudine e dell’isolamento, è dovuta alla nostra incapacità di leggere nei segni della nostra vita i continui tentativi fatti da Dio per stabilire con noi una piena comunione. Dio ci ama e dobbiamo dire grazie a tale amore, perché è per merito suo che noi abbiamo la grazia di esistere e di godere di Esso. Ringraziamo il Signore per la grande opportunità che ci ha dato con questa escursione di godere delle meraviglie del creato, espressione chiara ed inequivocabile del bene che Egli effonde continuamente nelle nostre vite, facendoci così apprezzare ancora una volta la bellissima sensazione di essere da Lui voluti,  di essere da Lui cercati e di essere da Lui amati.

Capo d’Orlando 17/01/2013

Dario Sirna

 

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