PELLEGRINAGGIO A ROCCA D’ALMO – EREMO DI SAN CONO – NASO

NASO – ROCCA D’ALMO – SAN CONO NAVACITA – PELLEGRINAGGIO DEL 29 AGOSTO 2012

Nella mattina del 29 agosto di ogni anno la comunità cristiana locale effettua il pellegrinaggio all’eremo di San Cono Navacita, sito nel borgo di Rocca D’Almo, nel territorio comunale di Naso. Quest’anno abbiamo partecipato anche noi al suddetto pellegrinaggio, unendoci alla folla dei fedeli per attingere alle sorgenti spirituali della santità di San Cono.

Rocca D’Almo è una magnifica borgata rurale del comune di Naso, raggiungibile dalla strada di collegamento tra la frazione Sant’Antonio e la località Due Fiumare. La strada in questione è una stradina di campagna asfaltata, ma a una sola corsia, comunque agevolmente fruibile. Il borgo, costruito attorno all’eremo, è servito da un’apposita via di collegamento secondaria, attualmente franata e perciò percorribile solo a piedi. L’eremo si erge sopra una bellissima rocca alta poco più di un centinaio di metri, a strapiombo sulla sottostante vallata. Esso spicca nell’ambiente circostante per la sua posizione dominante. Il contesto naturale in cui si svolge il pellegrinaggio è caratterizzato dalla presenza di estese  colture di ulivi secolari e dalla sporadica presenza di bellissimi   esemplari di quercia da sughero. La vallata, invece, su cui si innalza la Rocca, a causa della sua natura fortemente accidentata, è selvaggia. I relitti vegetali sopravvissuti alla violenza distruttiva di un recente incendio (2007), dimostrano, ancora oggi, che il luogo era sede di un fitto bosco di essenze spontanee, tra cui primeggiava il sughero. Lo scenario che incornicia l’eremo è suggestivo e riccamente impreziosito da un’ampia  finestra sui Nebrodi. In realtà il campo visivo a ponente è molto vasto, estendendosi dal cratere sommatale dell’Etna fino al Tirreno. In mezzo a questi due estremi si innalzano le cime più importanti e più belle della catena dei Nebrodi, tra cui citiamo Serra del Re, Pizzo Mueli, Serra delle Ciappe, Rocche del Crasto, costone di Pritti, Dagara. Una bellissima e ampia vallata, occupata dal greto del Fiume Fitalia, collega i versanti di queste vette con i versanti di Naso. Tra le pieghe dei versanti che scendono dalla dorsale nebroidea si trovano ubicati i comuni di Longi, Mirto, Galati Mamertino, Frazzanò e San Salvatore di Fitalia, sui cui centri urbani il panorama offre una dettagliata veduta. A Nord la vista ci regala lo scenario unico degli strapiombi di contrada Feudo che con la forma semicircolare di un anfiteatro si affacciano sul palcoscenico della Rocca D’Almo, spalleggiati a nord-ovest dal verde versante di Cagnanò. Ma la natura più interessante di questo contesto paesaggistico è quella propria della Rocca D’Almo. Sulle sue pareti si nasconde la grotta naturale al cui interno viveva  San Cono durante la sua esperienza da eremita.  Questi luoghi di grande fascino naturalistico sono stati, quindi, arricchiti ulteriormente dallo splendore della santità di Cristo, riflessa dalla sequela  esemplare  di San Cono. Il pellegrinaggio ha inizio in località San Basilio e si svolge  lungo il percorso in discesa che conduce fino all’eremo, in Rocca D’Almo. Ci uniamo ai fedeli qui giunti alle 7,30 circa e, guidati dai sacerdoti del posto, iniziamo a camminare attraversando uliveti e campagne tipiche della collina tirrenica dei Nebrodi. Ai passi della strada compiuta  si associano i passi cadenzati e ritmati del cammino cristiano, illuminato dalla lampada contemplativa dei misteri gloriosi di Cristo.  Alla contemplazione delle bellezze naturali e dello scenario paesaggistico del luogo si associa, allora, la contemplazione della gloria del Cristo risorto e asceso al Cielo, da dove seduto alla destra del Padre ci invia in dono lo Spirito Santo, da cui nasce la Chiesa. Nella gloria di Cristo contempliamo anche l’assunzione della Madre e la sua incoronazione a Regina del Cielo. Il dono dello Spirito Santo è il seme da cui germoglia la Chiesa, amministratrice dei Sacramenti delle salvezza. Attraverso questi Sacramenti viene veicolata la santità in tutti coloro che ad essa anelano incessantemente, con desiderio insaziabile. San Cono è un esempio eloquente del dono della santità effuso dallo Spirito Santo, attraverso la Chiesa, sul popolo cristiano. Scendendo verso l’eremo ci colpisce il fascino di un creato che stimola fortemente alla contemplazione. Ci immergiamo nell’atmosfera contemplativa che avvolge l’eremo e che da esso si spande al vicinissimo borgo e a tutta la natura circostante. Comprendiamo  che il profumo della santità trova terreno ove diffondersi e attecchire se ci lasciamo guidare dai messaggi  che giungono dal creato e dalle sue bellezze. La quiete e l’armonia di una natura fortemente proiettata verso il Cielo  penetrano nell’anima cercando spazio, cercando un interlocutore a cui potere mostrare e consegnare le dolci bellezze del Paradiso. Occorre necessariamente non turbare e non inquinare questa meravigliosa atmosfera, immergendosi in essa senza protagonismo e con il massimo rispetto. Ognuno di noi porta nel proprio cuore la sua storia, il suoi problemi, la sua preghiera, la grazia da chiedere, il dolore da consegnare, l’offerta da presentare, il ringraziamento da offrire, la lode da innalzare.  Ma qui per un attimo il tempo si ferma e tutto cessa di scorrere e di violare il cuore e l’anima dell’uomo. Qui si sente solo il desiderio di un nutrimento spirituale che sfami l’anima e la liberi da tutti i suoi pesi. Qui muore il desiderio di parlare, di raccontare, di discutere, di ottenere ragione, di chiedere giustizia, di confutare una tesi, di affermare una teoria, di promuovere e imporre a tutti e a se stessi il proprio io. Qui tutti i nostri problemi improvvisamente scompaiono, mostrandosi per quello che sono, inutili sciocchezze che ci allontanano da Dio, generate dalla nostra stessa incredulità. Qui avanza nell’anima una sola necessità, quella di riempirsi di Dio, di bearsi della sua grandezza, di godere della sua bellezza, di tuffarsi nella sua pace, di riconciliarci con Lui e con il mondo intero, di cambiare vita, di dare un senso nuovo al nostro essere, di assaporare e gustare la gioia del Paradiso. Queste sensazioni ci arrivano nel cuore, ove bussano come richieste impellenti a cui dover rispondere senza indugiare. E’ la santità di Cristo, qui resasi presente  nella vita di San Cono, a richiamarci ad una profonda ed integrale conversione del cuore e della vita.  Partecipando alla Santa Messa, l’invito del Sacerdote celebrante a vivere e a portare a   casa il silenzio sperimentato da San Cono, quale condizione indispensabile per accogliere Cristo e per seguirlo sulla via della santità, ci sollecita ad approfondire interiormente il nostro pellegrinaggio contemplativo. Nella Parola di Dio e nell’Eucarestia, offerte  da Cristo nella Santa Messa, troviamo tutte quelle delizie del cuore che aspettavano di essere accolte.  Grazie, dunque, a San Cono per averci portato a Cristo e per averci fatto progredire ulteriormente con questo pellegrinaggio nel nostro cammino di vita e di fede.

Capo d’Orlando 29/08/2012

Dario Sirna

 

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