OGGI TI HO GENERATO

SALMO 2

Buongiorno a tutti,

oggi seguiremo il percorso illuminato dalle parole del Salmo 2, di seguito riportato:

Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
«Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall’alto il Signore.
Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:

«Io l’ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte».

Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai».

E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore
e con tremore esultate;
che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.

Questo Salmo è dedicato alla intronizzazione di un re ebraico. Esso descrive attentamente tutte le atmosfere che precedono l’incoronazione, quelle che la seguono e ovviamente quelle proprie del momento dell’intronizzazione. Nello spazio temporale che precede la nomina del nuovo re il vuoto di potere favorisce l’instabilità politica del regno con l’insorgere di ribellioni, guerriglie, attentati,  e tensioni varie. Dopo l’incoronazione del re, ritorna la pace e l’ordine in tutto il paese. L’incoronazione è dunque un momento importantissimo che ha la capacità di ristabilire e consolidare la nazione. E’ proprio la parte centrale del Salmo, quella dedicata alla liturgia dell’incoronazione che ci permette di comprendere i motivi di questo fenomeno politico. La liturgia utilizzata per l’incoronazione del sovrano è infatti una liturgia di consacrazione che trasferisce al re il potere e la volontà di Dio di governare la nazione e di portala alla santità. L’intervento divino in favore del re, e quindi di tutta la nazione, è evidente nella volontà espressamente dichiarata da Dio di costituire il re, da Lui scelto, sovrano di Isdraele e di conferirgli insieme al regno la sua adozione a figlio di Dio. Il re viene, infatti, dotato di tutti i poteri necessari per dominare incontrastato nella pace su tutto il regno e per brillare in mezzo alle nazioni con la forza di “uno scettro di ferro” che frantuma “vasi di argilla”. Il re di Isdraele non è dunque un sovrano di potere, ma un sovrano per consacrazione divina. Egli porta con sé il favore divino perché la volontà di Dio per suo tramite venga divulgata, accolta e attuata da ogni uomo, sia esso suddito che straniero. Isdraele è il popolo scelto da Dio perché diventi in mezzo a tutte le nazioni del mondo esempio e testimonianza dell’amore di Dio per l’uomo e motivo per tutti di conversione a Dio. Il Salmo acquista un contenuto molto più ampio e completo nel momento in cui viene applicato alla figura del Salvatore. In questo caso, infatti, il consacrato del Signore non viene nel mondo in virtù di un “decreto” che gli conferisce l’adozione a figlio, in quanto Egli stesso è il Figlio di Dio e il “giorno” in cui egli è generato diventa il giorno in cui la seconda persona divina della SS. Trinità si incarna, è, cioè, il giorno in cui Dio si fa uomo. Tale giorno è, dunque, il Natale del Signore. In questo giorno Dio proclama solennemente di avere assunto nel Figlio la natura dell’uomo, pur rimanendo sempre Dio. S. Ambrogio considerava questo Salmo il canto di Natale di Cristo. E’ con Cristo che Dio porta a compimento il suo progetto di salvezza di tutta l’umanità, è con Cristo che il male viene sconfitto nella vita dell’uomo per essere sostituito definitivamente e in eterno dall’amore.

Capo d’Orlando, 16/11/2012

Dario Sirna

 

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