PELLEGRINAGGIO MINISTERIALE A SAN LORENZO DI FRAZZANO’

DIOCESI DI PATTI – GIUBILEO DEI MINISTRI STRAORDINARI DELL’EUCARESTIA

Ogni anno, nel periodo tardo primaverile del tempo di Pasqua, la Chiesa Diocesana di Patti, in sede di celebrazione Eucaristica, conferisce il mandato di Ministro Straordinario dell’Eucarestia ai fedeli  segnalati dai Parrocci delle Parrocchie di tutta la Diocesi.

Quest’anno, S.E. il Vescovo di Patti, Mons. Ignazio Zambito, ha scelto per il conferimento del mandato suddetto un’occasione di particolare importanza. Nel giorno in cui si celebrano i primi Vespri della solennità dell’Ascensione del Signore, il mandato è stato conferito nelle Chiese di Frazzanò ove è in corso il Giubileo per la ricorrenza degli 850 anni del transito di San Lorenzo Confessore. Ogni Ministro Straordinario dell’Eucarestia ha ricevuto, dunque, il suo mandato durante la celebrazione Eucaristica dell’Ascensione del Signore nelle Chiese del Giubileo.

Questo avvenimento, che apparentemente sembra normalissimo, in se, invece, racchiude una grande straordinarietà.

Nella vita cristiana il Giubileo è una delle più grandi grazie che il fedele può ricevere da Dio per mezzo della Chiesa. Esso consente di ascendere direttamente a Dio, come Gesù, salendo in Paradiso senza sostare nel Purgatorio. Il Sacramento della Riconciliazione, infatti, permette di riappropriarsi dell’amicizia di Dio, ossia della comunione con Dio, cancellando per sempre la pena eterna, ma non sconta le penitenze temporali che servono per purificarsi dal male commesso e dal contatto col peccato.

Il Giubileo, invece, è una sorta di “Super Sacramento della Riconciliazione” in quanto in via del tutto straordinaria, per i meriti di Gesù Cristo e dei Santi, ottiene sia il perdono dei peccati, ossia l’estinzione della pena eterna, che la remissione delle penitenze temporali. Ciò significa che la persona che ha fruito dei benefici del Giubileo, nel suo cammino di ascesa a Dio si troverà a saltare il passaggio dal Purgatorio, in quanto la sua purificazione avviene proprio con la partecipazione completa al Giubileo.

Far coincidere la celebrazione dell’Ascensione del Signore con il Giubileo è stata dunque una felicissima scelta che ha illuminato il nostro amatissimo Vescovo per concederci una opportunità di crescita unica nel nostro cammino di vita cristiana. Un premio (immeritato) per il servizio già svolto e al contempo una condizione di grazia speciale per potere continuare ad operare con grande fedeltà e amore. Focalizzare l’attenzione sulla grandiosa realtà dell’Ascensione in cui l’umanità di Gesù vero uomo è innalzata alle sede propria della divinità di Gesù vero Dio, significa soffermarsi a riflettere sulla grande opera e missione portata a compimento dal nostro Signore. La storia della salvezza, infatti, raggiunge la sua completa attuazione dopo la Risurrezione, con l’Ascensione. Due sono i motivi principali per cui tale compimento trova la sua attuazione nell’Ascensione. Il primo è che con l’Ascensione si ha la effettiva ammissione nel Paradiso dell’uomo. L’uomo cacciato dal Paradiso Terrestre per la sua disobbedienza e la sua superbia, grazie all’opera di salvezza di Gesù, è riabilitato al Paradiso Celeste, ossia al cospetto continuo di Dio. Dalla caduta di Adamo, Gesù, il nuovo Adamo, recupera l’uomo, sollevandolo ad una condizione ancora più alta, ossia alla condizione di massimo splendore, il Paradiso. Il secondo motivo è che simultaneamente all’Ascensione del Signore discende sulla Terra lo Spirito Santo., da cui nasce la Chiesa. E’ attraverso  il lavoro continuo dello Spirito Santo, operato attraverso la Chiesa, che gli uomini conseguono la salvezza, ossia seguono, nel suo cammino, le orme del Salvatore, fino a raggiungerLo in Paradiso.  In Cristo la nostra natura umana si trova in Paradiso e ciò significa che anche noi come uomini possiamo accedere al Paradiso. Con la Chiesa, invece, ogni uomo considerato come singolo individuo, attraverso l’opera dello Spirito Santo, raggiunge effettivamente il Paradiso. Cristo e la Chiesa sono dunque inscindibili per la salvezza dell’uomo. Vincere la morte con la risurrezione e ottenere l’eternità non è l’obiettivo principale di Dio per l’uomo. Consegnarci la meta del Paradiso, è invece, la vera essenza dell’amore salvifico di Dio per noi.

Il Giubileo, dunque, è una di quelle occasioni che ogni uomo non dovrebbe mai perdere nella sua vita terrena, ogni qualvolta  Dio attraverso la Chiesa la rende disponibile.

Ma perché il Giubileo nel cammino della salvezza effettuato  dall’uomo omette con una grazia speciale e straordinaria il passaggio dal Purgatorio? Non basta già di per se la Redenzione ad ottenere per tutti questo grande beneficio? Ovviamente la risposta è si, la Redenzione è sufficiente ad ottenere per tutti la Pasqua dalla Terra al Paradiso, prova ne è il ladrone pentitosi sulla croce, accanto a Gesù, ma questo dipende dalla profondità della conversione, ossia dalla carità che scaturisce da tale conversione. Talvolta una profonda carità, come quella del Ladrone sulla croce nei confronti di Gesù Crocifisso, è sufficiente a purificare direttamente in un sol colpo la persona, cancellando così anche le pene temporali, perché non più necessarie. Ma quando il peccatore dopo avere sperimentato il perdono di Dio ed essere entrato nella Sua grazia la abbandona per ritornare al peccato, la sua conversione non è profonda e la sua carità si estingue immediatamente senza produrre gli effetti di purificazione necessari a cancellare le pene temporali, anzi al contrario, c’è il grande rischio di ricadere nuovamente nella pena eterna. In tal caso il perdono viene concesso infinitamente a chi infinitamente pecca e infinitamente si pente del peccato, ma la persona non ha ancora raggiunto quello stato di purezza che è presente in Paradiso. Tali pene vanno viste proprio come uno strumento di grazia che consente alla persona pentita di mantenersi pura nel corpo, nell’anima, nello spirito, nella mente e nel pensiero. Consentono cioè di acquisire quella purezza piena che è necessaria per stare al cospetto di Dio.

A tal proposito occorre distinguere tra Giudizio e Giustizia. Il Giudizio entra nel merito delle colpe, ossia se esiste o no in un’azione umana il peccato, la Giustizia, invece attribuisce ad ogni colpa una pena, ristabilendo così l’equilibrio turbato dal peccato. Ogni torto riconosciuto tale dal Giudizio viene scontato con una pena, attribuita dalla Giustizia. La pena è eterna se al peccato grave non seguono il pentimento, il perdono e la riconciliazione, essa è invece temporale se al pentimento, al perdono e alla riconciliazione non segue la purificazione della persona, ossia la piena aborrizione del male nella propria vita e la contemporanea spontanea totale rinascita all’amore e alla carità. La Redenzione non entra nel merito del Giudizio, né nel merito della Giustizia. Essa, pur lasciando inalterate l’uno e l’altra, garantisce la salvezza delle anime che ricorrendo ad essa vogliono porre rimedio alle offese fatte a Dio e vogliono ricostruire, tramite Cristo, la loro amicizia  con Dio. Questo significa che il giudizio emesso da Dio non viene cancellato, né viene estinta la pena attribuita dalla Giustizia Divina, ma viene cancellata dalla vita della persona la sua offesa a Dio e la conseguente pena eterna viene scontata, una volta per tutte, con l’offerta del sacrificio di Cristo Signore. Il Giudizio riguarda propriamente l’azione della persona e quindi, se trattasi di azione malvagia, questa rimane sempre condannata, mentre la Redenzione riguarda la persona stessa, ossia la sua salvezza. La persona dunque con la redenzione viene salvata nonostante le sue azioni vengano condannate. La relativa pena eterna viene scontata dal sacrificio di Gesù, mentre la purificazione della persona avviene tramite una pena temporale, applicata dalla Giustizia Divina. Questa pena non va intesa come un vero e proprio debito da pagare a Dio per le colpe commesse, ma piuttosto come un mezzo di purificazione attraverso il quale si accede al Paradiso. Essa è detta pena perché ritarda l’ingresso in Paradiso e perciò è una pena.

Nel Giubileo sono premiati i meriti di Cristo e i meriti di Cristo nella vita dei Santi. Nel caso di Cristo la logica è immediata. Nel caso dei Santi invece, essi sono motivo di grande giubilo per il Paradiso e per la Terra e tale giubilo dispone la Giustizia Divina a concedere le indulgenze nell’esercizio della Giustizia. La Chiesa ha il compito di veicolare lo Spirito Santo e, grazie  a Lui, anche il sangue e il corpo di Cristo, nella vita di ogni uomo. Quando tale vettoriamento trova nelle anime degli uomini la totale accoglienza si formano i Santi, i quali, per questo stato di particolare grazia sono capaci di imitare nell’amore il Cristo. Essi diventano strumenti di Cristo, che grazie alla loro continua disponibilità all’Amore, acquisisce nelle loro vite, nuove e più grandi tesori per l’umanità. Un Santo dunque è una grazia non per se stesso, ma per tutta l’umanità. Cristo  con gli ulteriori meriti per l’umanità acquisiti tramite il Santo ci ottiene nuove e più grandi favori, i quali si possono esplicare anche nelle indulgenze.

In sostanza accade che con la comunione dei Santi la condizione di purezza acquisita dal Santo viene estesa, per comunione, a tutta la Chiesa, la quale appunto offre con il Giubileo la reale attuazione di tale partecipazione. Ciò costituisce per tutti un motivo di grande giubilo, espressione cioè di una gioia piena, in quanto l’uomo non può sperare in nulla di più grande di tale condizione.

La Chiesa, in qualità di Ministra della Redenzione, con il potere cioè conferitole da Cristo di legare e sciogliere, dispensa questi tesori in favore di tutti i fedeli.

Nel caso in questione è proprio la santità di San Lorenzo a costituire un grandioso evento di indulgenza verso tutto il popolo credente.

In questo contesto di eccezionale ricchezza spirituale e umana il nostro caro Vescovo ha deciso di conferirci il Mandato di Ministro Straordinario dell’Eucarestia, consegnandoci, insieme al mandato, tutte quelle forze e quegli stimoli che sono necessari per esercitare tale Ministero con maggiore efficacia.

Corre l’obbligo di ringraziare doverosamente Mon. Zambito per grande bene che la comunità in cammino e ognuno di noi ha ricevuto dalla Chiesa tramite il suo apostolato in generale e, più in particolare, in questa grande occasione.

Capo d’Orlando 19/05/2012

Dario Sirna

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