SALMO 67
Buongiorno a tutti,
oggi ci muoveremo lungo il cammino segnato dalle seguenti parole del Salmo 67:
Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
appianate la strada a colui che cavalca le nubi:
Signore è il suo nome,
esultate davanti a lui.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.
Solo i ribelli dimorano in arida terra.
…
Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.
…
Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della comunità d’Israele».
…
Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.
…
Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!
Questo Salmo è stato definito da molti studiosi il testo più difficile di tutto il Salterio, noi non abbiamo riportato tutto il testo al fine di darne una lettura spirituale più semplice, per tale motivo non ci addentriamo nella complicata spiegazione di tutte quelle bellissime immagini che riempiono il corpo del Salmo, diciamo subito che a nostro avviso il senso della narrazione di tutte le gesta compiute dal Signore nel corso della storia in favore del popolo eletto è racchiuso nell’ultimo verso del Salmo, ove si invita il fedele a benedire il Signore perché è Egli l’unica vera forza e vigore del suo popolo. Il Signore è presentato nel trionfo della sua gloria, artefice, vincitore e Signore dello spazio e del tempo. Proiettato sulla terra per stabilire il suo regno di amore, giustizia e pace. Onnipotente nei cieli e onnipotente sulla terra, Signore degli spazi cosmici e degli spazi terrestri, Luce negli spiriti celesti e nelle anime terrestri. Dio è presentato come il Signore del bene, in Lui non esiste il male e di fronte a Lui la malvagità si dilegua, scompare, fugge, si disperde, si dissolve scomparendo nel nulla. In sua presenza il bene, invece, si consolida, si rafforza acquista vigore, esulta e si compiace della Sua gloria. Il bene accoglie Dio, lo cerca, lo invoca, lo canta, sente bisogno della sua presenza, della sua vicinanza, si nutre di Lui, lo desidera e non ne può fare a meno. Tra i giusti, detentori del bene e amici del Signore, e gli empi, fautori del male e nemici di Dio, esiste una terza categoria di persone, coloro che sono continuamente combattuti tra il bene e il male, coloro che sono attratti dal bene, ma cadono frequentemente nelle insidie del male, allontanandosi da Dio. Per queste anime che vivono nella prigione del peccato e nel possesso del male e della morte, Dio dà ancora la speranza della conversione. Egli per esse si muove dal suo Santuario, cavalca le nubi, scende sulla terra, combatte, vince, apre le porte della morte e salva tutti i suoi prigionieri. Il Signore è cantato come valoroso condottiero che trionfa con potenza sulla morte, sul peccato e sul male, liberando dal loro possesso tutti quelli che a Lui aprono le vie del cuore, appianandogli la strada. Dio viene inoltre dipinto nelle sue dolcissime e tenere attenzioni rivolte verso tutti coloro che sono nel bisogno, nella solitudine, nell’abbandono, vittime dell’oppressione, vittime di ingiustizie umane, vittime delle fatalità della vita. Nei confronti di tutte queste povere e bisognose creature Dio viene dipinto come un Padre amorevole che si prende cura di loro direttamente dalla sua alta dimora celeste. Egli cioè esercita per esse, oltre al ruolo di Padre amorevole che è vicino ai suoi figli, il ruolo di Dio provvidente e miracoloso che interviene nella loro vita con prodigi, grazie e onnipotenza, mostrandosi amico e difensore dei deboli, degli ultimi, di coloro che sono disprezzati da tutti, di coloro che non contano assolutamente nulla e di coloro che non hanno modo di difendersi dagli attacchi dei prepotenti. La descrizione della benevolenza e dell’amore di Dio nei confronti di tutto il creato e dell’uomo viene altresì espressa e completata dalla enunciazione del destino dei malvagi, solo essi sono, infatti, destinati a dimorare in “terra arida”, ossia in una terra lontana dal Paradiso, ove la luce del Signore non splende mai e ove a dominare sono solo le tenebre. Il destino di queste anime non è scelto da Dio ma voluto da esse stesse che durante tutto il corso della loro vita si ostinano a rifiutare Dio, ribellandosi continuamente al Suo amore. Di essi il Salmista dice: “Solo i ribelli dimorano in terra arida”. Volendo proprio sottolineare come Dio offra la sua salvezza e il suo amore a tutti gli uomini, senza esclusione di nessuno. Solo il nostro rifiuto e la nostra ribellione all’amore di Dio può impedirci di vivere in pace e in amicizia con il Signore. L’Amore, infatti, non può vincere solo laddove esso è rifiutato, perché esso non impone e non violenta le anime. Ma la voce di Dio non si arrende e nel cielo della nostra anima penetra con forza facendo sentire il suo urlo di salvezza e il suo canto d’amore fino all’ultimo istante della nostra vita, nel tentativo di non perdere mai nessuno e di condurre ogni essere umano all’unità del Paradiso. Occorre ascoltare tale voce, essa è potente ed è impossibile non sentirla, occorre darle fiducia, seguirla, accoglierla, concederle di effonderci la speranza e di trasformare quest’ultima in vittoria anche se la nostra anima è sofferente e confusa, continuamente provata dall’umanità, continuamente allontanata dalle tentazioni e istigata dal male. Occorre riconoscere tra le tante voci che squillano nella nostra anima la voce del Signore, essa è la più potente perché è la voce dell’Amore, voce che riempie i cieli e la terra e che nessuno può spegnere. Impossibile non riconoscere questa voce e la seduzione che essa produce nel cuore. All’udirla benediciamola e accogliamola, facendola divenire la ragione della nostra forza e il motivo del nostro vigore, per una scelta di vita tutta orientata al bene e all’amore, nella piena comunione con Cristo e la Chiesa.
Capo d’Orlando 11/01/2013
Dario Sirna